Capitolo 11

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Due minuti dopo qualcuno aprì la porta.

Era Jace!

Dio solo sa quanto amavo quel ragazzo

Prese per il colletto della felpa quel suo amico, credo si chiami Andrew e iniziò a tirargli pugni in faccia, poi nello stomaco.
Erano fortissimi.
Quando ebbe finito di picchiarlo Andrew uscì dalla stanza piagnucolando come un bambino piccola.
Subito dopo Jace si avviò alla porta e la chiuse a chiave, avevo paura a stare con lui in una stanza chiusa ma era sempre meglio di stare con Andrew.
Si avvicinò al letto e mi coprì con un coperta dato che ero solo in reggiseno, le mutandine me le aveva tolte Andrew.
Si sdraiò accanto a me e mi abbracciò, mi sentivo così bene tra le sue braccia, erano calde e morbide, perfetto per un abbraccio.
Dopo poco si avvicinò alle mie labbra, ancora rosse perché quel cretino di Andrew mi aveva baciata, si avvicinò e prese un panno bagnato e lo passò sopra di esse, rabbrividii a quella sensazione.
Aspetto qualche minuto e poi appoggio le sue labbra alle mie e mi diede un leggere bacio a stampo, leggero dolce m pieno di amore, poi sussurrò al mio orecchio:
"Piccola, non sai quanto mi dispiace per quello che è accaduto prima, c'è un modo per quale posso farmi perdonare? Però ti prego non dirmi di lasciarti andare, mi mancheresti troppo piccola"
Dopo queste parole Jace mi abbracciò forte e iniziò a singhiozzare, non l'avevo mai visto piangere, era bellissimo.
Dopo poco gli risposi:
"Vuoi veramente farti perdonare?"
"Si piccola, ti prego dammi questa possibilità"
"Saresti disposto a tutto?"
"Per te tutto piccola Alexa"
Con un fil di voce riuscii a sussurrare un "Baciami...ti prego e fallo durare infinito..." mi vergognai tantissimo di quello che avevo appena detto però ne avevo bisogno, avevo bisogno di lui in un modo indescrivile.
Fece una faccia desiderosa e subito dopo disse:
"Non aspettavo altro piccola mia"
Senza esitare appena finì di pronunciare quelle bellissime parole che nessuno mi aveva mai pronunciate mi slegò e mi prese in braccio, mi spinse contro la porta che era fredda ma comunque bellissima se era lui a spingerti e iniziò a baciarmi, prima solo baci a stampo, ma poi inostri baci divennero quasi bisognosi, ne avevamo bisogno tutti e due.
Le nostre lingue si muovevano in una perfetta danza che solamente io e Jace conoscevamo.
Era un momento perfetto.
Jace mi mise una mano sulla mia intimità e subito mi bagnai:
"Piccola, sei così bagnata" pronunciò con il fiatone Jace
Arrossii subito.
"Piccola, hai mai provato a godere"
"No..." risposi con un filo di voce mentre lui mi baciava il collo e io mi bagnavo sempre di più.
"Ti fidi di me piccola? Non ti farò male promesso, e se non vorrai perdere la verginità non la perderai te lo giuro"
"Si mi fido di te Jace"
Non ebbi neppure il tempo di pronunciare quelle parole che Jace mi baciò sempre con più voglia e con la mano libera iniziò a farmi dei piccoli cerchi sulle mie mutande.
Mi buttò sul letto e mi baciò, poi scese sulla pancia e infine molto delicatamente mi sfilò le mie mutandine, gemette alla vista.
"Oh piccola, sei così bagnata e perfetta"
Iniziò a leccarmi la mia parte più sensibile e provai subito una strana sensazione di calore al basso ventre e come d'istinto inarcai la schiena per permettergli di entrare più in profondità.
Subito gemetti al contatto con al sua lingua che mi aveva praticamente penetrato, poi dopo che nuovamente avevo inarcato la schiena sghignazzò:
"J..Jace..." emisi tutto d'un fiato
Ma lui subito tolse la sua perfetta lingua che mi stava facendo godere in un modo assurdo e mi disse "Dimmi cosa vuoi che ti faccia piccola, su dimmelo"
"J...Jace ti prego"
"No piccola, voglio sentirlo dire dalle tue labbra"
"Continua cazzo, più veloce!"
"Certo piccola"
È subito ritorno a farmi godere come una pazza.
Si accorse che stavo per venire e per non farmi urlare dal piacere, soffocò il mio godimento con un bacio perfetto.
Non avevo mai provato a farmi un ditalino o a masturbarmi perché non ne sentivo il bisogno, ma quando me lo ha fatto lui è stato bellissimo.
Ero rossa come un peperone e abbracciata a lui, nuda con solo il reggiseno appiccicata a lui. Sentivo la sua erezione è una protuberanza molto evidente sul cavallo dei pantaloni.
Volevo ringraziarlo in qualche modo ma non sapevo come e non avevo nessuna intenzione per ora almeno di fargli un pompino perché mi vergognavo troppo.
"Tranquilla piccola, lo so che stai pensando a come ringraziarmi ma lo farai a tempo debito, non avere fretta amore"
Diventai paonazza, era sempre così diretto?
Con me si

"Piccola, lo so che ti sto chiedendo troppo ma ci provo comunque, potresti rimanere ancora un po' qui, tua madre è via per due settimane"
"Tu questo come fai a saperlo scusa?"
"Il tuo telefono ha suonato e non ho resistito a leggere il messaggio da parte di tua madre, scusa piccola"
"Non fa niente, la prossima volta dimmelo però..."
"Certo piccola, allora ti fermi? Tanto scuola non c'è siamo a natale"
"Ehm..." -esitai un attimo- "va bene..."

Ciao a tutte,
Spero vi piaccia
With love

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