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Sento troppo, troppo caldo. Sono tutta sudata e mi sento come se davvero potessi andare a fuoco da un momento all'altro. E la luce mi da fastidio agli occhi, anche se ho ancora le palpebre chiuse. Odio questi tipi di risvegli. Io sono una tipa che deve essere svegliata in modo calmo perché mi innervosisco facilmente. Sento uno strano profumo. Un profumo di terra fresca. Un profumo strano. Un profumo che mi piaceva ma che non riuscivo a ricondurre a nessuno di preciso. Cerco di girarmi ma sento un peso sulla vita.
Inizio ad aprire lentamente gli occhi. Sbatto le palpebre più volte.
Sono nella camera di Manuel , sul suo letto. Il suo braccio mi stringe per la vita.
È vero ieri sera abbiamo fatto un patto. Chissà come andrà a finire
Male, molto male. Andrà a finire malissimo.
Piano piano mi alzo e gli sposto il braccio. Sto cercando di fare tutto in modo delicato per non svegliarlo. Mi alzo e sgattaiolo fuori dalla stanza, chiudo la porta e vado in cucina. Sono le 7 del mattino. È strano che ancora nessuno sia sveglio, qui sono mattinieri. Spesso in questi anni sono venuta qui di mattina presto quando Jose mi chiedeva una mano e io per fare bella figura ero sempre puntualissima. Tante volte sono andata in camera a svegliare Manuel. Uno volto lo stavo ammirando dormire, era un angelo. Fino a quando non iniziò a pattugliare di un incendio. Corsi da Alida a dirglielo e lei semplicemente rise. "È da quando è piccolo che mio figlio parla nel sonno, nulla di preoccupante!".
Assorta nei miei pensieri vengo svegliata da Alida che viene in cucina. Mi fa un sorriso tirato e si volta a preparare il caffè. Dopo quella discussione per l'erba nascosta nel divano il rapporto tra noi era quasi di circostanza. Dovevo parlarle.
"Buongiorno Alida! Come va?"
Sono un genio, il genio delle figuracce
"Bene e tu? L'occhio non è più gonfio ma il livido è ancora molto acceso!"
Sospirai, la vedo fare quello che fa tutte le mattine da 38 anni. Prepara il caffè, riscalda il latte, mette in tavola le tazze, lo zucchero, il miele, i biscotti e le merendine. 'Ammiro davvero. È una grande donna. Quando a 15 anni  suo figlio maggiore ebbe un incidente di moto lei fu forte. Era pronta a dire addio al figlio, che fortunatamente dopo 7 interventi e un lungo periodo di coma e un ancora più lungo periodo di recupero era sano e salvo. Anche se le conseguenze del coma sono a lunghissimo termine e un recupero totale delle capacità cognitive e dell’autosufficienza del paziente non si verifica affatto in rari casi quel paziente ce la fa. E Cisco ce l'ha fatta. Ancora oggi che ha 37 anni, una moglie e 2 bambini bellissimi il suo viso è pieno di cicatrici.
Devo parlare con lei assolutamente.
"Alida io sto bene adesso. Volevo ... io ... insomma io... scusa. Scusa davvero tanto"
Si gira finalmente a guardarmi e mi sorride dolcemente, si siede al mio fianco e mi accarezza da guancia
"Io non sono arrabbiata con te, non potrei mai esserlo davvero. Mi sono arrabbiata perché ci tengo a te. E non voglio che tu prenda brutte strade. Ti amo come una figlia."
Io le sorrisi "sono la sesta?"
Lei ridacchia "si sei la numero 6. Menomale che non ho più l'età per farli!"
Ridiamo e finalmente un peso dallo stomaco va via.
"Cosa ridete a quest'ora?"
"Coro ti sei svegliato presto senza nemmeno la sveglia? Sei un portento figliolo." L'ironia di Alida è sempre così.
"India scendi devi darmi una mano con il trattore."
Ma fa sul serio? Io sono una frana e l'ultima volta che mi ha chiesto una mano ho torto la motosega. E noi non stavamo usando quella. Si è svegliato stupido?
Il patto
"Io devo fare delle commissioni oggi mi mancano delle cose per la casa nuova"
Mi guarda scocciato.
"Cosa ti manca?"
"Un coprimaterazzo, dei coprisedie, un pigiama e degli asciugamani."
Ha un aria scocciata in volto che tra un Po gli scaravento la tazza di latte che sto bevendo il faccia.
"Okkey... mamma tu per caso potresti aiutarla?"
Alida lo guarda complice
"certo dovrei avere tutto" sorride "ma se lei non vuole posso aiutarti io bello di mamma!"
Manuel fa un sonoro sbuffo"ti ho gia detto mille volte di non chiamarmi così. Tu non puoi aiutarmi, hai una spalla che ti fa male, sei da rottamare"
Alida lo guarda truce
"Ti voglio bene anche io figliolo" va via dalla cucina e in un attimo Manuel si avvicina a me, mi prende la mano e mi trascina per le scale
"Manuel vuoi dirmi che succede?"
Si volta di scatto e mi sorride sghembo
"Un patto è un patto piccola, adesso andiamo"
Il nostro patto di quella notte, certo.
Ci avevo pensato in effetti ma non cosi stupida a volte.
"Manuel devo cambiarmi ho ancora indosso il pigiama"
Si blocca di nuovo
"Se vuoi puoi venire cosi" dice indifferente.
"Io non uscirò da questa casa con un pigiama rosa con delle mucche sopra. Tu sei vestito, vado a prepararmi."
Lo sentì sbuffare mentre salgo le scale.
"Un minuto. Hai solo un minuto poi io me ne vado."
Misi dei jeans chiaro e una maglia lilla semplice, per fortuna io e la sorella maggiore di Manuel avevamo la stessa taglia. Non mi sentivo di rimettere i vestiti del giorno prima. Mi faccio una coda di cavallo bella alta e metto le scarpe da ginnastica.
"Ci hai messo un eternità" dice con aria acida io semplicemente sbuffo. Salgo in macchina con lui e mette in moto. Mentre guida ammiro i lineamenti del suo viso concentrato. I suoi zigomi, il suo naso, le sue labbra. È su quelle labbra che soffermo un Po di più il mio sguardo.
"Non guardarmi così"
"Così come?"
"Come se fossi affamata e avessi davanti una bella bistecca succulenta"
Rido di gusto
"Ti reputi una bella bistecca succulenta?"
Annuisce fiero lui. Ma che modesto.
"Nha. Io ti reputo più un cupcake"
Ride e adesso il suo viso si illumina.
"Siamo arrivati"
Sono stata cosi attenta a parlare con lui che non ho guardato la strada, non so dove siamo, in mezzo ad un bosco? Perché mi ha portata qui?
"Scendi dai." Scendiamo e quando chiudo la portiera sento il profumo di terra fresca, il profumo con il quale mi sono svegliata quel giorno. Questo posto profuma di Manuel.
Si incammina e io sono subito dietro di lui. Si gira dopo un Po è mi dice di chiudere gli occhi. Li chiudo ma lui non si fida e si mette dietro di me e mi copre gli occhi con una mano e con l'altra sposta i rami davanti a me per evitare che mi tagliano.
"Sei pronta ad aprire gli occhi?" Annuisco e lui toglie la mano. Quando apro gli occhi la vista difronte a me è spettacolare. Siamo su un grande dirupo. Sarà altissimo. E infondo si vede il nostro paesino. È tutta una distesa di verde. Mi sento cosi bene. È un posto rilassante.
"È bellissimo questo posto" ammetto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 26, 2016 ⏰

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