11. Troppe speranze fanno male alla salute

238 15 4
                                    

Poi lei aggiunse con sorprendente ironia
<< Ed anche perché, in una camera d'hotel, non ci sono coltelli>>

L'ultima frase fu un po una pugnalata per me, che condivido i momenti più intimi ed intensi della mia vita solo e sempre col mio coltello.

E poi ne fui stranamente divertito, manco mi ricordavo l'ultima volta che mi ero sentito emotivame pugnalato, così ironizzai su qualcosa che effettivamente sarei capace di fare
<<Potrei sempre strangolarti>>

Poi vidi la sua espressione el silenzio che calò tra noi, fece lentamente spegnere le mie voglie.

Mi senti come colpevole per averla traumatizzata, e quasi non credevo d'esser davvero così emotivo, probabilmente è colpa di quella ciambella avariata.

Nel frattempo lei si era come spenta, diventata serissima, quasi come se stesse assistendo al funerale di un suo caro, e l'unica cosa che aggiunse a quell'espressione cupa fu <<Io non voglio morire >>

Risposi altrettanto seriamente, come contagiato <<Lo sò>>.

Dopo poco lei rallenta e non sò perch, accosta quasi speranzosa ed io la lascio fare.

Mi guarda e capisco, spera che le dica che ora andiamo in un hotel così si sentirà piu al sicuro, così si fascierà la coscia che le ho pugnalato, spera che presto me ne andrò così potrà ricevete vere cure alla gamba, e lei spera pure che tutto ciò finisca presto, o che perlomeno tutto ciò inizi ad avverarsi presto.

Anche se totalmente fuori luogo io comunque lo sò, ne sono sicuro.

In un'altra situazione, sempre fermi qui in quest'auto, con un'altra faccia, con un'altra vita, questo sarebbe stato il momento giusto per un bacio.

Me lo sento proprio che anche dentro di lei batte un cuore appassionato, che anche se lo sappiamo bene tutti e due che questa non è la situazione, ne io la persona giusta, lo vogliamo entrambi.

Almeno questo è ciò che sento io, quindi mi butto, come quando lei ha buttato il mio coltello dal finestrino, senza pensarci lo ha fatto, anch'io sono impulsivo ed ora la bacio.

Mi avvicino fluidamente al suo viso e scontro le mie labbra su di lei, inizio a muoverle appassionatamente, solo dopo mi accorgo che sì, mi sono scontrato con lei, ma non sulle labbra, solo sulla sua guancia, perché la mia dolce vittima si è spostata, e sì, ho fatto un'altra figuraccia.

Lei ridacchia, e vedere una persona sorridere accanto a me è un evento unico, forse la prima volta da quando sono un assassino brutalmente sfigurato, sconvolgente come non mi sia più capitato di vedere qualcuno ridere felicemente per me.

Quella innocente risata mi ha proprio risvegliato, ha risvegliato una parte di me che semplicemente non si era più degnata di entrare a far parte della mia vita prima di oggi, una parte pura e dolce di cui ignoravo l'esistenza ora mi stava invadendo l'anima, e con piacere mi ci lasciai trascinare completamente.

Le diedi un'altro bacio sulla guancia sorridendo amichevolmente, più compiaciuto con me stesso per l'emozione provata che per il bacio in sé.

La esorto sussurrando <<Fallo di nuovo>> lei mi guarda senza capire <<fare che ?>> le dissi solo <<Fammi stare bene>>

Continuai a sbaciucchiarla sperando che si sciogliesse ma nulla, l'avevo spaventata di nuovo, si era irrigidita e speravo vivamente che non ricominciasse a starsene zitta per non farmi arrabbiare, anche perché ciò mi avrebbe alterato eccome.

Mi considera un pericolo lo so, ma che posso fare per ottenere un po d'amore?

I Pensieri di Jeff The KillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora