Capitolo 47

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L'avevamo detto entrambi. Entrambi avevamo pronunciato quelle parole che non avevo avuto il coraggio di dire fino a cinque giorni prima. E tanto era passato da quando avevo visto Harry l'ultima volta. Quegli ultimi secondi erano rimasti incisi nella mia mente, che ripeteva ogni minimo dettaglio del momento in cui lui increspava le labbra per mormorare un muto “ti amo”.

Erano delle parole comunemente utilizzate, una frase commercializzata che sembrava quasi aver perso il suo reale valore al giorno d'oggi. Ma provenienti da Harry assumevano un nuovo significato. A parte la sua famiglia, dubito che avesse mai detto quelle parole a qualcun altro. Magari non aveva mai desiderato questo tipo di connessione con qualcuno, troppe emozioni, troppa intimità. Amare un altro essere umano.

Le parole di Harry mi avevano dato un nuovo tipo di forza che non credevo fossi in grado di ottenere. Quella forza che mi permise di sopprimere la paura pressante che sentii all'altezza del petto non appena dei passi si precipitarono alle mie spalle. Stavo tornando da casa di Zoe, la notte era scesa creando un buio inquietante. Le mie dita premettero il bottone per aprire la borsa e afferrarono la lattina lasciata sul fondo. Non sarei mai più stata vittima di alcun tipo di intimidazione.

“Vai via!” Gridai, barcollando mentre mi voltavo per trovarmi faccia a faccia con l'inseguitore.

La mia mano destra stringeva saldamente la lattina, il braccio era teso mentre puntavo la figura.

“Merda.”

Solo a quel punto riconobbi i suoi lineamenti leggermente spaventati. Harry fece un passo indietro e aspettò che abbassassi la mia arma di difesa. Il cuore batteva forte contro il mio petto, ma almeno ero sollevata di non dover affrontare uno sconosciuto.

“E' spray al peperoncino?” Disse stupito. Prese la piccola lattina, leggendo l'etichetta mentre io cercavo di calmare il mio respiro. “Dove diavolo l'hai presa?”

Me la porse nuovamente e io la riposi al sicuro nella mia borsa.

“Il padre di Lucy lavora nella polizia.” Spiegai. “Non saresti dovuto arrivarmi alle spalle.”

“Non farò mai più questo errore.” Scherzò.

Nonostante il suo tono giocoso, era ovvio che il mio gesto difensivo aveva sorpreso Harry. Tuttavia mentre i secondi passavano un pesante silenzio cadde tra noi. Quei pochi messaggi che ci eravamo scambiati sembravano un modo più facile di comunicare rispetto ad una telefonata, almeno non eravamo costretti a parlare.
Mentre ero ferma di fronte a lui non avevo la più pallida idea di cosa dire. L'ultima volta che avevamo parlato davvero ci eravamo confessati il nostro amore. Che si fa a quel punto?

Guardai Harry, il quale si mordicchiava il labbro inferiore in chiaro segno di nervosismo. Mi sentii leggermente sollevata nel sapere che eravamo sulla stessa barca.

“Dovremmo..” Fece segno di continuare la nostra passeggiata lungo la strada.

“Già.”

Mentre camminavamo osservai di nascosto la sua mano esitante, non sicura se provare a stringere la mia significasse superare la linea immaginaria disegnata tra noi. Non ero stata io a metterla, era solo una paura di Harry.

“L'hanno notato, Harry.” Dissi improvvisamente.

“Cosa?” Il suo tono nascondeva un accenno di confusione. “Chi ha notato cosa?”

“Le lotte, le risse nei pub.” Scossi leggermente la testa, continuando a camminare accanto a lui. “Stanno aumentando e la polizia l'ha notato. Senti, Harry, io voglio solo che tu stia più attento. Ti ho già detto in precedenza che non ti visiterò dietro le sbarre e rimango della stessa idea.”

“Va bene.” Rispose semplicemente.

“Solo questo?”

Mi sarei aspettata qualche protesta in più, quindi il silenzioso assenso di Harry mi fece fermare in mezzo al marciapiede. Si voltò verso di me, ancora leggermente titubante. La sua mano calda si spostò per raggiungere la mia, ma cadde quasi istantaneamente lungo il suo fianco.

“Non ho intenzione di perderti.” Harry fece una pausa. “Se questo significa che devo contenermi, allora sono disposto a provarci.”

Rimasi sbalordita dal suo ragionamento. La natura testarda di Harry era una delle sue caratteristiche più forti, dal momento che trovava difficile obbedire agli ordini dettati da qualcun altro. Era uno che non seguiva mai la massa.

“Grazie.”

Mostrò un sorriso timido che però scomparve quasi subito, rimpiazzato da uno divertito. Il suo lato giocoso era una parte di Harry che avevo amato fin da subito e avevo la sensazione di essere una delle poche ad avere il privilegio di vedere quel lato di sé che la maggior parte non conoscevano.

“Andiamo, la mostra di Sean comincia tra quaranta minuti e ancora devi cambiarti. So quanto voi donne ci mettete a prepararvi.”

“Così mi offendi.” Lo rimproverai scherzosamente.

La sua risata mi fece sorridere.

“Si, certo, andiamo.”

Anche dopo aver rotto il ghiaccio il contatto tra noi rimase praticamente minimo. Mentre camminavamo girai la testa per guardare Harry. Non mi ero soffermata sul suo aspetto fino a quel momento, il suo torace era coperto da una maglietta bianca visibile da sotto una giacca lasciata aperta. Indossava dei jeans neri, completando il tutto con un paio di scarpe che non gli avevo mai visto indossare fino ad allora.

“Mi piacciono i tuoi capelli.”

Quel disordine normalmente indisciplinato era stato spinto all'indietro dalla fronte, lo stile più liscio del solito mi suggerì che si era passato le dita tra i capelli più di una volta.

“Grazie.” Rise sommessamente.


***


Fummo accolti calorosamente alla porta da mia madre, la quale ci incoraggiò ad entrare velocemente e ci offrì del cibo prima di andare a lavoro.

“Incomincio a prepararmi.” Li informai.

Harry annuì mentre io cominciavo a salire le scale, non sicuro se lo avessi invitato a seguirmi oppure no. Tuttavia non ne ebbe la possibilità. M'incuriosii quando mia madre pronunciò silenziosamente il nome di Harry nel tentativo di attirare la sua attenzione, riuscendoci. Lui si fermò alla fine delle scale con lei mentre io mi sedevo di nascosto in cima.

“Avrai probabilmente notato, è difficile non farlo, che Bo ha praticamente ricevuto un pugno in pieno viso.” Trattenni il respiro mentre aspettavo che continuasse quella conversazione silenziosa. Non mi aspettavo che tirasse fuori questo argomento con Harry. “Mi ha detto che è andata a sbattere contro una porta, ma non sono sicura che sia andata davvero così. Non sto mettendo in dubbio il fatto che tu non la proteggi, Harry. Sono solo spaventata. Tu la vedi più di quanto faccia io, al momento; volevo solo chiederti se potessi tenerla d'occhio.”

Non mi ero accorta della preoccupazione di mia madre, essendo convinta che avesse creduto alla mia bugia.

“Certo che lo farò. Non si deve preoccupare. Bo è al sicuro con me.” Harry rispose.

“Grazie.”

Mi alzai dalla mia posizione, gridando in modo che mi sentissero da giù alle scale.

“Harry, puoi aiutarmi a scegliere un vestito?”


***


“Ti piace questo?”

La sua attenzione tornò su di me, mentre poggiava il suo cellulare al suo fianco sul piumone. L'avevo costretto a sopportare un paio di cambi di abbigliamento, concentrandomi ora sugli ultimi rimasti.

“Questo è carino.” Harry annuì osservando il tessuto verde.

“Hai detto la stessa cosa di tutti e quattro.” Sbuffai.

“E' perché sei incantevole in tutti.”

La sua risposta mi fece domandare se per caso sua madre e sua sorella lo avessero istruito per delle situazioni pericolose come questa, dove un paio di semplici parole avrebbero potuto costituire una ragione di vita o di morte per un uomo. O magari semplicemente una dormita sul divano. La mia espressione per niente convinta costrinse Harry a sedersi più avanti, osservando le alternative ancora una volta.

“Quello viola.”

Indicò il vestito appeso fuori dal guardaroba. I ragazzi erano così ovvi. Volevo che lui ne scegliesse uno, ma non proprio quello. A giudicare dalla sua espressione perplessa sapevo che avrebbe avuto bisogno di un aiuto. Sollevai un po' più in alto una gruccia, rivolgendogli un piccolo sorriso mentre la agitavo leggermente. Il tessuto svolazzò con quel movimento, la sua confusione divenne ovvia quando sollevò le sopracciglia.

“Um, quello blu scuro.”

Grazie al cielo.

“Si! E' quello che piace anche a me.”

Lui mi rivolse un ghigno, fiero della sua scelta guidata.

“Ottima scelta, Styles.”

Harry era andato in bagno mentre io finivo di truccarmi, sospirando profondamente e pettinandomi i capelli un'ultima volta. Poggiai la spazzola di lato quando la voce familiare di mia madre gridò il mio nome.

“Bo!”

I miei piedi nudi attraversarono il tappeto per raggiungere la porta della mia stanza, aprendola per trovare la preoccupazione nei suoi occhi disperati.

“Mamma, che è successo?”

“Dov'è Harry?” Guardò dietro di me.

“E' in bagno. Che succede?” Sbottai. “Mamma.” Dissi afferrando la sua mano.

“Credevo foste fuori.”

La sua affermazione mi confuse.

“No, è buio fuori e ci stiamo preparando per andare alla mostra d'arte.”

“Questo è quello che credevo.” Confermò a bassa voce a sè stessa. “Bo, credo ci sia qualcuno fuori. Ero in cucina... c'è un uomo nel giardino sul retro.”

Pensieri riguardanti Scott si insediarono nella mia mente instabile, quanto lui era furioso, il lavoro che doveva ancora completare. E se avesse scoperto dove vivevamo? Papà avrebbe saputo cosa fare; era sempre lui ad occuparsi di faccende del genere. Mia madre ed io eravamo inutili. Lei non sapeva nulla della situazione pericolosa in cui si era andata a cacciare la sua unica figlia. Non volevo che lei si preoccupasse, ma se Scott era qui la questione avrebbe riguardato entrambe.

Mentre pensavo alla mazza da baseball riposta nel fondo del mio guardaroba non mi accorsi nemmeno che Harry era riemerso dal bagno. Ero troppo presa da quella situazione.

“Va tutto bene?”

La sua voce ci fece sobbalzare entrambe, facendo deviare la mia attenzione su di lui.

“C'è qualcuno fuori nel nostro giardino.” Sbottai.

Il messaggio subliminale che gli volevo comunicare venne fuori ben chiaro e seppi che il suo primo pensiero era stato lo stesso mio. Scott. Occhi sempre più scuri si spostarono velocemente tra le due donne ferme di fronte a lui.

“Vado a controllare.”

Non ebbi tempo di reagire quando Harry mi sfiorò leggermente mentre mi superava e raggiungeva il pianerottolo, scendendo velocemente le scale costringendomi a correre per tenere il suo passo. Lo raggiunsi, afferrando la sua giacca.

“Harry.” Lo supplicai.

Lui si voltò, le nostre altezze almeno per una volta erano uguali quando mi fermai sull'ultimo paio di gradini. Sapeva che non volevo che andasse, uscendo dalla porta sul retro per venire risucchiato dal buio del giardino non illuminato.

“Stai con tua madre.”

La mia tensione era chiara, volevo disperatamente che non andasse. Tuttavia la determinazione nei suoi lineamenti si ammorbidì mentre sollevava la mano, spostando delle ciocche di capelli che mi oscuravano la visuale dietro il mio orecchio. Lo osservai attentamente prendere un respiro profondo mentre rompeva la barriera invisibile tra di noi.

“Sei davvero carina con questo vestito.”

La sua voce era bassa e tranquilla nel tentativo di distrarmi.

“Voglio che tu rimanga dentro con tua madre.”

Deglutii la mia preoccupazione mentre la sua figura appariva in cima alle scale. Il piccolo sorriso rassicurante di Harry raggiunse mia madre mentre guardava dietro di me.

“Fai attenzione.” La mia voce si spezzò.

“Lo farò.”

Ci sedemmo e aspettammo impazienti in fondo alle scale. Quelli che sembrarono momenti interminabili trascorsero con delle occhiate spaventate fuori dalla finestra della cucina in fondo al corridoio. Il fascio di luce emesso dalla torcia di Harry illuminò il giardino alla ricerca dell'intruso. La mano sudata di mia madre stringeva la mia mentre reciprocava il mio precedente gesto di conforto. Quando sentimmo un tonfo entrambe ci alzammo, sollevate dal vedere Harry chiudere a chiave la porta sul retro.

“Non c'è nessuno fuori.” Confermò.

“Grazie per aver controllato, Harry.”

Lui annuì a mia madre, mostrandole le sue labbra curvate con tanto di fossette. Eliminai velocemente la distanza tra noi, avvolgendo le braccia intorno al suo bacino e stringendolo. Non fu per lui una reazione immediata circondarmi con un braccio, visto che evidentemente non si aspettava quel mio gesto improvviso.

“Bo, va tutto bene.”

Ricambiò il mio abbraccio mentre io inalavo il suo profumo forte, affondando la testa nel suo petto. La sua grande mano destra accarezzò la mia schiena mentre si chinava per baciarmi la testa. Le mie guance erano rosee quando mi allontanai, sapendo che mia madre ci stava osservando con aria sognante.

“Beh, voi due siete la coppia più carina.... oh cavolo, farò tardi a lavoro.”

Non riuscii a non ridere quando cambiò improvvisamente espressione. Le sue mani frenetiche afferrarono la borsa per il turno all'ospedale prima che corresse per superarci entrambi.

“Sono felice di sapere che sia tutto apposto, divertitevi alla mostra d'arte.” Disse velocemente, osservando la cucina per assicurarsi di non essersi dimenticata nulla. “E um, ricordati quello di cui abbiamo parlato.” La sua attenzione era ora rivolta ad Harry.

“Ho tutto sotto controllo.” La rassicurò.

“Oh e potete stare insieme stasera? Sei più che benvenuto a dormire qui, Harry. Ok, perfetto. Me ne vado.”

Non avevo mai visto mia madre muoversi così velocemente, praticamente correndo verso la porta d'ingresso per arrivare in tempo al suo turno di notte.

“Tua madre è divertente.” Harry rise.

Il suo tono perse il divertimento qualche secondo dopo, afferrò le mie braccia e connesse i nostri sguardi del colore dell'oceano.

“Non devi preoccuparti più; mi prenderò io cura di entrambe. Risolverò tutto questo, Bo.”

La sua affermazione era decisa, qualcosa nel modo in cui pronunciò la sua promessa mi portò a credere che sentiva ogni parola di ciò che aveva detto. Mi riscaldò il cuore sapere che era disposto a prendersi cura sia di me che di mia madre. Eravamo state senza mio padre per molto tempo, era bello sapere che c'era qualcuno a prendersi cura di noi.

“L'hai promesso.” Gli ricordai della conversazione che avevamo avuto fuori, dell'accordo secondo cui lui avrebbe limitato il suo comportamento violento.

“Non l'ho dimenticato.” Disse a bassa voce. “Ma ora dobbiamo andare.” M'informò guardando in basso verso il suo orologio.


***


Parcheggiammo sul marciapiede dello studio d'arte, trovando la gente che girovagava all'esterno assorbire il fumo delle persone con le sigarette accese mentre conversava. Il motore fu spento, io ed Harry ci slacciammo le cinture di sicurezza. Lo osservai saltare giù dal suo lato, poggiando poi le dita sulla maniglia per testarla. Con mia grande sorpresa, la portiera si aprì. Ero leggermente confusa mentre Harry mi aiutava a scendere, facendo poggiare i miei piedi sul pavimento. Lui non disse nulla riguardo il fatto che la chiusura di sicurezza normalmente attivata era stata tolta mentre premeva il pulsante sulle chiavi, riponendole poi nella tasca dei suoi jeans.

“Pronta?” Mi chiese.

Annuii, afferrando il suo braccio mentre ci guidava attraverso il piccolo gruppo di persone fuori la strada e al di là della porta di vetro dell'edificio. Qui c'erano un paio di volti che riconobbi; fui però grata del fatto che Harry mi presentò di nuovo, visto che mi sfuggivano i loro nomi. Mi divertiva il fatto che Harry evitava di proposito alcune persone che sapevo che lui considerava, riportando le sue parole, "degli arroganti tipi d'arte". In ogni caso, quella descrizione non aveva nulla a che fare con Sean, il quale ci accolse con grande entusiasmo.

“Vi piace?”

“Cosa?” Sorrisi.

“Guarda a terra.”

Seguimmo le sue istruzioni, abbassando le testa per rimanere a bocca aperta notando i colori sparsi sul pavimento. La nostra tela era stata sistemata sotto un'enorme lastra di vetro, permettendo agli ospiti di tracciare le orme con i loro piedi.

“Wow.”

“Già, è questa la reazione di tutti.” Sorrise. “Sono così contento di come è venuto, grazie a tutti e due per averlo fatto per me.”

“Nessun problema.” Harry gli diede una pacca sulla schiena.

Quando le persone si spostarono una parte più grande dell'opera fu scoperta, rivelando le orme che creavano delle scie, alcune più sbavate di altre. La differenza tra le nostre orme era evidente, sia per i diversi colori che per le diverse grandezze. Guardai più da vicino per scoprire le fotografie che avevamo scattato a caso decorare l'opera. Non avrei mai immaginato che sarebbe venuto così bene mettendo tutto insieme, il tocco finale di Sean aveva creato qualcosa di meraviglioso.

Fu quando Harry si spostò che capii cosa aveva fissato con confusione. All'istante sentii eccessivamente caldo, le mie guance si colorarono di una sfumatura rosea. Non si poteva non notare la sagoma di Harry disteso, nonostante la pittura creasse un'immagine distorta della sua figura sul bianco. Pregai solo che nessuno avesse notato le macchie viola delle mie ginocchia ad entrambi i lati della sua gamba. Le sagome erano la conferma evidente di quale attività avevamo svolto nello studio d'arte.

Harry si schiarì improvvisamente la gola, cercando di non sembrare così colpevole come io mi sentivo.

“Io uhm, ci sono alcune persone con cui voglio parlare.”

“Ok.”

Lo guardai mentre trovava la scusa per scappare, la sua altezza gli rese impossibile nascondersi tra i raggruppamenti di persone.

“Bo, non avevo altro spazio per mettere queste.” Sean sorrise, porgendomi alcune foto. “Credevo ti sarebbero piaciute.”

Accettai le foto con gratitudine.

“Grazie.”

“Sean!”

La sua testa si voltò nella direzione da cui qualcuno lo aveva appena chiamato.

“Oh, scusa Bo. Ci vediamo dopo.”

Quando rimasi da sola riordinai alcune delle immagini, sorridendo alle facce buffe di Harry e alle orecchie da coniglio di cui avevo fatto di nascosto il gesto dietro la sua testa. Una delle foto mostrava le nostre facce ricoperte di pittura mentre io sorridevo all'obiettivo. Gli occhi di Harry erano chiusi, delle lunghe ciglia si aprivano a ventaglio mentre premeva le labbra sulla mia guancia sinistra. Sorrisi ricordando le strisce nere con cui gli avevo marchiato la pelle. I suoi capelli ricci erano un disordine indisciplinato.

La foto successiva mi tolse il respiro. Ovviamente Harry era bellissimo, gli occhi gli brillavano e le fossette erano visibili. Le sue labbra rosee erano aperte in un grande sorriso, la testa era girata rispetto all'obiettivo. Se osservavo con attenzione, non c'era alcun dubbio che la ragazza nella foto fosse completamente colpita. Non mi ero preparata al flash. La macchina fotografica aveva catturato un momento che credevo solo possibile in quelle vecchie foto in bianco e nero; quelle delle coppie che si riuniscono dopo essere stati lontani per tanto tempo.

“E' adorabile, non è vero?” Mi chiese la voce di una donna.

Riposi velocemente le foto nella borsa, impreparata ad avere compagnia. Dopo aver messo tutto a posto, mi voltai per trovare una signora piuttosto larga in piedi al mio fianco. I suoi capelli corti con degli accenni di grigio erano alzati a spillo sulla sua testa. Il vestito che indossava era lungo quasi fino al pavimento, dei vortici artistici creavano delle forme sull'indumento. Mi distrassi con il dondolare dei suoi orecchini appariscenti mentre lei aspettava che rispondessi.

“Oh si, credo sia fantastico.”

“Sean ha un talento unico.”

Annuii mentre entrambe continuavamo ad osservare i lavori artistici appesi alle pareti. In ogni caso, il momento di quiete della nostra conversazione non durò molto quando sentii la donna emettere un suono di disgusto. Seguii curiosa la linea del suo sguardo, sorpresa quando mi fermai su Harry. Stava camminando lungo la galleria verso il muro più lontano.

“Quello lì, invece; un ragazzo come quello non sarà mai buono a nulla.” Quasi sputò. “Ho sentito che è stato coinvolto in un inimmaginabile numero di risse. Dovrebbero solo rinchiuderlo, togliere a tutti noi il problema.”

Il modo in cui parlò fece nascere l'irritazione dentro di me. Lei non sapeva niente.

“Non è una cosa bella da parte sua giudicarlo se non lo conosce.” Risposi piuttosto tagliente.

Le linee curve delle sue sopracciglia si sollevarono con il mio disaccordo, ovviamente si aspettava che avrei annuito appoggiando la sua opinione.

“Beh, è sicuramente qualcuno che non vorrei che mia figlia frequentasse.” Disse fiera.

Ne avevo avuto abbastanza della conversazione e del suo stupido vestito senza senso.

“Bene, perché è il mio ragazzo.”

Le sue labbra rosse si dischiusero alla mia affermazione, gli orecchini continuarono a dondolare stupidamente. Cominciai ad allontanarmi, fermandomi qualche secondo dopo aver messo insieme i miei pensieri.

“Oh, ed è un'ottima scopata.”

“Come ti permetti!” Alzò la voce.

“Levati dalle palle.”

Me ne andai allegramente, vagando tra la folla alla ricerca di Harry che avevo perso di vista. Riconobbi l'ammasso dei suoi capelli ricci all'istante, la sua postura era dritta mentre esaminava in silenzio un dipinto. La giacca che indossava teneva rinchiuse le sue spalle grandi. Tutto ciò che volevo era giocare con le piccole ciocche di capelli alla base del suo collo.

Mi fermai al suo fianco, facendo sfiorare leggermente le nostre braccia.

“Dove sei stata?” Chiese Harry.

“Stavo difendendo il tuo onore.”

“Davvero?”

“Già.”

“Oh, beh grazie.” Rispose ironico.

Il chiacchiericcio delle persone era un grande contrasto il confronto al nostro silenzio mentre osservavamo le tele sul muro. Macchie di sfumature scure erano sparse sul dipinto, creando qualcosa che io avrei definito disordine piuttosto che arte. Ma ripeto, non avevo per niente la vena artistica.

“Non ho idea di cosa stiamo guardando.” Ammisi ad alta voce.

“Nemmeno io.” Harry rise. “Credo che dovrebbe rappresentare l'anima o qualcosa del genere. Non ho la più pallida idea di cosa riguardano la metà delle cose qui dentro.”

“Allora siamo in due.”

Mi resi conto che quello era un buon momento, visto che lo stavo facendo parlare.

“Mi hai lasciata uscire da sola dalla macchina.” Scherzai, dandogli una leggera gomitata nel braccio.

“Sto cercando di cambiare.” Harry fece una pausa, guardando verso di me.

I suoi occhi davano un senso di vulnerabilità, li spostò velocemente sul prossimo dipinto.

“L'ho notato.”

“Non voglio opprimerti, cioè... non voglio che tu abbia paura di me.” Fece una smorfia. “Ho pensato a te e me negli ultimi giorni. Ciò che c'è tra noi, non voglio che finisca.”

“Nemmeno io.” Ammisi a bassa voce. “Ma non cambiare troppo, va bene? Mi piace questa cosa del "ragazzo cattivo".” Scherzai timidamente.

La sua risata portò un sorriso sul mio volto, e non riuscii a non imitarlo. Era uno dei miei suoni preferiti.

“Ti amo.” Disse Harry a bassa voce, colpendo giocosamente il mio fianco con il suo.

Il rossore sulle sue guance era qualcosa di raro da vedere. Ma prima che potessi ribadire anche i miei sentimenti, il tono stridulo della donna di poco prima catturò la mia attenzione.

“E' lei.” Lei puntò un dito verso di me, avvertendo la sicurezza della mia presenza.

Afferrai la mano di Harry, aprendomi a gomitate la strada attraverso la folla per trovare un posto al riparo su una panchina. Lui si piazzò alla mia destra, le nostre cosce si sfioravano mentre mi aggiustavo il vestito.

“Perché ci stiamo nascondendo?” Harry rise.

Afferrai la sua spalla e mi chinai sul suo orecchio per far sì che capisse con chiarezza quelle parole rivolte solo ed esclusivamente a lui.

“Anche io ti amo.” Sussurrai.

Il mio incontrollabile sorriso premette sul suo in un bacio, le mie dita si persero tra i suoi capelli mentre le sue affondavano nel mio bacino. Le numerose persone che camminavano senza fretta non notarono la calorosa sessione di sbaciucchiamento, tranne una.

“E' lei, lei è stata scortese con me!”

Harry si allontanò, il divertimento scintillava nei suoi occhi mentre spostava lo sguardo da me alla donna grassoccia.

“Cosa le hai detto? E' di questo che parlavi quando hai detto che stavi difendendo il mio onore?” Mi chiese.

Arricciai il naso, ridendo mentre annuivo.

“Io sbatterei tutti e due fuori!” La donna continuò ad assillare l'annoiata guardia di sicurezza.

La ignorai mentre poggiavo la mano sulla coscia di Harry prima di stringerla delicatamente. Sapevo che anche lui sentiva le scintille, quella sensazione frizzante scuotere entrambi i nostri corpi.

“Portami nel tuo appartamento.” Ordinai senza fiato.

“Con piacere.”

La donna inciampò, afferrando il braccio dell'uomo tozzo per recuperare l'equilibrio quando Harry si alzò di scatto. Prese in modo possessivo la mia mano, guidandomi con sè. Lei sembrò spaventata quando la sua altezza incombé su di lei, l'altezza di Harry la fece sembrare ancora più piccola.

“Mi scusi.” Disse Harry in tono rude.

La donna fece un passo esitante alla sua destra, lasciando libera la strada affinché Harry potesse proseguire.

“Ci vediamo, Ian.” Disse con disinvoltura Harry alle sue spalle.

“Va bene, Haz.” Rispose la guardia di sicurezza.

Ma conosceva tutti? Riflettei su quel pensiero mentre salutavo velocemente Sean, accerchiato da un gruppo di artisti. Ci ritrovammo presto nell'aria notturna, il mio corpo si girò verso quello di Harry quando si voltò per guardarmi.

“Non vedo l'ora di toglierti questo vestito di dosso.” Ringhiò.

Gridai per lo stupore quando fui sollevata verso il calore familiare del suo petto; Harry cominciò a camminare verso la sua macchina con me tra le sue braccia. 

Dark (storia di H28, traduzione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora