Capitolo 2

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Leonard entró per la prima volta in casa di Lea ad Abel.
Spaziosa, accogliente, molto ordinata.
Qualcosa peró manca. Il colore forse... le pareti sono tutte bianche... niente quadri, se non astratti.
I mobili sono in legno, il pavimento in parquet. Oh, ecco, ho trovato! Non vedo foto... forse non gli piace immortalare tutto e tutti come mia madre... A casa mia ce ne sono ovunque: di ogni momento e per ogni cosa. Ho bauli pieni foto anche in soffitta. Magari posso prestargliene uno o due... cosí, per arredare la casa...
- LEONARD! HAI SENTITO QUELLO CHE HO DETTO?! -
Il ragazzo tornó con i piedi per terra.
- Emmh... Lea a dire il vero... no, puoi ripetere?-
- Ho detto che tu ed Abel dovete scegliere una stanza per montare l'attrezzatura. Stanotte faremo turni di quattro ore per controllare il video.
Non possiamo perdere l'occasione! -
- Sarà fatto! - disse mettendosi sull'attenti e facendo il saluto militare.
- Metre voi andate a sistemare noi ordiniamo la pizza. -
- Ottima idea -
- Sono d' accordo -
- Mi aggrego -
- Key, vieni con me. - disse poi Lea.

La sala era il luogo perfetto per organizzare il tutto: spaziosa, comoda, con un bel tavolo al centro e tante prese elettriche.
- Sai Leo, non ho ancora capito una cosa...-
- Cioè? - chiese accendendo il portatile.
- Che gusto ci provi ad essere lo zerbino di Lea? -
Leonard allontanó la sedia dal tavolo e si giró in modo da guardarlo dritto negli occhi.
- Abel, tre ore fa hai suonato al mio campanello.
Hai detto di essere fratello di Lea.
Ti ho prestato i miei vestiti, mi hai chiesto di fidarmi di te e di mentire per te.
Io l'ho fatto, ma tutto questo non ti autorizza a parlarmi cosí.
Io sono "amico" di tua sorella e tutto quello che posso fare per aiutarla lo faccio volentieri.
In questi mesi ho imparato a conoscerla e ti posso assicurare che preferisco mille volte essere "il suo zerbino" come dici tu, piuttosto che non stare al suo fianco.
- Bene. Sono felice di sentirti dire questo, mia sorella ha bisogno di un "amico" come te. Ora sono più tranquillo. -

- Non capisco perché tu te la debba prendere cosí tanto. È un bel ragazzo... intelligente... tu a lui piaci. Non ci trovo nulla di male! -
- Dacci un taglio Key! Finisci di apparecchiare mentre io vado a prendere i soldi. -
- Lea, secondo me stai esagerando a negare a te stessa che provi qualcosa per lui... lo sento! Si vede! -
- BASTA KEY! - il tono di Lea era diventato duro, ma il suo sguardo chiedeva pietá.
- Io non devo innamorarmi di Leonard! -
E sottovoce aggiunse - Non posso innamorarmi di lui. - rivolta piú a se stessa che all'amica.

- Sono arrivate le pizze! A tavola! -
- Arriviamo!- risposero all'unisono i due ragazzi.
- La telecamera funziona perfettamente - le aggiornó Leonard - li abbiamo appena visti uscire per andare al Thailandese. Dall' angolazione in cui abbiamo piazzato la telecamera si riesce a vedere anche la porta d'ingresso.
Possiamo mangiare tranquilli: visto l'entusiasmo del padre di Key, credo che non torneranno prima di un paio d'ore...-
- si sollevó una risata generale.
Si sedettero... Key e Lea da un lato lungo del tavolo e i ragazzi dall'altro.
La pizza sparí velocemente ma non bastó a sazialrli.

Gestirono i turni, il primo, spettava a Lea e Leonard.

Abel accompagnò Key al piano di sopra.
Entrarono nella prima stanza a sinistra.
- Lea mi ha detto di prendere un pigiama dal suo armadio. -
- Tranquilla fai pure, io non saprei dove mettere le mani -
La prima cosa che le capitó fu un completo verde chiaro a righe azzurrine con una scritta viola sopra "sleep".
- Sono sicura che se non avessi già gli incubi per conto mio questo me li farebbe venire... - il ragazzo fermo sulla porta rise.
Prese un'altro pigiama, un po più semplice.
- Abel mi faresti un favore? -
- Certamente, dimmi pure. -
- Mi andresti a prendere il flacone di pastiglie che è nel mio zaino? -
- Prendi delle pastiglie? -
- Sí, me le ha prescritte il dottor Bower... una ogni sera, dopo cena... per i miei mal di testa.

Ormai si era fatto buio.
La sala era illuminata solo da due lampade.
- Senti Lea, io fin ora vi ho dato una mano senza fare domande, peró non ci sto capendo nulla!-
-Lo so, hai ragione.
É un po' che ci sto pensando.
È giusto che tu sappia, ti racconteró tutto.
Cosí potrai fare la tua scelta.

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