episodio 3

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Uscita da scuola, Key preferí tornare a casa a piedi.
Era una bellissima giornata d'autunno. Ricordava. Riviveva nella sua mente la scena di lei e il dottor Bower.
-Foglie tante foglie-
-Un faló-
-Il mio urlo che squarciava il silenzio-
- E il fuoco? -
L' espressione dello psicologo
La porta che si chiudeva dietro di lei.
Senza rendersene conto era già davanti al vialetto di casa.
Una casa indipendente, due piani, non troppo grande e non troppo piccola, un giardinetto intorno. Spalliere di arbusti con piccoli fiori colorati lo separavano da quelli vicini.
Era cosí sovrappensiero che a malapena riusciva a ruotare la chiave nella serratura.
I suoi erano a lavoro, in casa c'era solo Tigre, un gatto rosso striato. Un dormiglione buono solo a farsi fare le coccole. Tigre la accolse facendole  gli otto in mezzo alle gambe con tanto di fusa.
- Buono gatto, cosi mi farai cadere! - Nel suo tono c'era un fondo di risata.
Si ricordó all'improvviso di Lea.
Le aveva dato buca!
Sfiló lo zaino dalle spalle e prese il cellulare. Tre chiamate perse.
Come ho fatto a non sentirlo? Non era silenzioso.
Ora però la voglia di parlare con l'amica le mancava.
Sapeva che avrebbe pianto. Era troppo nervosa, Lea si sarebbe preoccupata e sarebbe corsa da lei, non voleva farle saltare le lezioni.
Si limitò a scriverle un messaggio: Hei, sto bene. Scusa se non sono venuta, il dott. B. mi ha detto di tornare a casa perché ero troppo stanca. Mi ha giustificata e sono arrivata ora. Ci vediamo dopo. Baci <3
Non fece in tempo ad inviarlo, un rumore la fece sobbalzare.
Proveniva dalla cucina.
Si armó al volo di un posacenere di marmo e si avvicinó con cautela alla porta della stanza.
Entrò, giusto in tempo per veder chiudere a chiave un cassetto della credenza.
- Mamma?  Dovresti essere a lavoro! Cosa ci fai qui? -
- Nulla cara, sono tornata un po' prima perchè non mi sono sentita bene. Tu che ci fai a casa a quest'ora? - il tono della sua voce era sorpreso e velato di paura.
- Il dottor Bower mi ha giustificata. -
L'espressione sul volto di Key era pensierosa, fra l' arrabbiato e lo stupito.
Appoggió distrattamente il posacenere sul tavolo.
- Forse è  meglio che vada sú a riposare un po'. - sospiró la ragazza.
- Certo Key, credo che andrò  anche io. -
Un sorriso forzato si stampó sul volto della madre, che le diede un bacio sulla fronte.
Dopodiché, circondandole le spalle con il baraccio destro, l'accompagnó su per le scale fino alla porta della sua camera.
- Cerca di dormire un pochino Key, vengo a svegliarti per cena. -
Detto questo, chiuse la porta.

Passavano i minuti.
Dopo mezz'ora di silenzio, Key decise che era il momento di scendere.
Non aveva mai fatto caso a quel cassetto nella credenza.
A pensarci erano tante le cose a cui non aveva mai fatto caso.
Si tolse le scarpe e scese le scale senza far rumore.
*gurgle* era il suo stomaco.
Ho voglia di rane fritte
Da quando ho voglia di rane fritte?
Non so nemmeno che gusto abbiano le rane fritte!!!

Sul tavolo della cucina erano ancora appoggiati il posacenere e il telefono, il messaggio non era ancora stato inviato.
Ora che faccio?
La chiamo?
Potrebbe essere un'idea, mi potrebbe aiutare a scassinare la credenza. Lea ha sempre qualche idea.
Fa pure rima...

*Tuuuu. Tuuuuu.*
- MA DOVE CASPITA SEI? -
- Lea, calma sono a casa, il dottor Bower mi ha fatto una giustificazione...- sussurrò - mi serve il tuo aiuto. Vieni da me, ma mandami un messaggio quando arrivi: non dobbiamo fare rumore!

Quindici minuti dopo...
-Allora cosa dobbiamo fare?- disse Lea tutta euforica.
-SHHHHHHHH! Mia madre non ci deve sentire! È  al piano di sopra, credo stia dormendo.-
- Aaaaah okay! - bisbigliarono
- Dobbiamo aprire quel cassetto... senza chiave. - con il dito indicò la vecchia credenza.
- Come senza chiave? -
- Senza nel senso che la chiave non ce l'ho!
Quando sono tornata mia madre era già a casa e in fretta e furia ha chiuso quel cassetto. E io voglio sapere cosa c'è  dentro! -
L'amica sbuffó.
- E io cosa c'entro? -
- C'entri che non so come fare e tu hai sempre delle ottime idee! -
- Mmmh.... Nei film usano sempre una forcina, una limetta per unghie e una carta di credito!
- Carta di credito, sí certo, magari una carta platino!
- Come sei materiale! La forcina e la limetta basteranno!-
Key guardò le sue unghie smangiucchiate.
- Una forcina basta? - fece con un sorriso imbarazzato.
- Oh, Key! Passami un coltello, allora. -
Key prese lo zaino e da una tasca tirò fuori una forcina.
Mentre si avviava verso Lea prese anche un coltello dal cassetto delle posate, poi con un fianco lo richiuse.
*stonk*
- Key non dobbiamo fare rumore! -
- Giusto... ti ho gia detto che ti adoro vero?-
-Siiii anche troppe volte... ora passami quella roba! -
Lea aveva già esaminato per bene la serratura.
In due secondi netti aprì il cassetto.
*click*
Adesso quattro occhi fissavano incuriositi uno strano oggetto.
Sembrava quasi un piccolo forziere.
Con delicatezza Lea lo prese e lo appoggiò  sul tavolo.
- E ora? -
- E ora lo apriamo! Che domande! - sussurró decisa Key.
- Ma non ha serratura ed è  bloccato! -
Un rumore al piano di sopra le riportó alla realtà.
- Mia madre! Lea chiudi il cassetto!-
*click*
Mentre Key, fece scivolare la scatoletta nello zaino, velocemente chiuse la zip.

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