Sheik
Chi era una completa idiota? Io. Io, che mi facevo influenzare dalle stupide parole di un ragazzo mio nemico.
Io che mostravo di essere una debole davanti a colui che dovevo sconfiggere.
Cosa diamine mi era passato per la testa quando l'avevo abbracciato? Dove era finito il mio buonsenso?
E tutto per un paio di stupide frasi che fingevano di essere comprensive bei miei confronti. Ero davvero patetica.
Ed in quel momento mi ritrovavo senza la lira, in un presidio protetto, non lontano dalla base di Cia, legata a Dark, a pensare a che cosa diamine avrei dovuto fare.
Dark girava da una parte e dall'altra a dare ordini ai soldati per il piano di difesa, ed io ero costretta a stargli dietro. Ero impossibilitata ad attaccare, per quanto fossi forte nel combattimento corpo a corpo, del resto, ero disarmata, è circondata da nemici.
Era orrendo da pensare, ma dovevo aspettare che fossero Link e gli altri a venire a salvarmi.
Cavolo, un tempo ero io che combattevo e salvavo gli altri! Non ero la principessa in pericolo che doveva essere aiutata! E poi, se gli altri avessero conquistato il presidio e avessero scoperto il trucco... come avrei potuto sopportarlo?
Se mai mi fossi reincarnata, la dea non si sarebbe mai più fidata di me, mi avrebbe tolto il compito di guardiano di Zelda!
Spalancai gli occhi al solo pensiero.
Cosa dovevo fare?
Non mi sarei potuta far scoprire mai e poi mai, erano a rischio le generazioni future della casa reale! Senza di me, probabilmente Zelda sarebbe finita tra le grinfie di Ganon o di altri malvagi più volte.
Eppure, se Link non fosse riuscito ad arrivare fino a Cia, non ci sarebbe stata più nessuna famiglia reale, nessuna dinastia da proteggere.
Ero fregata, in entrambi i casi.
Non appena me ne fui resa conto sussurrai un'imprecazione tra i denti, calciai un sasso e continuai a camminare dietro a Dark, come un bravo cagnolino.
Era frustrante. Io non dovevo sottostare a nessuno. Assolutamente a nessuno.
Avevo voglia di spaccare qualcosa, o qualcuno.
Quella giornata era stata un susseguirsi di sconfitte ed umiliazioni che non ero abituata a subire.
Prima mi ero fatta battere in combattimento, poi mi ero lasciata trasportare dalle emozioni ed avevo abbracciato il mio nemico, a cui poi mi ero trovata a dover sottostare, disarmata e legata.
Dove diamine era finita la Sheik dura e fredda, che usciva vincitrice da ogni battaglia?
Poi, all'improvviso, sentii la battaglia iniziare. Come ogni volta, urla e grida dominavano il campo, insieme alle spade che si scontravano e scivolavano le une sulle altre.
Ma ancora non erano arrivate sin da noi. Non avremmo mai aperto il presidio, a meno che non fossimo stati costretti.
Dovevo pensare... e se fossi fuggita? Certo, insieme a Dark... idea stupida.
- Ti sei pietrificata - commentò il ragazzo, voltandosi verso di me, con un sorrisetto sarcastico sul viso.
Io non risposi.
"Pensa ad un piano, dannazione!"
mi dissi, ma la mia testa era spoglia di qualsiasi pensiero.
Dovevo convincere Dark a nascondermi, ma come? Dovevo farlo, ma semplicemente non c'era il modo.
Perché lui avrebbe dovuto aiutare una serva della Dea?
- Dark...
E se fossi stata io ad aiutare lui? All'improvviso, l'illuminazione. Un'idea geniale, qualcosa di perfetto. Sarei potuta andare in un luogo nascosto, e non mi avrebbero mai ritrovata.
- Che cosa c'è? - chiese lui, sentendosi chiamare.
- Cia ti ha detto di usarmi per aiutare in battaglia, no? Io conosco i punti deboli dell'armata.
Sorrisi, e lui fece lo stesso - Vuoi davvero collaborare?
- Certo, ma come faccio a darvi consigli, se non riesco nemmeno a vedere il campo di battaglia?
Dark mi guardò un attimo.
- C'è un promontorio giusto dietro la base di Cia...
Ci rivolgemmo uno sguardo d'intesa, rosso nel rosso.
- Allora cosa aspettiamo?
Era convinto di avermi in pugno? Era convinto che con un paio di parole sarebbe stato in grado di spezzarmi e piegarmi alla sua volontà?
" Nessuno ti ha mai ascoltato"
Zittii la voce nella mia testa, che mi ricordava le parole di Dark.
"Lui ha ragione" continuò imperterrita la mia coscienza " Nessuno ha mai voluto ascoltare ciò che volevi. Cosa ti importa della Dea, di Zelda e di Link, se nessuno di questi tre è davvero in grado di aiutarti, di renderti felice? Perché tieni tanto al regno?"
- Sono nata per proteggerlo - pensai a voce alta, mentre camminavo leggermente più indietro di Dark. Mi tappai rapidamente la bocca, pentendomi subito di quello che avevo detto.
Lui mi guardò, ridacchiando - Parli da sola?
- Taci.
Lui restò zitto per qualche altro secondo, poi non riuscì a trattenersi, e la sua risata risuonò lungo lo spiazzo vuoto giusto prima del presidio principale.
- È divertente. Ti stavi chiedendo perché vuoi proteggere il regno, a giudicare dalla risposta. Me lo chiederei anche io se fossi in te. Certo che è patetica come cosa.
- Ma cuciti la bocca.
Altro silenzio. Io e Dark arrivammo ad uno stretto passaggio che permetteva, passando dall'esterno del presidio, di arrivare dietro di esso, e di salire su una collina contorta su se stessa.
Silenzio. Ancora silenzio. Interrotto solo dallo sciabordio lontano delle spade. Ci facemmo seguire da un messaggero, che sarebbe stato incaricato di portare gli ordini.
- Non vuoi parlarne, vero? - chiese Dark, quando fummo arrivati in cima.
- Non fare finta di essere mio amico. Se credi di avermi abbindolato con le tue stupide frasi allora ti sbagli di grosso.
Sospirai, poi ordinai di mandare dei Lizalfos verso la parte dell'armata guidata da Lana. Lana era veloce, il trucco era farla battere con qualcuno più veloce di lei.
" Ricordati che è Hyrule a dover vincere"
Avrei dovuto far finta di parteggiare per Cia ed insieme aiutare Hyrule, sarebbe stato complicato. La battaglia durò fino al giorno dopo, ed Hyrule sembrava aver fatto diversi passi avanti, anche se Cia si era ripresa un presidio.
- Non finirà mai - mi dissi, sfinita.
Ma non mi sarei permessa di addormentarmi.
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Behind The Darkness | DarkSheik
FanfictionNormalmente tutti teniamo dentro ciò che c'è di male in noi. Abbiamo un sorriso sul volto, e nascondiamo tutto ciò di malvagio che ci passa per la testa. Con lui era il contrario. Gli piaceva mostrare il peggio di sé, far vedere a tutti il suo orgog...