-Bye London-

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"Tesoro dobbiamo andare." Mi richiama mio padre. Le lacrime scendono come fiumi sulle mie guance smorte. Stringo forte a me mia madre e annuso il suo profumo, per essere sicura non dimenticarmelo, mai e poi mai.

"Cielo....vai da tuo padre, ci vedremo a Natale, è una promessa." Mi sussurra la donna che mi ha sopportato per 17 anni. Le sue mani mi accarezzano là schiena, è una sensazione stupenda.
"È una promessa." Ripeto singhiozzando a mia volta.

Ci scolliamo e ci fissiamo negli occhi, i suoi azzurri esprimono tristezza, mi viene voglia di urlare, di gridare, di sfogarmi.

"Amore perderemo l'aereo." Annuncia nel silenzio l'uomo che ha rovinato gli ultimi anni della mia adolescenza.
"Va bene...." Dico a testa bassa.
"Ti voglio bene mamma....ci vediamo a Natale." La bionda mi bacia la testa rossa, e mi bisbiglia un "anche io" all'orecchio destro. Le lacrime minacciano di tornare fuori, ma come il vento sulle foglie secche, le scaccio via.

Passo accanto a mio padre e lo fisso con disgusto, lui non ha idea del male che mi ha provocato con questo divorzio. Salgo in macchina e mi appoggio con la fonte al finestrino gelato.

Fuori piove....il clima londinese mi mancherà alla fine, anche se da quello che ho potuto leggere su internet Milano non è poi così diversa, l'aria non si riscalda mai in estate e nebbia e pioggia sono all'ordine del giorno.

"Allora pronta per una nuova avventura principessa." Grida mio padre nell'abitacolo della macchina nera. Prendo un bel respiro per assicurarmi di restare calma.
"Non chiamarmi principessa, ne amore o tesoro, chiaro? Io per te sono Cielo, quella a cui hai voluto portare via la madre." Non attendo la sua risposta, mi infilo le cuffiette e faccio partire a tutto volume le canzoni più tristi e deprimenti che trovo nella cartella.

Dopo quasi un'ora di macchina arriviamo all'aeroporto. In tutta la mia vita ho preso solo due volte l'aereo.
Una per andare in Francia e l'altra per andare, essendo per metà italiana, a trovare i parenti in quella penisola, dice mi sto trasferendo.

"Non mi ricordavo fosse così grande questo posto." Rimango stupida dalla grandezza di quell' edificio, le persone vi corrono all'interno e fanno avanti e indietro.
"Cielo l'imbarco è da questa parte." Mi comunica mio padre, lo seguo continuando a guardarmi intorno.

Ci imbarchiamo e finalmente l'uccello di metallo prende il volo tra le nuvole, Londra di fa sempre più piccola sotto i miei occhi, finché non riesco neanche più a distinguere quale sia il Big Ben.
Infine la città dove sono cresciuta sparisce per sempre. Tornerò lì solo per Natale.

Il cielo fuori dal finestrino sta trasmettendo il tramonto, deciso di scattare una foto di questa meraviglia, per poi pubblicarla su Instagram appena atterreremo.

"Cielo, vuoi qualcosa da mangiare?" Chiede l'uomo con i baffi, sfollo la testa formando un no e mi rimetto la cuffia tolta. La fame mi è passata appena sono uscita da casa mia....volevo dire ex casa mia.

...

Dopo due ore di aereo, dove non ho fatto altro che ascoltare musica e scorrere le foto in galleria, atterriamo.
L'aria fredda, mi fa rabbrividire a contatto con la pelle surriscaldata, ma non mi da fastidio, sono abituata a questo genere di temperature.

"Signor Smith....sono felice di vederla, e questa non mi dica che è la signorina Cielo, da quanto tempo non la rivedevo, è fatta proprio una bella ragazza complimenti."
"Grazie Aldo....eh già è fatta grande la mia principessa." Lo guardo torta, non vuole proprio capire che non deve più darmi dei nomignoli.

Entriamo nella lussuosa limousine, è più grande della mia camera a Londra.
Mi sporgo per vedere cosa mi circonda, il luogo è pieno di grattacieli illuminati, passiamo in piazza duomo e rimango colpita dalla grandezza di quella architettura.

"Cielo i tuoi bagagli sono già di sopra....la tua camera è l'ultima a desta." Mi indica mio padre che è intento a firmare delle carte.

La casa dove ci troviamo è enorme, composta da tre piani e una soffitta, la mia camera si trova al terzo piano, da quello che lui mi ha detto, ha un bagno e una cabina armadio, in più da l'accesso al terrazzo.

Seguo le sue indicazioni e arrivò davanti alla porta bianca, apro e la mia bocca si spalanca.
Le pareti sono di un colore simile al verde acqua, ma più chiaro. Il letto si intona a tutti i mobili che sono di un bianco candido.

"Ma dove sono le valige." Mi metto a cercarle, niente sono come sparite, poi mi ricordo della cabina armadio. Mi giro in cerca della porta e la trovo, anche essa è verde acqua ma più scura. Apro e le vedo tutte accatastate sulla poltroncina rosa al centro della stanza.

Sistemo tutto e poi mi butto sul letto. Afferrò il mio telefono e controllo Facebook, Instagram e WhatsApp.

Apro L'app per i messaggi e noto 4 nuove notifiche. Due sono di Kate e gli altri di gruppi vecchi inerenti alla scuola, in quest'ultimi scrivo un messaggio dove annuncio che uscirò, tanto non tornerò mai più in quella scuola, tanto vale togliermi anche da gruppo di classe e quello per il pullman la mattina.
Rispondo anche a Kate che mi chiede come sto.

Guardo l'ora....22:48. Devo andare a letto, domani sarà il mio primo giorno nella nuova scuola. Punto la sveglia e finalmente mi addormento.

"Una fottuta illusione"-Lorenzo Ostuni-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora