Capitolo 1

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- Ooh ma andiamo! Ma vi pare il caso?!
Neanche un cespuglio... ho direttamnte un fungo atomico in testa! -
I meravigliosi capelli ricci color mogano le ricadevano sulle spalle, ma era troppo perfezionista per ammettere che andavano bene.
Gli occhi color nocciola scrutavano lo specchio: ogni centimetro del suo corpo era perfettamente ordinato.
La divisa della North Hight School che indossava era pulita e stirata. Calze alte, scarpe, borsa a tracolla e via, giú per le scale.
- Buongiorno cara -
- Buongiorno mamma. Buongiorno papà. -
- Ti fermi per mangiare un toast? -
- No grazie, prenderó qualcosa al volo mentre vado - uscí di casa.
La solita strana sensazione... possibile che smettessero di parlare fra loro ogni volta che lei entrava in una stanza?
Forse stava diventando anche paranoica.

L'autobus era puntuale.
Lea le aveva tenuto il posto, come ogni mattina.

- Buongiorno - disse l'amica porgendole un bicchiere di caffè fumante e una brioche.
- Buongiorno a te, lo sai che ti adoro, vero Lea? -
- Come è  andata stamattina? -
- Di nuovo la stessa impressione. Non solo la mattina, ma anche a tavola o quando vado a dargli la buona notte. Non so cosa fare, non ho il coraggio di chiedere. È come se li conoscessi da pochi mesi -
- Tu praticamente li conosci da pochi mesi! È  normale che ci sia poca confidenza! -
- Guarda che conosco anche te da pochi mesi "praticamente" - disse Key facendole il verso.
- Alle 10:00 vai dal dott. Bower? -
- Già, come ogni Giovedì. Ma tanto mi dirà  sempre le solite cose: fatti aiutare, dormi, mangia di più... lui non capisce.
La mia vita si è  letteralmente trasformata in un incubo. Meno male che ci sei tu. - dando un ultimo morso alla brioche, sorrise all'amica.
L'autobus si fermò.
Scesero e continuarono il discorso lungo la strada.
- Magari hanno timore a parlarti di certe cose perchè non sanno come potresti reagire... -
- Non so... forse hai ragione. Ma il mio sesto senso non me la dice giusta. Mi sale un brivido lungo la schiena ogni volta che mi guardano negli occhi. Non so spiegarmelo. Mi sento in trappola, come se aspettassero solo il momento giusto per attaccarmi.
È come se recitassero, sono... finti.-

L'amica le tirò un pizzicotto mentre Key era assorta nei suoi pensieri.
- Invece questo è  reale, e noi siamo realmente in ritardo! -
Sdrammatizzó guardando l'orologio. Corsero.
Giusto in tempo, la campanella stava suonando.




Ecco qua! Al prossimo capitolo! Buona lettura :)

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