Capitolo 3

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Dark Link

Cia mi guardò dall'alto in basso, con aria di sufficienza. Storse leggermente il labbro solo a guardarmi.

Sapevamo entrambi di detestarci, ma l'uno aveva bisogno dell'altro. Del resto lei mi detestava, visto che ero esattamente il contrario del suo amatissimo eroe. Lei era stata affascinata dal candore e dalla purezza dell'anima di Link, come poteva non disprezzare un'anima sporca e macchiata come la mia?

Certo, nell'aspetto ero uguale all'eroe, ma di sicuro non lo ero dentro. Rappresentavo tutto ciò che di male poteva esistere, tutto ciò che era sbagliato. E Cia, per quanto orribile e sbagliata fosse, aveva un grandissimo amore per la purezza.

Ma a lei serviva un guerriero forte come me, qualcuno che potesse fronteggiare addirittura Link, almeno finché nel suo cuore ci fosse stato anche solo un minimo di oscurità, ed io avevo bisogno di lei se volevo sconfiggere Link e fare andare al trono Ganondorf, colui a cui ero legato, e che mi avrebbe permesso di vivere per i fatti miei, senza che nessuno mi additasse solo perché ero un oscuro.

In più, un mondo governato da Ganon sarebbe stato immensamente più divertente. Mi veniva da sorridere solo a pensare alle vendette che avrei potuto compiere verso coloro che mi avevano umiliato da giovane.

Ma gli oscuri sono esseri malvagi, venire rifiutati è il loro destino.

Le parole di Cia mi colpirono leggermente.

- Voglio che tu tenga questa Sheikah sempre con te. Ucciderla sarebbe un peccato, no? Le sue conoscenze ci saranno utili. Intrappolala, e tienila d'occhio.

Mi aspettavo che volesse ucciderla. Invece così non era, aveva fatto una scelta intelligente, quella donna. Del resto, perché uccidere una delle ultime Sheikah, quando potevamo usarla per avere informazioni?

Camminai insieme all'armata, che si dispose nei vari presidi e iniziò a riposarsi e a prepararsi per quella che sarebbe potuta essere la battaglia finale.

Sheik camminava davanti a me, la treccia di capelli biondi che dondolava leggermente a destra e a sinistra ad ogni suo passo.

Dovevo ammirare la sua forza, del resto era stata quasi in grado di tenermi testa. Si guardava attorno, osservando con occhi cremisi ciò che le stava attorno, il paesaggio spoglio e desertico, che sembrava quasi contorcersi dal dolore su sé stesso.

Ad un certo punto abbandonai l'armata, o almeno, l'unica parte che ne restava e che stava andando a stanziarsi alla base. Sheik sarebbe stata in un altro luogo, completamente isolata ed al sicuro.

Sembrava aver perso la voglia di combattere, non aveva più provato a ribellarsi, nonostante il suo sguardo rossastro fosse ancora infuocato di rabbia.

Portai la guerriera in un'insenatura nella roccia dietro la base dell'armata di Cia, dove un tempo sapevo che si praticavano varie giustiziazioni. C'era ancora il palo a cui i prigionieri venivano legati.

Lo usai per legare la guerriera, che per un attimo mostrò ancora la sua combattività, tentando di darmi un calcio, ma lei era in una posizione decisamente svantaggiosa, e immobilizzarla non mi fu difficile.

Poi mi sedetti davanti a lei, prendendo in mano la rosa che mi ero appuntato alla tunica. La osservai per bene, era rossa come il sangue, come i miei occhi e come quelli della Sheikah. Non sapevo nemmeno perché l'avessi presa,  era solo che mi piaceva.

La misi scherzosamente tra le fasce che coprivano la testa di Sheik, ridacchiando, e lei sembrò quasi fare una smorfia, o almeno questo mi sembrò, ma era difficile dirlo quando potevo vedere solo la parte superiore del suo viso.

- Che stai facendo? - chiese lei, con tono acido, ed io mi alzai, prendendole la lira che portava sulla schiena senza che lei potesse fare nulla.

Se proprio dovevo restare lì con lei, dovevo almeno divertirmi.

Suonai alcune note, cantando piano e sorridendo alla guerriera.

Stavo parlando con la ragazza, che mi guardava sempre più accigliata. La chiamavo Sua Altezza, come fosse stata una principessa, ma poi le davo della bugiarda, le dicevo che era il cagnolino da guardia della Dea. E nel frattempo giravo attorno a lei, in una strana danza che univa passi e saltelli, suonando rapidamente le note dello strumento.

Quando ebbi finito lasciai a terra la lira, e guardai in faccia Sheik.

- Io non sono solo il cagnolino della Dea - sussurrò, quasi ringhiandomi.

Io sorrisi, e mi abbassai alla sua altezza, abbassandole piano le bende che aveva in viso. Aveva un volto delicato e pallido, di chi nella sua vita non ha mai visto la luce del sole. Sheik sussultò quando lo feci, nessuno doveva aver mai visto il suo vero volto.

- Dimmi - dissi, parlandole a pochi centimetri dal viso - Chi ti ha detto di nascondere il viso?

- La dea... - sussurrò lei, cercando di non incrociare il mio sguardo. Non avrebbe potuto nemmeno darmi un calcio, avevo legato persino le caviglie.

- Chi ti ha detto di proteggere Zelda?

- La dea...

- Chi ti ha detto di andartene e di non farti rivedere più?

Sheik mi guardò, per poi sussurrare un'ultima volta - La dea...

Aveva le labbra leggermente piegate all'ingiù, e lo sguardo cupo.

- Tutta la tua vita è stata passata al servizio di quella dea. Qualcuno si è mai chiesto che cosa volessi tu? Qualcuno si è mai preoccupato per te? - chiesi, sorridendo in modo maligno. Le stavo strizzando il cuore, volevo romperla. Non sapevo perché, sapevo solo che sarebbe stato divertente.

- Nessuno - disse lei - Non ne ho bisogno.

- Non hai mai voluto che qualcuno ti comprendesse? - chiesi, mettendomi ad un palmo dal suo viso - Non hai mai voluto che qualcuno ascoltassi ciò che avevi nel cuore, invece sempre di stare a sentire gli altri? Sei sola, Sheik. Non hai nessuno. Del resto, sei solo un cagnolino!

La guerriera spalancò gli occhi di scatto, in un accesso di ira.

- Smettila! - disse, dimenandosi e cercando di liberarsi - Non mi interessa, se tu credi di corrompermi così...

- Anche io sono solo - dissi, decidendo di giocarmi la mia ultima carta - Ma non te ne voglio parlare, se prima non sarai tu a parlarne con me.

Anche se contro la sua volontà, la strinsi tra le mie braccia. Prima sentii il suo corpo rigido contro il mio, del tutto immobile, ma poi, con lentezza, le braccia della guerriera mi avvolsero la schiena.

La strinsi con più forza a me, sorridendo sotto i baffi.

Era stato davvero così facile?

Behind The Darkness | DarkSheikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora