Capitolo 5

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Luke's pov
"Facciamo un gioco" batte le piccole mani e saltella un pò sui piedi.

"Che tipo di gioco?" la guardo mentre barcolla sotto il mio braccio stretto sulle spalle

"Io canto e tu devi indovinare la canzone!"

"Ma se canti è facile, riconoscerei subito la canzone" si porta alle labbra picchiettandole e si ferma.

"Perchè ti sei fermata?"

"Shhh, sto pensando" mi metto a ridere ma lei mi guarda male allora soffoco le risate

"Trovato!" inarco un sopracciglio e la guardo aspettando una spiegazione ma lei inizia a dire cose senza senso.

"Allora c'è una porta" allarga le braccia
"e io busso" bussa davanti alla sua porta immaginaria, poi mi guarda aspettando mentre io non so che dire.

"Allora?" il suo sguardo si fa più pressante

"Allora cosa? Non so cosa devo fare" mette il muso

"Sei una schiappa, comunque siamo arrivati" mi indica un piccolo hotel  dall'altro capo della strada e aumenta il passo, mi chiedo perchè stia albergando qui, se sia stata una fuga, non mi ha detto precisamente perchè sia ritornata qui ma sembrava abbastanza sicura di voler star lontana da Dean.

Salutiamo la receptionist e quando entriamo nell' ascensore si tiene stretta al corrimano come se avesse un giramento di testa, la afferro fra le braccia e la stringo al mio petto.

"Stai bene Lys?" annuisce e mi circonda con un braccio mentre la cullo piano, quando si aprono le porte sembra aver riacquisito la sua vivacità alcolica.
Cammina veloce fino alla sua stanzetta e prova varie volte ad aprire la porta senza riuscirci, le vado incontro e le poggio la mano sulla sua stabilizzandola, mormora un "grazie" prima di entrare nella camera.
Con mia grande sorpresa è ordinata, Alyssa non è mai stata la tipa molto ordinata, ma dando un occhiata più ravvicinata mi rendo conto che in realtà c'è pochissimo in questa stanza, il minimo essenziale, poggio il mio sguardo su di lei vedendola armeggiare con il giubbino.

"Sei una frana" dico avvicinandomi, si gira colta in fallo e mi fa la linguaggia, le scompiglio i capelli mentre le faccio scorrere la zip verso il basso.

"Tu ci pensi mai a noi due?" si gira verso di me alla mia domanda.

"Non ci pensavo molto in realtà, avevo tutti brutti ricordi, ma penso che lo farò quando sarò di nuovo in America" mi blocco con la mano a mezz'aria ed è lei ora a poggiarci le sue dita fredde sù

"Devo ritornarci Luke, anche se stare qui con te ora mi toglierebbe molti problemi, ma non posso lasciare tutto lì, sei cambiato ora ma quel che mi hai fatto mi è sempre rimasto, me ne andrò con un nuovo ricordo di te e ogni volta che ti penserò lo farò con il sorriso e non con rabbia" mi attira a se e poggia le labbra sulle mie, muovendole piano come per ribadire il concetto.
Quando mi lascia vado a poggiarmi alla tastiera del letto, privandomi prima delle scarpe e stendendo i piedi sul letto, non so cosa abbia voglia di fare ma le starò accanto in ogni cosa.
Si rintana in bagno e sento l'acqua
scrosciare.
Poggio i piedi raffreddati sotto le coperte quando sento un telefono vibrare, caccio il mio dalla tasca non notando nessun messaggio in arrivo o chiamata, vago con lo sguardo la stanza seguendo il rumore quando vedo il telefono di Alyssa su un cassetto, non dovrei ma lo faccio.
Mi avvicino al cellulare leggendo l'anteprima di un messaggio.

"Mi dispiace" era da parte di una ragazza il messaggio e non diceva nient'altro, faccio un breve calcolo delle ore, sono le 6 del pomeriggio in America essendo le 11 qui.

Riprendo il mio posto iniziale e quando sto per addormentarmi sento la porta del bagno aprirsi, rimango nel mio stato di torpore quando sento il suo corpicino sopra al mio.
Apro un occhio e le sorrido, indossava  un pigiamino che non le avevo mai visto, bianco e nero, mi accorgo solo ora che non indossa il pantalone ma non dico nulla in merito, la maglia lunga la copre da sguardi indiscreti.

INDISTRUCTIBLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora