L'attacco di Froggy

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«Pensavo fossi più brava al timone», Logan era sdraiato sul castello di prua, che chiamava felicemente: angolo relax.

«Beh, se sei più bravo di me arrangiati da solo.»

Logan sollevò con l'indice il suo borsalino e sorridendo di traverso osservava Grace alle prese con il timone. Spesso le sfuggiva di mano, era molto rigido e pesante da manovrare ma non voleva darsi per vinta.

All'improvviso Logan le si accostò a fianco, «faccio io, spiega le vele.»

Grace rimase titubante a quel comando ma poi si ricordò che il suo amico non era altro che il suo capitano perciò, senza fare troppe storie, si diresse verso quegli enormi nodi legati alla perfezione e con un semplice movimento delle dita li sciolse. Le vele si fiondarono verso il basso come delle grandissime lenzuola candide. «Ma non c'è vento!» urlò Grace distante.

Logan sorrise senza darle una risposta e manovrando il timone a dritta fece gonfiare le vele. Grace rimase incantata da quello che stava vivendo. Salì sull'albero maestro posizionandosi nella coffa. Attorno a loro c'era solamente l'immenso mare blu che brillava sotto a quel sole non troppo cocente. Alle loro spalle non c'era più l'ombra di Goblins town ed in quel momento il cuore le si fermò per qualche secondo.

La vita che aveva scelto non era semplice, oltre alle infinite lotte doveva lasciarsi dietro tante persone a cui si affezionava. Ma aveva uno scopo ben preciso e nessuno l'avrebbe fermata, nemmeno i sentimenti.

Logan tornò a rilassarsi, il vento era favorevole e, osservando il cielo sereno, per un po' avrebbero avuto una navigazione tranquilla.

«Sto andando in cucina a prepararmi una spremuta, vuoi qualcosa?»

«Ne prendo una anche io, grazie.»

Grace si allontanò e Logan rimase da solo immerso nei suoi pensieri. In quel momento aveva dei brividi su tutto il corpo. Il suo sogno stava prendendo vita, aveva persino creduto, ad un certo punto, che non sarebbe mai partito. Si sentiva bene, rilassato ed in pace con il mondo.

Grace gli porse il bicchiere sdraiandosi poi al suo fianco. «Qualcuno dovrebbe fare da sentinella, mia cara Grace.»

«E fammi rilassare un po'!»

Osservavano l'azzurro cielo sopra alle loro teste. A tratti dei gabbiani tagliavano la loro visuale. Alcuni volavano bassi, così da poter catturare qualche pesce e cibarsene.

L'aria profumava di salsedine, il venticello leggero soffiava massaggiando la pelle delicata di Grace e si muoveva tra le bruciature del volto di Logan.

«Sai qualcosa su mio padre?» Interruppe il silenzio improvvisamente Grace mettendosi a sedere.

Logan la seguii, non sapeva cosa dirle, «non molto, a dire il vero.»

«Beh, è sempre più di quello che so io. Ti andrebbe di parlarmene?»

«Vedi... lo conosco grazie ai racconti di Gustav. Non ho mai avuto il piacere di parlare più di tanto con lui...»

Grace continuava a guardarlo negli occhi con fare curioso, a volte il suo sguardo ricadeva nel lato del viso sfregiato dell'amico e si sentiva il cuore piccolo. Non disse nulla, lo lasciò ricordare.

Gli occhi di Logan si persero nel nulla, erano vuoti e carichi di pensieri, di ricordi.

«Comincerò da principio: io provengo da un luogo chiamato Red Margot. Il nome apparteneva alla regina del paese, una donna grandiosa, forte e altruista...» lanciò un'occhiata a Grace e notò che tutta la sua attenzione era rivolta a lui, «...Margot non si comportava come una regina, lei faceva parte del popolo. Aiutava le famiglie senza denaro e sosteneva gli uomini che avevano deciso di coltivare i campi a causa delle precedenti crisi. Era sempre presente per chiunque ed il popolo l'amava come non mai.»

[In sospeso] Grace, il risveglio dei poteriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora