La strada verso casa è lunga e faticosa. Il vestito a fiori di Grace si è strappato in diversi punti, ma lei continua a camminare imperterrita, senza lamentarsi, nonostante abbia il fiatone.
«Vuoi che ci fermiamo?»
«Non preoccuparti per me. Corro ogni giorno per un’ora.» risponde ostinata, ma non protesta quando propongo di fermarci per mangiare i panini che abbiamo rubato da casa questa mattina.
Accendo un fuoco, meglio accamparsi qui e riprendere a camminare con la luce del sole. Il bosco di notte può essere pericoloso, con tutte le trappole che abbiamo disseminato per i soldati.
Lei si sdraia accanto al fuoco, «Non ci sono così tante stelle a Willow Bay.»
«Sì che ci sono... Ma non si vedono così bene.»
Mi domando se siano le stesse che guardavano i Primi Uomini, in un tempo in cui non esistevano cloni, scienziati e ribelli.
Non c’erano nemmeno guerre, criminalità o disoccupazione, mi fa eco la voce di Lucy.
«Davvero eravate amici... tu e la dottoressa Erin?» la voce di Grace rompe il silenzio.
«Ci siamo conosciuti a scuola, mi aiutava in matematica. Lucy risolveva equazioni differenziali, io sapevo a malapena le tabelline. Le piaceva passare il tempo tra formule matematiche e fisiche o a sbucciarsi le ginocchia con noi ragazzi. Era molto diversa dalla persona che hai conosciuto.» ricordo.
«Sì, non sembra il tipo a cui piace sbucciarsi le ginocchia.» Grace sorride.
«Tu pensi mai al passato?»
«No.»
«Mai?»
Fa spallucce, «Così come non penso al futuro. L'unica cosa di cui ci curiamo a Willow Bay è il presente.»
«Presto molte cose cambieranno. Avrai un appartamento tuo, magari anche una famiglia.»
«Cos’è una famiglia?»
«Due persone che decidono di stare insieme per sempre e avere dei bambini.» spiego.
Grace sgrana gli occhi, «Potete avere figli?»
«È raro... ma è successo.» decido di non dirle di come rapiamo i bambini dai cloni per poi crescerli come se fossero nostri, forse l’ha capito dalla conversazione che ho avuto con Lucy, ma cambia argomento: «Le relazioni monogame sono proibite.»
«Non da noi.»
«E come fai a capire di volere stare con una sola persona per sempre?»
«Quando incontri qualcuno... e, anche se lo conosci appena e sai così poco su questa persona, ti sembra di conoscerla da sempre.» rispondo, ma Grace si è già addormentata.
Un rumore di rami spezzati mi sveglia. Scatto in piedi, ormai è mattina, «Grace, svegliati!»
Lei si gira, «Rob, sono tanto stanca.»
È calda, sembra che abbia la febbre.
«Grace, dobbiamo andare.»
«Ethan!» mi sento chiamare, mi volto e vedo Paul con sua figlia Alex.
«Cos’è successo?» mi domanda Paul, «A quest’ora saresti già dovuto essere a Southfield.»
«Se fosse dipeso da me, sarei già lì da un paio di ore, ma non sono solo.»
Un sorriso illumina il volto di Alex, «Lucy!»
«Cos’hai fatto?» Paul è contrariato quando vede Grace, «Chi è?»
«Si chiama Grace, viveva con Rob.» spiego, «I farmaci che prendeva non sortivano più l’effetto sperato dagli scienziati. Ha capito subito che non ero Rob e, invece di denunciarmi, mi ha chiesto di portarla via da lì.»
«Eravamo d’accordo che portassi indietro Lucy perché, con il suo quoziente intellettivo, sarebbe stata utile per la Grande Rivolta.» Paul lancia un’occhiata sprezzante a Grace, «Questa ragazza sarà solo un intralcio.»
«Non avevo molta scelta. L’avrebbero ricoverata in Ospedale. Avrei dovuto lasciarla lì?»
Solo qualcuno forte come Tom potrebbe sopravvivere lì dentro, ma a che prezzo?
Alex si china e le accarezza la fronte, «Sta male. Sembra che abbia la febbre.»
«Non capisco. Ieri stava bene. Era solo un po’ affaticata.»
«Nessuno rapisce cloni adulti.» Paul parla sottovoce, «Non ti sei mai chiesto perché?»
«Non me lo sono mai chiesto perché li ho sempre visti come dei nemici, delle macchine senz’anima, ma...»
«Possibile che non ci arrivi?» Paul alza la voce, «Non possono sopravvivere qui.»
Tutto nella mia mente si fa improvvisamente più chiaro, «Quand’ero piccolo... molti miei coetanei stavano male... Per questo si ammalano? Perché li avevate portati fuori dal loro ambiente?»
Interpreto il suo silenzio come una risposta affermativa.
«Bastardi!» vorrei prenderlo a pugni, ma non riesco a muovermi, «Mio fratello. Noah aveva solo sei anni.»
«Non si tratta di tuo fratello o di te o di me... Ma di qualcosa di più grande. Avevamo bisogno di bambini per non estinguerci.»
«Dei bambini che sarebbero diventati reclute per la Grande Rivolta.» capisco io.
«Dobbiamo essere disposti a fare dei sacrifici.» non c’è un briciolo di pentimento nella voce di Paul.
Sacrifici?
Tutti quei bambini innocenti.
Mio fratello.
E ora Grace.