Quella mattina l'aria di Milano era particolarmente pungente ed il freddo cominciava a farsi sentire nonostante fosse la seconda settimana di Settembre, la prima settimana di scuola, il primo giorno di scuola, quel giorno che tutti odiano, ma che primo poi arriva. Sascha si svegliò in ritardo, come sempre d'altronde, ma riuscì a svegliarsi nonostante la sera precedente non aveva dormito per niente a causa dell'ansia pre-primo giorno . Anche se era veramente in ritardo, se la prese con comodo, fece colazione e dopo aver preparato i propri abiti per affrontare questa giornata infernale, andò a farsi una doccia, lasciando nell'angolo più oscuro della mente tutta l'ansia e le preoccupazioni. Uscito dal bagno si vestì, con la sua solita felpa nera che utilizzava nelle giornate fredde, prese lo zaino, il cellulare con le sue amate cuffie facendo partire la playlist che aveva creato proprio per questo giorno, salutò sua madre Renata con un semplice "Ciao mamma e buon lavoro", dopodiché si recò velocemente ((tipo Flash)) alla fermata dell'autobus.
Sascha fin da piccolo è sempre stato un bambino molto solare e felice, adorava stare con gli altri bambini e giocare con loro fino a tardi, ma tutto questo suo "essere" si spense con uno schiocco di dita, fin quando i suoi genitori si separarono e sua madre decise di trasferirsi a Milano, lontano dalla sua Genova, lontano da suo marito, dal padre di Sascha. A quel tempo il ragazzo aveva solo 14 anni, non riusciva a capire il motivo di questa decisione affrettata della madre, ma accettò lo stesso la situazione che si era creata. Il primo anno in questa nuova città fu un disastro per il quattordicenne, si era chiuso in se stesso, non voleva parlare con nessuno, perché ? perché il dolore di aver perso suo padre e tutti i suoi compagni di avventura gli avevano lasciato un segno indelebile, o meglio una cicatrice, quelle cicatrici che ci impiegano anni per guarire, loro si erano dimenticati di lui, ma lui no, lui continuava a pensarli ed a odiarli con tutte le sue forze, perchè? perché i veri amici ci sono sempre, non ti abbandonano nei momenti di bisogno, non smettono di cercarti, non smettono di volerti bene e basta. Ma poi un giorno due ragazzi si avvicinarono a lui e cominciarono a fare amicizia, erano rispettivamente Salvatore e Giuseppe, il primo frequentava il primo anno di liceo, il secondo era un anno più grande di loro due. Con loro Sascha riuscì a creare un forte legame d'amicizia che continuava ad esistere ancora oggi, dopo 4 anni da quando si erano conosciuti.
Quando il corvino arrivò alla fermata si accorse che gran parte delle persone era ancora lì ad aspettare l'autobus, così domandò alla signora anziana al suo fisco
"Scusi signora, ma il pullman delle 7:10 è già partito?"e la vecchietta con gentilezza rispose
"No ragazzino, è in ritardo"
Il Corvino fece un sospiro di sollievo e si appoggiò delicatamente ad un lampione aspettando l'arrivo del mezzo, finché quando si girò alla sua destra, e si ritrovò a fissare un ragazzo con gli occhiali intento,con una mano, a giocherellare con il cellulare e l'altra nella tasca dei pantaloni, aveva i capelli castani e indossava una felpa blu scuro che risaltava molto il suo colore della pelle, un colore piuttosto pallido, dopodiché passò alle sue labbra, un po' screpolate ma rossicce, tipo rosso ciliegia..ecco, quel colore.
Si soffermò particolarmente sui dettagli del suo viso, analizzando ogni singola parte"Quanto è carino" pensò Sascha
"Ma cosa sto dicendo, sono etero non posso dire certe cose su una persona a me totalmente sconosciuta"
la parte razionale del suo cervello si fece sentire, ma mentre nella sua mente si scatenava una guerra tra pensieri, tra la coscienza e i sentimenti, il ragazzo castano alzò lo sguardo, incrociando quello del corvino, che cominciò a guardalo intensamente , perdendosi al loro interno, suscitandogli emozioni mai provate, pensieri mai pensati, nel suo stomaco accadevano cose, forse una guerra con bombe nucleari ((LOL)) , non capì più niente, se ne innamorò totalmente, un vero e proprio colpo di fulmine, ma continuò a negarlo a se stesso, privandosi della verità.
Finché non ce la fece più e si rigirò fissando l'asfalto,ripensando a tutto ciò che era successo tre secondi fa, tutto, ogni singola emozione e ricordando ogni singola azione anche ogni movimento del castano.
Ma mentre si stava perdendo nel caos nella sua mente, arrivò l'autobus, distraendolo.//Spazio Autrice//
Ciao lettori o lettrici !
Questo è il primo capitolo della FF.
Volevo avvisarvi che sarà un racconto abbastanza breve proprio per questo motivo pubblicherò 1/2 capitoli a settimana.
Fatemi sapere se vi piace ;
•own.reynolds•
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Fermata numero 20||Saschefano||
FanficPosso semplicemente dirvi che è una storia abbastanza breve, spero vi piaccia Vi lascio con questa citazione: "Non esiste il rosso senza il verde,non esiste Stefano senza Sascha,non esiste Sascha senza Stefano e non esiste cosa più bella di loro."