Vecchie ferite

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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Hiro Mashima; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro

Storia scritta in collaborazione e con la supervisione di Beatrice Cannata

Lucy si svegliò di colpo, era raggomitolata nell'unica, profonda e soffice poltrona verde della camera, si stropicciò vigorosamente gli occhi con il dorso delle soffici e vellutate mani, mentre i caldi raggi del sole, simili a spade di luce la colpivano dritta negli occhi.

Sbadigliò, si alzo riluttante dal comodo tepore della poltrona e si stiracchiò profondamente; quando ebbe finito notò con sorpresa che il letto, sopra il quale si aspettava di trovare a riposare il ragazzo dai capelli color ciliegio, era inaspettatamente vuoto, il candido lenzuolo di seta bianco era avviluppato su sé stesso alla base del letto, mentre sulla sommità del cuscino, vi erano delle bende macchiate di sangue.

Senza che se ne fosse accorta, Lucy era sprofondata in un profondo sonno ristoratore subito dopo aver curato le profonde ferite del ragazzo, "Sarò forse svenuta per lo sforzo?" pensò tra sé e sé mentre continuava a cercare indizi chiaritori nella stanza, che sembrava risplendere di una calda luce ambrata, coadiuvata dal lento svolazzare delle gialle tende sospinte da una leggera brezza.

"Devo trovare qualcuno e chiedergli che fine ha fatto Natsu" pensò determinata mentre usciva a tentoni dalla stanza, ancora debilitata; giunta alla porta cercò di girare la maniglia, ma il solo poggiare la mano destra le aveva provocato un insolito dolore, la ritrasse istantaneamente e fissò sul palmo la profonda cicatrice a forma di virgola che ricordò essersi autoinflitta per curare Natsu. "Credevo che sarebbe guarita in minor tempo, invece pare che ce ne vorrà più del previsto" pensò mentre un piccolo sorriso soddisfatto le si palesò in volto, convinta più che mai che aver aiutato quel ragazzo fosse stata la cosa più gratificante che avesse mai fatto.

Con uno piccolo sforzo aprì la porta e iniziò a correre claudicante verso la camera nella quale si era svegliata la mattina, alla ricerca di qualcuno che potesse dirle se tutto fosse andato a buon fine. A pochi metri dalla porta di legno si sentì chiamare e si voltò:

«Lucy aspetta non fare sforzi, sei ancora debole» disse Mirajane correndo verso Lucy, con i capelli argentei che sembravano risplendere di luce propria, raccolti in una voluminosa coda di cavallo.

«Oh Mira-san grazie per l'aiuto ma sto bene» replicò Lucy sostenuta dalla maga per evitare che facesse sforzi.

«Mia cara ragazza, sei ancora debole, vieni ti porto in camera a riposare»

«N-no grazie davvero Mira-san, sto bene... Ma... Potresti dirmi dov'è Natsu?» chiese Lucy abbassando lo sguardo verso il lungo tappeto rosso che tempestava il lungo corridoio.

«Natsu è fuori, sulla veranda del secondo piano, credo che starà parlando con mio marito di alcune questioni» disse Mirajane con il consueto sorriso stampato in faccia.

"Oh meno male, quindi Natsu sta bene!" la tensione che aveva attanagliato Lucy fino a quel momento d'incanto svanì, si sentì come libera da un peso opprimente.

«Vorrei tanto vederlo, credi di potermi accompagnare Mira-san?»

«Certamente mia cara, dobbiamo prendere le scale lì in fondo»

«Capito, comunque credo di poter camminare da sola, non vorrei recarti altre noie»

«Non mi rechi alcuna noia ragazza, sei nostra ospite è mio dovere aiutarti, comunque ti lascerò camminare da sola se proprio ci tieni» replicò Mirajane allentando lentamente la presa attorno alla ragazza.

The Cursed Alpha DragonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora