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Zia leyla apre la porta e quando mi vede ha una Espressione sorpresa ma che subito si addolcisce in un gran sorriso. "Entra tesoro, accomodati" sapeva bene cosa mi era successo ma decise di non chiedermi niente, lo apprezzai. entrare in quella enorme casa ti portava in un altro mondo. Parquet antico, lampadario cinquecentesco, cristalliera kilometrica. Mi fa sedere sul divano difronte al camino. Un camino bellissimo, con le rifiniture in marmo verde e venature colorate. "Cosa posso offrirti? Un bicchiere di Coca-Cola? Dei biscotti? Un po' di te?"
La interruppi prima che potesse elencare tutto l'inimmaginabile che possedeva in quella casa. "Zia Leyla scusami ma Connor è in casa?" Lei mi guardo e per un attimo fu sorpresa, tutti sapevano che io e mio cugino ci sopportavamo davvero molto poco.
"È di là in camera!" E fa cenno con la testa verso il corridoio "c'è qualcosa che non va cara?" Sospiro e decido che non voglio farla partecipe della mia vita personale. "No zia" le dedico un gran sorriso per rincuorarla "va tutto bene, devo chiedergli una cosa!" Cosi dicendo mi alzai e andai verso camera sua. Lui non era antipatico o cattivo, ricordo anche che da piccoli giocavamo insieme e ci divertivano. Credo che la colpa del nostro distaccamento sia da attribuire alle nostre famiglie, siamo sempre stati in competizione. Crescendo le cose peggioravano sempre di più. Io avevo iniziato a camminare prima di lui ma lui aveva iniziato a parlare per primo. Lui andava bene in matematica ed io era un asso nelle materie teoriche. Ma la vittoria più grande l'ha avuta lui, recentemente. Io prendendo la decisione di convivere con il mio fidanzato a New York avevo reso definitivo il mio abbandono all'università, notizia che gia aleggiava nell'aria.

Una volta arrivata difronte la porta della sua camera bussai e non sentendo nessuna risposta decisi di entrare. Mi accolse uno strano tanfo di colonia e dopobarba. Strano! Connor non aveva un filo di pelo, diciamo che io al confronto sembravo l'uomo lupo, è io non sono affatto una ragazza pelosa. Lo vidi con le cuffie disteso sul letto con una musica cosi alta che io dalla porta la sentivo benissimo. Sospirai alla vista di questo zotico troglodita e mi schiarii la voce. Non si mosse. Iniziai a chiamarlo. Non si mosse. Decisi di staccare la spina che collegava gli auricolari al pc. D'un tratto la stanza si riempi di musica. Lui si mise a sedere in uno scatto e vedendomi sgranò gli occhi. Sono l ultima persona al mondo che si aspettasse di vedere.

"C...c...cosa ci fai qui?" Mi dice incredulo.
"Ciao cugino, da quanto tempo? Come ti vanno le cose? A me più o meno bene! L'occhio nero? Non preoccuparti non è niente" dico acida e lui mi guarda inviperito.
"Cosa ti è successo all'occhio?" Mi disse adesso con uno sguardo addolorato.
"Niente Connor è tutto passato!" Faccio una lunga pausa in cui la tensione può essere tagliata con il coltello.
"Io ho bisogno di alcune informazioni, è tu puoi aiutarmi!" Annuì leggermente e io continuai "Ho bisogno di sapere tutto sulla festa?"
"Quale festa?" Dice quasi divertito
"sai di cosa sto parlando" dico seria.
"Ho capito, india perché vuoi risvegliare il passato?" Mi dice in modo compassionevole.
"Voglio sapere TUTTO!" Adesso lui abbassa lo sguardo, sembra quasi imbarazzato. Abbiamo la stessa età e in 21 anni non l ho mai visto imbarazzato.

"Tu avevi bevuto tantissimo, eri completamente fuori di testa. A tratti facevi paura. Ci hai provato con Manuel. E poi io e lui abbiamo cercato di farti vomitare. Tu non miglioravi. Sei andata vicino ad un tipo del quale non ricordo nemmeno il nome è ti ci strusciavi sopra. Manuel è come impazzito. Lo ha riempito di botte. Ti ha preso in braccio e ti ha allontanata dalla festa, avete parlato e non so cosa vi siete detti. So che sei scoppiata in lacrime come una bambina è lui ti ha abbracciato. Ti ha caricato in macchina e ti ha portato a casa...questo è tutto quello che so"

Mi dice come se fosse stato di aiuto. Non mi aveva detto un granché. Io e Manuel avevamo parlato, è stato lui ad accompagnarmi. Questo si che era interessante. Lo ringrazio e mi congedo da lui. L'unico che poteva aiutarmi era colui che mi aveva spinto a cercare risposte. È in quel momento che mi viene in mente una cosa che avevo rimosso. Tra 8 giorni mi sarei trasferita a New York.

Ritorno a casa e durante il tragitto cerco di sforzarmi di ricordare cosa era successo. Decido di non ritornare a casa e vado alla fattoria. Li avrei parlato con Manuel. Non poteva evitarmi in eterno. Lo trovai di spalle senza maglia mentre era in Procinto di armeggiare con il motore del trattore. Era un po' sudato ma la luce del sole che lo colpiva lo rendeva lucente. Tipo Edward in Twilight.
Avevo paura di farlo distrarre.
Devo essere concentrata avanti devo parlare con lui.
Ero paralizzata lui mi faceva sempre questo effetto e nemmeno. Fantastico!
Merda mi sta guardando adesso e chissà da quanto tempo. Mi sento andare a fuoco. Ho la faccia come quella di un peperone.
Lui semplicemente mi guarda e non si muove.
Sento il suo sguardo guardare i miei lineamenti, soffermandosi sui miei occhi, poi sugli zigomi e infine sulle mie labbra.
Mi sto morendo talmente forte il labbro che inizia ad uscire del sangue.
Lui non si muove.
Siamo due statue che si guardano a vicenda.
Ma adesso basta crogiolarsi, dovevo parlare.
"Manuel" dissi con voce tremante. Sembrava avesse smesso di respirare "sono andata a chiedere informazioni a Connor sulla festa" lo vedo irrigidirsi
"Mi ha detto che hai fatto a botte con un ragazzo per ...." feci una pausa per cercare la parola giusta "...per proteggermi" lo vedo deglutire faticosamente
"So che abbiamo parlato ed io ho pianto e so anche che sei stato tu ad accompagnarmi a casa" lo guardo negli occhi e ci vedo un velo di amarezza, perché era amareggiato?
"Mi sembra che sai tutto, cosa vuoi da me?" Era gelido,i suoi occhi ancora amareggiati ma la sua voce piatta. Dura.
"Io ora ho bisogno che mi dica cosa ci siamo detti, cosa è successo tra noi quella sera!"
Cosa? Mi sorride? Ma è pazzo? "Sono seria Manuel!" Cazzo mi stavo innervosendo. Mi stava ritirando.
"Io non ho nulla da dire!" Ma faceva sul serio?
"Ti prego!" Non lo avrei mai detto ma volevo che mi parlasse.
"Non ci siamo detti niente" si incupi.
Scattai verso di lui. Fino a raggiungere il suo corpo. Capitò tutto cosi velocemente che credo che il mio cervello non ha avuto il tempo di controllare i miei movimenti.
Ero vicina a lui e con le mani gli trattenevo le spalle e iniziai a scrollarle.

"India ci siamo baciati." Ok questo non era abbastanza, ci doveva essere dell'altro sicuramente. Lo guardai invitandolo a continuare. Si sedette su un altalena, quella su cui ci divertivano da piccola.

"Tu mi hai detto che avevi carenze di affetto, che poi tutti si allontanano e ti lasciano sola. Mi hai detto che stare a casa tua è un inferno e che stai bene solo quando vieni in fattoria. Mi hai chiesto se ti avrei insultata perché questa è una tua paura, mi hai detto che hai paura di restare da sola, mi hai detto che hai paura di non essere abbastanza, perché sembra che nessuno ti apprezzi a dovere. Mi hai confessato di far finta di essere dura ma in realtà vuoi qualcuno. Mi hai chiesto se sarei andato via e hai pianto. Ti ho caricato in macchina e ti sei messa a cantare ed a divagare su tutto, mi hai detto che volevi diventare un elefante rosa di quello scatch della Disney. Eri buffa. Cantavi la canzone di Doraemon, quel cartone animato stupido. Ho parcheggiato lontano da casa tua per paura che potesse sbucare tuo padre all'improvviso. Ti ho aperto la portiera, ti reggevi a malapena. Ti ho preso in braccio e tu hai detto che ero caldo, che stare appoggiata sul mio petto ti piaceva ti rendeva sicura. Hai iniziato a dirmi che ti piaceva il mio profumo strusciando il tuo naso su e giù sul mio collo... ed... ed... eri cosi eccitante... mi provocavi brividi dappertutto... ti ho baciato ma poi tu sei scoppiata a ridere, mi hai detto che ero tuo cugino e continuavi a ridere. È stato li che ti ho detto che non poteva esserci niente tra noi, assolutamente niente. Tu eri cosi indifesa e io avrei potuto approfittare di quel bacio e andare oltre. In quel momento io potevo farti di tutto. Quei pensieri su di te che eri la piccola dolce India, la ragazza che faceva i dispetti alla sorellina perché era gelosa. La ragazza che un giorno per un arancino ha tirato un pugno a mia sorella. La ragazza che è mia cugina. Quei pensieri mi hanno fatto sentire uno schifo. Credevo di avere qualcosa che non andava in me e poi quando le cose stanno bene e vanno per il verso giusto ed io e te siamo semplici amici barra cugini  tu che fai? mi baci e tutto mi ri-crolla nel baratro"

L'ultima frase la dice alzando i toni. E io rimango paralizzata, pietrificata. Lui era li è praticamente mi ha appena confessato che aveva dei pensierini oltre l'amicizia nei miei confronti, pensieri che è riuscito a placare fino a che io non l'ho baciato 2 giorni fa.

India MayaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora