-Me and you-

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È notte fonda, ma viene illuminata dai lampi, che nascono rapidamente. Sono accompagnati da tuoni, forti e rimbombanti, per colpa loro sono rannicchiata sotto le coperte e con la testa imbucata tra il cuscino e il materasso.
Tutti i miei sforzi di scacciare la paura che provo, sono inutili.
Ho bisogno di qualcuno: che mi abbracci, mi faccia smettere di tremare, mi dica "Tranquilla, ci sono io." e quel qualcuno, è Lorenzo.

Allungo, coraggiosamente, una mano da fuori le coperte, alla ricerca del mio telefono.
Tasto il comodino di fianco a me, finché non riesco a trovarlo. Lo stacco dal carica batterie e velocemente lo porto sotto il cuscino, davanti ai miei occhi.

La luce che ne proviene, mi acceca per qualche secondo.
"Cazzo, la luminosità!" Impreco sottovoce, di solito l'abbasso prima di addormentarmi....prima di addormentarmi, per l'appunto.

Riesco ad abituarmi rapidamente, cerco con lo sguardo WhatsApp.
Lo trovo e scrivo a Lorenzo, sperando con tutto il cuore sia sveglio.

Lorenzo...

Non riesci a dormire, vero?

No, ho paura Lore....i tuoni sono troppo forti, per essere sopportati.

Vuoi che venga lì con te?

Non chiedevo altro, però sbrigati.

Dammi cinque minuti, anche meno, e sono da te Bambina.

Fai presto Lore.

Aspettami.

Tiro un sospiro di sollievo.
Fuoriesco dal mio nascondiglio, intorno a me non vedo altro che nero, affiancato da sbalzi di luce bianca.

Mi giro sul fianco, dando le spalle alla porta, guardo la finestra. La serranda è leggermente alzata, il giusto per far passare la luce dei fulmini.
"Perché devo essere così paurosa....alla fine i tuoni sono una conseguenza dei lampi: sono rumori provocati da fulmini, che a seconda del tipo, possono manifestarsi con un colpo secco e forte oppure come un rombo basso e prolungato." Bisbiglio cercando di auto convincermi, che non c'è nulla di cui aver paura, alla fine.
"Sei molto informata, noto...." Sento Lorenzo alle mie spalle, mi volto.
"Già, tutto merito di Wikipedia....ma non credo che la spiegazione scientifica basti, per farmi tranquillizzare." Continuo accendendo la bajour.

"Comunque scusa, non volevo svegliarti....è solo che...."
"Tranquilla, non stavo dormendo." Si affretta dire, senza farmi finire la frase.
"Oh, okay." Non so perché, ma la situazione è al quanto imbarazzante.

"Allora, cosa posso fare per farti passare la paura?" Domanda.
"Distenderti con me nel letto e abbracciarmi, se possibile." Rido, anche sul suo viso si dipinge un sorriso.
"Come desidera....Bambina."

Si avvicina velocemente al letto, per poi alzare il piumone e infilarsi all'interno.
Non gli dò il tempo di sistemarsi comodamente, che mi avvinghio al suo corpo caldo, prendendolo di sorpresa.
"Ehi, ehi....ho capito che mi volevi, ma vacci piano così mi stritoli." Ironizza.
"Lo so, ma avevo tanta paura Lore."
"Avevi, eh? Quindi ora ti è passata?" Procede malizioso, sempre il solito. 
"Si ora mi è passata." Ammetto.

Mi avvolge con il braccio e mi stampa un bacio sulla fronte.
Mi sento così al sicuro con lui.
È come se fosse uno scudo, che protegge un cavaliere dalle lance, spade e frecce.
È come la barriera atmosferica che racchiude la terra, e la salva dai raggi ultravioletti, troppo violenti.
È come un sogno che ci accompagna la notte, ci fa dimenticare la realtà e ci allontana da essa, anche solo per qualche ora.
Lorenzo è qualcosa di unico, l'ho pensato talmente tante di quelle volte, oramai è come un mantra per me.

"Lorenzo...." Lo richiamo.
"Dimmi." Risponde, nell'ultimo periodo lo vedo assente, esattamente come in questo momento.
"Che hai? Sei strano ultimamente." È misterioso, non so come spiegarlo....
"Niente, tornare a casa fa sempre uno strano effetto, non sono abituato alla famiglia....tutto qui." Non credo....
"Sicuro? C'è qualcosa che devi dirmi?" Continuo, anche se ho timore di farlo: stiamo così bene ora, non vorrei farlo alterare o nel peggiore dei casi, letteralmente arrabbiare.
"No, perché? Pensi che debba dirti qualcosa?" Deglutisce nervoso.
"Non so, dimmelo tu. C'è qualcosa che dovrei sapere?" Non la racconta tutta.
"No, va tutto bene....è solo la famiglia che mi stressa, niente di più." Ripete, anche se poco convinto.
"Okay, se ne sei sicuro." Lascio perdere, non voglio litigare: primo sono le due di notte e secondo non voglio rovinare le vacanze, a nessuno.

La stanza ricala nel silenzio.
Si sentono solo i miei sospiri, dovuti ai pensieri che mi frullano in testa: troppe domande, senza risposta.
"Cielo....io e te cosa siamo?" Cosa?! Mi coglie alla sprovvista.
"In che senso?" Chiedo, che intende?
"Nel senso....non lo so in che senso, tu rispondi e basta, io e te cosa siamo?"
"Beh....amici?" Vorrei saperlo anche io cosa siamo, non pensavo neanche ci fosse un....noi.
"Amici? Sicura?" Continua.
"Non lo so....all'effettivo due amici normali non fanno ciò che, beh, facciamo noi." Dico rossa in viso.
"Però due amici si posso divertire a fare quelle cose, giusto?" Domanda.
"Credo che non ci sia nulla di male, ma non possiamo definirli amici....magari sono più di quello." Rispondo incerta.
"Lasciamo stare, fai conto che non ti ho chiesto niente....sono stanco e parlo a cazzo." Si massaggia la fronte con le mano libera.
"O-okay, allora vuoi dormire?" Balbetto, non mi sento proprio a mio agio, sopratutto a parlare dell'argomento.
"Magari!" Esclama sfinito, in effetti: l'ho fatto alzare dal letto a notte fonda, è stato costretto a venire in camera mia e l'ho intrattenuto con chiacchiere inutili e poco importanti....credo.
"Buona notte, allora." Gli stampo un bacio sulla guancia, scivolo via dalle sue mani, mi giro sul fianco e guardo la finestra. Ha smesso pure di piovere.
"Notte." Mi aspetto faccia la stessa cosa, invece mi avvolge, in pochi secondi, la vita con il braccio e mi attira al suo petto, stringendomi forte.
Non posso fare a meno di sorridere.

Si addormenta, quasi all'istante.
Ne ho la conferma quando allenta, leggermente, la presa sui miei fianchi; a quel punto mi volto dalla sua parte.
Lo osservo prima di alzarmi dal letto, per sgranchirmi le gambe, spegnendo anche la bajour rimasta accesa.

Mi stupisco del fatto, che sul suo viso non trovo difetti, in lui non trovo difetti o almeno non li vedo, come prima.
Ora è perfetto: nel suo modo di fare, nei suoi pensieri, nelle sue idee.
È perfetto quando sorride, quando mi abbraccia, quando si passa la mano tra i capelli....una cosa che adoro.
È incredibilmente strano, vedere come si passi dall'odiare una persona a volerle bene....tutto questo nel giro di un mese, nel mio caso.

Io non credo di volergli bene: lo noto da come mi sento, da come mi batte il cuore ogni volta che mi fa un complimento, da come divento rossa davanti a lui, da come mi incanto a guardarlo negli occhi, da come sono presa dalla sua risata.
Io non gli voglio bene.

Sospiro, scuotendo poi la testa.
"Non posso pensare a queste cose, non posso....rischio solo di prenderla nel culo un'altra volta, alla fine soffro sempre....eppure con lui sembra così diverso." Roteo su me stessa e lo guardo, perché sembri così diverso dagli altri? Perché?

Torno verso il letto, devo cercare di dormire, sono stanca e riflettere su queste questioni, non mi sembra il miglior modo per prendere sonno.

Mi distendo sotto le coperte calde, ma non prendo sonno ugualmente, qualcosa mi blocca....e da molto tempo.
"Okay....sai Lorenzo, credo proprio....che mi sto innamorando di te." Sussurro a voce talmente bassa da sentire a malapena io, però dovevo ammetterlo a me stessa prima o poi.
Mi sto innamorando di lui, e non posso farci niente....

Lo bacio sulle labbra, per così addormentarmi incollata a lui.

"Una fottuta illusione"-Lorenzo Ostuni-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora