È passato un mese.
Una mese.
A scuola non l'ho più visto, non ho più visto i ragazzi.
Ogni sera mi arrivava un messaggio da Harry, come se avesse un orario prestabilito in cui poteva scrivermi.
Mi chiedeva come stessi, ma non parlavamo molto, almeno non di lui.**************
Finita la cena, mi butto sul letto e mi godo la quiete che c'è in casa, sono esausta.
Sento vibrare il telefono sul comodino.
Sarà mia mamma che chiama da lavoro, è sera e non è ancora tornata.Pronto?
Scendi, sono sotto non farmi aspettare.
Harry?
Si Amalia sono io, muoviti.
Da te non si usa chiedere? Sei un maleducato Harry.
Si me lo hanno già detto, ora scendi, non costringermi ad entrare dalla finestra.
Non mi lascia neanche rispondere che subito attacca.
Mi alzo dal letto e mi affaccio e lo vedo lì, accanto alla sua macchina.
Le braccia conserte e gli occhi puntati verso il portone.
Vado verso l'armadio per tirare fuori una canotta, un jeans scuro e una felpa.
Prendo le chiavi, la borsa e il cellulare ed esco.
Anche se sto cercando di nasconderlo, sono felice che sia tornato, tornato per me.<Ce l'hai fatta, me ne stavo per andare.>
<Non penso di averti chiesto io di venirmi a prendere.>
<Smettila di atteggiarti da grande con me Amalia, non ti conviene.
Sali in macchina.>
<Potresti evitare di darmi ordini?
Mi hai preso per tua figlia? No perché non mi serve un altro papà.>Apro la portiera e dopo essermi seduta la sbatto per infastidirlo, come lui sta facendo con me.
<Ascoltami, non so cosa tu stia cercando di dimostrarmi, ma finiscila subito.>
Con una mano mi ha preso il viso, e mi sta decisamente stringendo troppo.
<H-harry, m-mi stai facendo male s-smettila.> biascico prendendogli il polso con la mano.
Di colpo lascia la presa come se si fosse scottato e mette in moto l'auto.
<Dove stiamo andando?>
chiedo massaggiandomi la mascella.
<Mettiti solo la cintura.>
Mi allaccio la cintura e lui parte,
senza neanche dirmi dove stiamo andando.<Dove sei stato?>
<Fuori città.>
<Per?>
<Amalia potresti stare solo zitta?>Appoggio la testa sul finestrino e mi rilasso guardando le insegne a led scorrere veloci come le macchine.
Dopo un tempo che sembra infinto una voce mi risveglia dai miei pensieri.
<Ti fidi di me?>
La mia testa scatta verso di lui, davvero mi ha rivolto parola senza che io lo costringessi?
<Harry perché me lo chie->
<Amalia rispondimi, solo rispondi.>
Le mani impugnano saldamente il volante, le nocche solo bianche dalla troppa pressione e lo sguardo puntato sulla strada.
<Io ecco.. io non lo so.>
Di colpo accosta la macchina per poi finalmente rivolgermi lo sguardo.
<Sono tornato solo per venirti a prendere.>
Lo guardo scioccata.
<Amalia ti sto chiedendo di venire con me.>
<Dove? Io non posso, mia mamma, la scuola, Jess..>
<Ho già sistemato io con la scuola, per tua mamma ci inventeremo qualcosa, e Jess capirà. Pensa un attimo a te stessa, vuoi venire con me?><È da irresponsabili, vigliacchi, la mamma starà malissimo. Amalia stai scappando come ha fatto tuo padre, Jess non te lo perdonerà m..>
<Metti in moto la macchina Harry.>
Spazio Autrice:
BOOOM.
È un cambio di scena enormissimo, i know.
Ma lo sto trasformando come me lo sono immaginato dentro la mia testa.
È corto, ma è solo la prima parte. Mi sono data il via, ho dato una direzione alla storia, e sono felicissima.
Spero piaccia anche a voi.
A breve la seconda parte.
Ai lov iu baibs.
-ITSKAYLUUS
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Paper Planes || h.s.
FanfictionEravamo due aeroplanini di carta, pronti a distruggerci, ad infuocarci, ad annientarci con un semplice sbaglio. Eravamo fragili.. Creati dal nulla e potevamo allo stesso tempo sparire con il nulla. Allo stesso tempo leggeri, in grado di volare più v...