La ragazza di cui non sò ancora il nome, con voce roca sull'orlo delle lacrime sembra implorare
<<Andiamo in un hotel qui vicino, così riuscirai anche a cambiare città>>
Alzo un sopracciglio divertito, sta tentando di tenermi lontano da lei. Con uno sguardo sempre più da cretino domando <<Come mai questa idea?>>
Si guarda attorno, non vuole dirmelo, e sta valutando come fare ad esprimersi, me lo dice quasi come togliendosi un grosso peso dall'anima e lo fa come se strappasse un cerotto
<< Ho paura che forse tu, una volta a casa mia mi ucciderai come se fossi un'altra delle tue solite vittime. Come se la mia morte fosse solo quella di un'altra stupida ragazzina che non chiude accuratamente porte e finestre quando si sa benissimo che in giro ci sei tu; magari lo farai con uno dei miei coltelli da cucina.
E probabilmente nessuno saprà mai di questo folle giro in auto.
Dopo tutto tu hai come fallito. Sinceramente credo che sia stato pure umiliante per te pregare che mi fermassi, e ti farebbe pure comodo che nessuno lo venga mai a sapere, probabilmente persino tu te ne vorresti dimenticare, o perlomeno rimediare in questo modo. >>
Il ragionamento è così lungo che ne rimasi confuso. Ma il senso lo capì eccome, e<<A parte il fatto che non ho fallito nulla!>>
La bella la prese sul personale, e pure lei non si fece scrupoli a controbattere
<<Si invece, hai promesso di non uccidermi, e so che ti farebbe comodo, e che preferiresti sbatazzarti di me!>>
Ha ragione, comunque questo era un bel modo di ragionare, se solo ci avessi pensato io ora avrei risolto tutti i miei problemi; invece di riflettere su come sbarazzarmi di lei, come evidentemente lei ha ipotizzato; io penso solo a quando mi piacerebbe condividere le mie emozioni con qualcuno, sono proprio una checca.
E fu con questo spirito e col forte sospetto che stesse allungando di proposito il tragitto di ritorno che continuammo il tormentato tour della città.
