Osservava l'ambiente circostante, la natura verde respirava insieme a lei. Ogni cosa attorno era viva: il sole, gli alberi, gli animali, la foresta. Respirava quell'aria di pulito mentre i suoi sensi si godevano il panorama. Si sentiva rilassata quando era lontana dal suo paese proprio come se quel luogo la immergesse dentro ad una bolla distante da ogni problema e da ogni pensiero.
Mentre contemplava la vita posava il suo sguardo da un albero all'altro. Li ascoltava con la mente uno per uno fin quando non venne attratta da uno di essi. Sembrava diverso da tutti gli altri, era più grande e più verde, o almeno così le pareva dato che la distanza distorceva la realtà.
Ogni qualvolta che i suoi occhi si poggiavano su di esso il cuore le iniziava a palpitare forte e qualcosa dentro di sé la chiamava e la implorava di avvicinarsi a quel arbusto.
Con passo incerto si diresse verso quel percorso indicatogli dal suo cuore. Più avanzava verso l'albero e più un inquieta e forte attrazione cresceva dentro di lei. Cosa le stava capitando?
Dopo diversi passi Grace si trovava finalmente a pochi centimetri dalla sua meta e quando i suoi occhi incrociarono la folta chioma rimase senza fiato, era impossibile che un albero di limone potesse avere delle dimensioni talmente ampie.
Azzardò con scetticismo un passo in più ma le smisurate radici che si affacciavano fuori dal terreno la fecero inciampare.
«Cosa sei tu?» sussurrò con il corpo sdraiato per terra ai piedi di quel maestoso albero. Perse i sensi per pochi secondi a causa della caduta e poi tornò di colpo alla realtà. La testa le pulsava per la botta presa, il cuore le palpitava per la troppa vicinanza a quello strano albero. Per pochi secondi la vista le si annebbiò, ma poi tornò lucida.
Il suo corpo iniziò a tremare ma non aveva paura, non capiva nemmeno lei cosa le stava succedendo. Più cercava di andarsene e meno riusciva a farlo. Non voleva. Qualcosa la tratteneva contro la sua volontà. All'improvviso si calmò cercando di contenere le sue inspiegabili emozioni e finalmente riuscii a riprendere il controllo di se stessa.
Aveva sempre creduto di essere diversa. Nessuno glielo aveva mai fatto pesare, lei lo sapeva e basta. Grace viveva meglio in mezzo alla natura, parlava ad essa, al cielo, alla terra e all'acqua.
La natura le dava quella pace interiore che non aveva mai trovato da nessun'altra parte. Spesso coltivava dei piccoli fiori e iniziava a parlarci proprio come faceva spesso anche suo padre. Dentro di sé riusciva a comunicare con lei e ad a ottenere le risposte di cui aveva bisogno. La rispettava e ne veniva ben ripagata.Per lei i fiori erano una delle cose benigne della vita. Non erano malvagi ma facevano parte delle cose belle e buone del mondo. Grace si sentiva un complemento di loro, erano quasi un tutt'uno e stava bene. Non aveva mai capito com'era possibile una situazione del genere ma aveva accettato il suo essere.
Eppure mai nessuna pianta l'aveva mai fatta sentire come in quel momento. Quell'albero di limoni stava cercando di dirle qualcosa e doveva sbrigarsi a capire che cosa.
«Non è che...?» all'improvviso le sue pupille si dilatarono, un pensiero le sfiorò la mente «papà», sussurrò. Quando finalmente comprese il tutto l'albero lasciò la presa su di lei. In quel momento nulla la tratteneva più in quel luogo. Le palpitazioni cessarono e i suoi sensi tornarono quelli di prima.
Non avrebbe mai dimenticato ciò che successe dieci anni prima a Gustav. Allora era una bambina, ma il suo proposito non era cambiato. Aspettava il segnale e forse era arrivato. Quell'esperienza terrificante l'aveva aiutata a crescere più velocemente rispetto ai ragazzini della sua età. La morte di Gustav le aveva cambiato la vita.
Aveva finalmente capito. Si alzò ricomponendosi e stirò con le mani la gonna del suo sudicio vestito completamente marrone. Si dispose di fronte alla grande corteccia e chiuse gli occhi inspirando, poi espirando, e così via per alcuni minuti. Sempre con gli occhi chiusi si mise ad inalare l'aria aspra che sapeva di agrumi. Allungò con movimenti aggraziati la sua gracile mano sfiorando quel duro legno e dei brividi si espansero dalle punte delle sue dita fino a tutto il resto del corpo. Si sentiva bene come se proprio quell'albero fosse la metà mancante del suo puzzle.
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[In sospeso] Grace, il risveglio dei poteri
Fantasía26/10/2016 #314 in fantasia [In revisione] Grace era nata e cresciuta a New God, un piccolo paese di montagna dove a capo vi era Noah, un tiranno dal volto sconosciuto che si spacciava per il supremo del luogo. Tramite i suoi uomini professava la s...