3

12 2 0
                                    

Aveva messo la barca in acqua da poco, funzionava alla perfezione; le sue uniche armi erano un coltello dalla lama piccola e due bastoni, uno grosso e uno appuntito, contro delle presunte creature di cui non sapeva neanche l'aspetto.

Era passata un ora e non aveva avvistato nessuna creatura. Quando vedeva qualche pesce passare cercava di prenderlo usando il bastone appuntito per infilzarli e fin ora ne aveva già presi quattro, pensò che in fondo non era tanto male, avrebbe anche potuto costruirsi una casa nel bosco con la legna presa dagli alberi, aveva anche acqua e cibo; ma l'idea di restare da solo, con tutti pericoli che potevano esserci non lo invitava molto, come avrebbe fatto contro un gruppo di banditi? Un orso? No. Non se la sentiva affatto quindi continuò perla sua strada, per così dire.

Passarono tre ore, a volte prendeva un pesce, quando la corrente era bassa usava i due remi di fortuna per andare più veloce, quando incontrava uno scoglio ne puntava uno sul fondo e lo aggirava, se si avvicinava troppo alla riva con un remo si spingeva più al centro con la corrente che lo trasportava, tutto filava liscio ma la fortuna lo stava per abbandonare.

Dopo pochi minuti iniziò a vedere delle strane forme muoversi nell'acqua,sembravano come dei minuscoli pesci neri, lunghi due o tre centimetri e grossi da mezzo a un centimetro. Si muovevano veloci nell'acqua e si faticava a tenerli sotto vista per abbastanza tempo da distinguerei particolari, pian piano aumentavano, da uno diventarono dieci,venti, più andava avanti più aumentavano. Si chiese se fossero quelle creature orrende di cui parlava il vecchio che gli aveva venduto la barca. Pensandoci le cicatrici dell'uomo avevano la stessa larghezza di quegli strani pesci, ma come potevano degli esseri così piccoli riuscire quasi ad uccidere un uomo in barca? Non se lo spiegava e sinceramente, non pensava che quei cosini avrebbero potuto causargli problemi quindi continuò a navigare.

 Si accorse che non si vedevano più pesci e che i "neri",così gli aveva chiamati, aumentavano sempre di più rendendo il fiume sporco. Si iniziò a preoccupare, se sarebbero continuati ad aumentare avrebbero potuto capovolgere la barca, non sapeva quanti cene sarebbero voluti e non voleva scoprirlo. Dopo pochi minuti si iniziò a rassicurare, il fiume si faceva più largo, pensava che quelle creature si sarebbero dileguate, quante mai ce ne potevano essere? Pian piano si avvicinava al punto in cui il fiume si allargava, ma i neri continuavano ad aumentare, sembrava quasi che tutte le creature simili presenti nel mare si stessero radunando lì,erano davvero tante! Mancavano circa trecento metri per arrivare al"sicuro" quando vide qualcosa di molto strano: pesci morti galleggiavano qua e là, avevano dei buchi che li trafiggevano da parte a parte e più in lontananza guardava più ne vedeva. Non poteva neanche proseguire a piedi perché le coste erano diventate frastagliate e non poteva arrivarci con la barca, inoltre se scendeva a piedi era sicuro di non riuscire ad arrivare alla costa più vicina perché la corrente era diventata più forte, quindi non riusciva neanche a tornare indietro con la barca perché la corrente lo spingeva sempre avanti, e aveva paura di quelle creature, se erano state loro ad uccidere tutti quei pesci era fin troppo pericoloso.Mancavano cinquanta metri, era quasi in salvo.

alla ricerca della arepapDove le storie prendono vita. Scoprilo ora