-This is just the beginning-

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Nove anni dopo...

"Amore! Mi ha mandato appena mandato un messaggio tua madre. Dice che sono quasi arrivati in stazione, vai tu a prenderli?" Urlo dalla cucina.
"Va bene! Il tempo di mettermi le scarpe e ci sono." Risponde lui.
"Prendi la mia macchina! Le chiavi sono sul tavolo!" Grido di nuovo, mentre con il polso mi asciugo la fronte sudaticcia. Sono ore che me ne sto tra i fornelli del piano cottura, intenta a prepare la cena della vigilia di Natale.
"Non c'è bisogno di urlare." Sussulto quando le braccia di Lorenzo mi avvolgono i fianchi da dietro.
"Mi hai spaventata!" Esclamo voltandomi immediatamente. Lui sorride divertito, probabilmente per via della mia reazione al suo abbraccio.
"Allora scusami, amore." Il cuore mi manca un battito: sono quasi nove anni che stiamo insieme, eppure non mi sono ancora abituata a questo nomignolo affettuoso.
"Fa niente, ma ora è meglio che tu vada. I tuoi genitori saranno a Milano a momenti; non vorrai farli aspettare spero?" Alza lo sguardo al soffitto, fingendo una scocciatura. So perfettamente che il rapporto con Laura e Sergio si è finalmente risanato. Sono tornati ad essere una famiglia felice, ed hanno invitato anche me a farne parte.
"Va bene, ma tu dovresti riposare. È tutto il giorno che cucini." Dice, sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, caduta dallo chignon disordinato, quasi del tutto più inesistente.
"Non preoccuparti per me. Tra poco arriveranno Sascha e Sabrina ad aiutarmi." Lo tranquillizzo portandogli le braccia al collo, prima di giocherellare con le dita tra i suoi capelli, poco sopra.
"Dovrai comunque riposarti. Prenditi qualche minuto, il tempo di farli arrivare, d'accordo?" Sorrido annuendo, stampandogli un piccolo bacio sulle labbra.
"Ora va. Sono sicura che il treno ha già raggiunto destinazione." Mi stacco dall'abbraccio per poi girami e tornare concentrata sulle varie padelle.
"Come lei desidera padrona. Torno subito in ogni caso." Lorenzo mi lascia un bacio sulla guancia, rapidamente afferra le chiavi dell'auto ed esce.

Non passa molto tempo, che il campanello squilla: segno che Sascha e la sua ragazza, Sabrina, sono arrivati.
Mi alzo dal divano, non avevo intenzione di riposarmi, ma alla fine ho deciso di dare retta a Lorenzo per una volta, ed in modo fulmineo mi avvicino alla porta che apro un attimo dopo.
"Ciao!" Urla Sascha entusiasta, prima di stringermi stretta al suo corpo. Rimango un po' sorpresa da questo gesto improvviso, ma alla fine mi lascio andare e ricambio l'abbraccio, avvinghiandomi il più possibile a lui.
Mi è mancato da morire, non ci vediamo da quasi tre anni: dopo l'università di lingue ha deciso di trasferirsi in Spagna, ovviamente insieme a Sabrina, per iniziare una nuova vita. All'inizio doveva restarci sono qualche mese, ma gli è piaciuto talmente tanto come paese che vi c'è rimasto.
"Mi sei mancata." Mi sussurra all'orecchio, io sorrido felice.
"Anche tu mi sei mancato." Sciolgo l'abbraccio e faccio combaciare i nostri occhi: i suoi sono lucidi, mi è mancato da morire questo suo lato così sensibile; e sono più che contenta di notare che non è cambiato.
"Dai venite, qui fuori si congela." Gli faccio spazio ed entrambi entrano. Io chiudo la porta alle loro spalle, più veloce che posso, in modo da non far entrare il freddo pungente di questo inverno, che quest'anno sembra quasi essere iniziato in anticipo: la prima nevicata c'è stata a fine novembre.
"Alla faccia della casa! L'avrete pagata un sacco." Dice Sabrina guardandosi attorno, nel mentre che si toglie il cappotto, per poi appenderlo all'attacca panni.
"Non più di tanto. Quando l'abbiamo comprata non assomigliava neanche lontanamente a quella che vedi; io e Lorenzo ci siamo rimboccati le maniche per ristrutturarla." Spiego soddisfatta del lavoro che ne è uscito fuori. Mesi e mesi di lavoro sono davvero serviti a qualcosa.
"Avete davvero tirato fuori il meglio di questa casa, complimenti...Lorenzo? Tutto apposto con il lavoro?" Domanda Sascha curioso.
"Si dai. Entrare alla Microsoft è stato un enorme privilegio per lui e ne è molto più che felice." Rispondo.
"Beh immagino, ma ora basta chiacchiere...sbaglio o dobbiamo aiutarti a finire questa benedetta cena?" Io annuisco, mentre tutti e tre sorridiamo divertiti per l'entusiasmo di Sascha.

"Una fottuta illusione"-Lorenzo Ostuni-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora