Avanti

85 12 1
                                    

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Hiro Mashima; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro

Storia scritta in collaborazione e con la supervisione di Beatrice Cannata

I lunghi e profondi singhiozzi di dolore di Wendy rompevano il tetro silenzio della stanza, ancora avvolta in una penombra snervante, dalla quale Erza non riuscì a capire chi fosse l'altra figura al fianco di Kyouka.

«Taci piccola mocciosa, oppure ti farò assaggiare il vero inferno» tuonò la donna minacciosa.

«Sigh... sigh» sibilò mestamente Wendy mordendosi le labbra.

«Lasciala stare vigliacca!» disse Erza carica di rabbia cercando di divincolarsi dalle pesanti manette che le inibivano ogni movimento.

«Ku ku ku, ne hai di coraggio per minacciarmi nelle tue condizioni» disse Kyouka avvicinandosi alla ragazza dai rossi capelli e solcandole l'addome con le sue lunghe unghie.

«Ouch... tch... che tu sia dann...» Erza cercò di ribellarsi, ma fu colpita in pieno volto da Kyouka, il che le fece perdere una copiosa quantità di sangue dal labbro.

«È ancora troppo ribelle per i miei standard, vediamo di farti abbassare la cresta cara...» continuò Kyouka afferrandole le labbra e stringendole a tal punto da aumentarne la fuoriuscita di sangue.

«Cofa, vuoi da me» bofonchiò la ragazza dalla rossa chioma con le labbra ancora serrate nella morsa della sua carceriera.

«È molto semplice, voi siete le uniche due superstiti di Sheltac e Rosemary di cui sia riuscita a trovare informazioni»

«E cosa abbiamo fatto per meritarci le tue attenzioni!? Eravamo piccole quando furono distrutti, da allora abbiamo vissuto nell'orfanotrofio di Whiterun» replicò Erza con forza.

«So anche questo mia cara, ma voi non siete due sopravvissute qualunque, i vostri villaggi erano gemellati e i capifamiglia delle due dinastie più antiche custodivano il segreto per un'arma miracolosa, la Jinsei no ken»

«Non ho la minima idea di cosa tu stia parlando!» esclamò Erza furente.

«Fu fu fu, voi due siete le ultime discendenti di queste due dinastie e grazie a voi sarà possibile ricreare questa spada leggendaria che mi darà la vita eterna ku ku ku» esclamò Kyouka con una voce così tetra che la stanza sembrò diventare ancor più lugubre.

«Io non ne so niente ti dico» insistette Erza abbassando lo sguardo.

Kyouka le afferrò il mento e la fissò dritta nei profondi occhi lucidi.

«Forse dici la verità, o forse no, magari la risposta è dentro di te... Lo appureremo, fatti avanti Seilah»

La figura che finora era rimasta nell'ombra, immobile e in un inquietante silenzio acquisì il favore della luce, palesandosi di fianco a Kyouka.

Seilah era una ragazza all'apparenza innocua, aveva lunghi capelli color cobalto che le scendevano lungo la schiena, un grazioso cerchietto rosso con un teschio sul lato destro, verdi occhi da cerbiatto, le mani raccolte solennemente, un abito grigio con dei disegni floreali dorati che arrivava fino alle ginocchia e lasciava l'ampio e florido seno in mostra in una profonda scollatura.

«Direi che è giunta l'ora di divertirci un po' che ne dici?!» disse Kyouka leccandosi profondamente le labbra.

«Come desideri mia padrona» rispose Seilah servilmente.

Kyouka aprì il vaporoso mantello, rivelando una lunga frusta marrone e sul corpo seminudo, coperto solo da fasce di seta color avorio che lasciavano poco spazio all'immaginazione, recava delle profonde e fresche ferite, che richiamarono l'attenzione di Erza.

The Cursed Alpha DragonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora