Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Hiro Mashima; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro
Storia scritta in collaborazione e con la supervisione di Beatrice Cannata
Se fossero passati giorni, settimane o mesi, Erza non sapeva dirlo, le giornate in quella lugubre e maleodorante cella erano scandite dalle ripetute e dolorose torture di Seilah, coadiuvate occasionalmente dalla presenza di Kyouka e dal suo sguardo tetro, appagato dalle urla della ragazza dalla chioma ramata.
Ogni volta i trattamenti che la procace aguzzina riservava a lei e alla povera Wendy diventavano sempre più cruenti ed insopportabili; gli unici momenti di sollievo, se così si potevano chiamare, erano quando venivano lavate dal sangue, che puntualmente sarebbe tornato ad imbrattarle nelle punizioni seguenti, e quando le venivano posti alla bocca dell'acqua, dalla dubbia provenienza, e del pane raffermo di almeno quattro o cinque giorni.
Il corpo di Erza era visibilmente provato, solcato da lacerazioni più o meno profonde, ematomi grossi quanto la sua testa avevano reso la sua pelle, un tempo rosea e quasi scintillante, chiazzata di tonalità di viola e nero e la sua chioma, un tempo lunga fino al bacino, era stata brutalmente deturpata da Kyouka in un attimo di collera.
"Forse è meglio arrendersi e farla finita, non usciremo vive da qui..." pensò Erza dopo l'ultima punizione di Seilah, che nuovamente aveva violato la sua intimità e ricoperta di sangue dalla testa ai piedi.
«Ti consiglio di restare viva mia cara.... La prossima volta ci sarà anche Kyouka-sama, se dovessi morire la tua amica farà la tua stessa fine» disse la donna di spalle, mentre saliva lentamente la scricchiolante scala di legno.
«Sigh.. Erza-san ... non ce la faccio più» singhiozzò Wendy, nella cui voce sembrava non esserci più vitalità.
«Io... non... mi arrend...» bofonchiò Erza con un grumo di sangue in gola dopodiché, senza alcuna avvisaglia, la flebile luce della candela si fece appannata fino a scomparire nell'oscurità.
Il buio era stato il suo unico compagno per tutto quel tempo, probabilmente lo sarebbe stato per ancora molto, o addirittura lo sarebbe stato per sempre; ben presto quel pensiero funesto sembrò diradarsi, come nuvole spazzate da un vento caldo, il risveglio di Erza non fu traumatico come al solito, un deciso tintinnio di catene vicino l'orecchio la destò lentamente, aprì l'occhio destro a fatica e notò una ragazza dai capelli blu sciolti armeggiare sulle catene che la tenevano imprigionata.
«We-Wendy... coff coff , cosa stai facendo?» biascicò Erza sputacchiando ancora del sangue e sforzandosi di credere che quello non fosse solo un sogno.
«Ce ne andiamo di qui Erza-san» replicò Wendy decisa, aprendo il primo lucchetto e allentando la tensione sulle catene della ragazza, facendola cadere rovinosamente sul freddo pavimento di pietra ricoperto di sangue incrostato.
«Ouch che dolore...» squittì Erza con una smorfia di dolore.
«Scusami, ecco ho quasi fatto anche con questa» replicò Wendy armeggiando con il secondo lucchetto e liberando definitivamente la ragazza.
«Siamo libere...» Erza abbozzò un sorriso in risposta a quello di Wendy, cercando di rimettersi in piedi e sostenuta dalla ragazza.
«Ora viene la parte più difficile...» disse Wendy sistemandosi il lenzuolo lercio che aveva indosso e accertandosi che Erza fosse in grado di reggersi sulle sue gambe.
«Preferisco rischiare di essere catturata di nuovo piuttosto che rimanere qui senza far nulla... aspettiamo che scenda la donna che ci porta da mangiare, appena avrà sceso i gradini la metteremo fuori gioco» disse Erza tastando il proprio corpo.
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The Cursed Alpha Dragon
FanfictionSovengarde, un esteso continente attanagliato dalla continua minaccia di creature mitologiche, tra le quali i draghi. Per difendere i villaggi e le città sono sorte vere e proprie associazioni di cacciatori, chiamate Gilde. Ogni gilda si erge a dife...