DIREI CHE È ORA DI ANDARE DI LÀ - esordí Lea
-Si si, io devo finire di installare un programma - la seguí Leonard
- Posso darti una mano? -
- Sicuro! -
- Allora io torneró allo studio ho un paziente fra poco... - anche Bower uscí.
Adesso Key ed Abel erano soli.
- Quindi ... noi ci conoscevamo? - fece la ragazza.
Sul volto del giovane spuntó un sorrisetto.
- Sí, anche piuttosto bene devo dire.-
- Va bene... vediamo... Il mio colore preferito? -
- Ambra, lo stesso colore del miele...
-Il mio compleanno?-
-14 aprile...-
-La cosa che mi da più fastidio?-
- Quando nel letto le lenzuola non sono ben tese sotto la coperta.
Ti piace arrivare puntuale.
Quella che hai al collo è la tua collana porta fortuna - Key, mise istintivamente la mano sul ciondolo. - te l' ho regalata io.
Ti piace essere ordinata e il trucco ti aiuta.
Sei una perfezionista... anche se ora ti mangi le unghie.- concluse prendendole una mano.
Dicendo questo, il ragazzo, si era sporto in avanti.
Key poteva vedere le pagliuzze dorate dei suoi occhi: era scioccata.
- Il mio cibo preferito? - balbettó
- Le rane fritte. -
- Quindi davvero le ho mangiate!?-
- Eccome! Una volta abbiamo fatto a gara e mi hai stracciato. - risero insieme.
Poi ci fu un attimo di silenzio.
Abel aggiunse in un sussurro- So anche che il fuoco...- non fece in tempo a concludere perché, Lea, entró nella stanza all'improvviso
- Key! È tardissimo dobbiamo rimettere a posto lo scrigno! -
I ragazzi si alzarono contemporaneamente.
Lea fece passare Key, e bloccò Abel con una mano - Vacci piano, lei non è la stessa Key che conoscevamo. Dobbiamo ricominciare da capo.-
- Stavi origliando, sorellina? --Leooooo? Ci accompagni in macchina vero?-
Gli ochi verdi del ragazzo si sollevarono dalla tastiera.
- Ma certo! Sono qui apposta no? -
L'ironia nella sua voce colpí Lea che arrossí.
Lui le sorrise. Un sorriso spontaneo e luminoso che la rassicuró.
Prese la giacca di pelle e le chiavi del pickup blu scuro.
- Ci dovremo stringere un po' ... ha solo tre posti in cabina- disse uscendo insieme agli amici.
- Per me non è un problema, sto dietro. - rispose - Un po' d'aria mi fará bene. -
Abel saltó sul retro.
Dopo le parole della sorella, il buon umore era svanito.
E il furgoncino partí.- Certo peró che sei carino per essere un patito di computer...vero Lea?-
Il commento di Key fece arrossire Leonard che con la mano si scostó un ciuffo biondo dagli occhi
L'amica invece, quasi si strozzó ingoiando di colpo la gomma da masticare.
- Hei tutto a posto?- chiese il ragazzo.
Senza distogliere gli occhi dalla strada appoggió una mano sul ginocchio di Lea, seduta accanto a lui.
- Si... si sto bene. - affermó ricominciando a respirare.
Poi, si rivolse all'amica e, a denti stretti - Noi-dobbiamo-parlare...-
Key fischiettó guardando fuori dal finestrino.-Leo parcheggia sul retro.-
Cosí fece.
Entrarono in casa.
-Mi raccomando nessun rumore. Mia madre è al piano di sopra. Crede che io stia ancora dormendo-
I ragazzi si sistemarono.
Key sfiló lo scrigno dallo zaino e lo porse all'amica - Okay, io vado su a tenerla impegnata... Lea, rimettilo a posto .
Abel, posiziona la telecamera e Leo... fai quello che devi fare per metterla in funzione.-
- Agli ordini capitano! - la risposta di Abel fu cosí spontanea che diede sui nervi a Key.
Appoggió lo zaino dove era prima, in ingresso e salí le scale.*knok knok knok*
La madre aprí la porta della stanza.
- Tesoro, sei sveglia! Vieni entra. Hai fatto buon riposo? -
- Certamente mamma --SONO A CASA! -
Il terrore negli occhi dei tre ragazzi al piano di sotto fu evidente e si immobilizzarono. Tre statue di marmo in mezzo alla stanza.
Il padre di Key entró in cucina. Gli occhi fissi sulla posta del giorno.
-Uuh, hanno aperto un nuovo tistorante Thailandese...-
La tensione era palpabile, ma non ci fece caso.
Si avvicinó al frigo e senza neanche guardare prese una coscia di pollo avanzata dal giorno prima e cominció a rosicchiarla.
A Lea venne un conato... ma si trattenne.
L'uomo uscí dalla cucina cosí com'era entrato...senza mai alzare gli occhi dal volantino.
I tre tirarono un sospiro di sollievo.- CARO, VIENI SU - urló la madre.
Le raggiunse.
-Mamma, papà, posso dormire da Lea stasera e per tutto il week end? Domani non c'è scuola perchè è festa e dobbiamo preparare una relazione per Lunedì.
- Sí dai - bofonchió il padre con la bocca piena - così noi stasera possimo andare al Thailandese! -
- E va bene, ma non ti dimenticare di prendere la pastiglietta dopo cena! - disse la madre porgendole un flacone.
- Lo faró! -La ragazza scese le scale a due a due.
Il gatto arrotolato sulla poltrona la guardò e sbadiglió. - Fai il bravo Tigre...- gli fece una carezza.
Afferró al volo lo zaino è uscí.Gli amici la stavano già aspettando nel furgone sul retro.
- Tipo strano tuo padre... - constató Leonard.
- Non me ne parlare, non so come abbia fatto a sposarlo mia madre... cosa mai ci avrá trovato in lui? bah...-
Detto questo, partirono.
STAI LEGGENDO
Fuoco Vivo
PrzygodoweAmicizia, lealtà, intrighi e passioni. Persi in un mondo senza tempo, dove la magia regna ancora sovrana.