Capitolo 6

18 4 0
                                    

C'è un momento di smarrimento generale, io e Dean siamo momentaneamente gelati, io per essere stato colto in fallo e lui per star mettendo a punto un puzzle.
Sento la voce di Alyssa ma non le do conto aspettando una qualunque mossa dal ragazzo che mi guarda.
La mossa arriva, dopo interminabili minuti di aspettativa, arriva quando la ragazza che mi chiamava a gran voce dal lettino di quella stanza arriva davanti alla porta gurdandomi interrogativa.

"ma che diamine stai facendo?" la guardo senza parlare aspettando che si rendi conto di quella terza presenza.
Fisso il mio sguardo in quello di Dean, ammirando lo sguardo di un ragazzo innamorato alle prese con la sua cotta, ma poi qualcosa cambia, guarda lei e il suo abbigliamento e poi me a torso nudo.
I suoi occhi diventano di un blu perlaceo, schiarito da lacrime che non arrivano, per orgoglio immagino.

"Dean.." il gemito basso che proviene da Alyssa mi riporta a guardarla nuovamente, il suo volto è una pugnalata allo stomaco, vedo in lei un espressione che non ho mai visto prima e senza nessun invito ad andarmene lo faccio di mia spontanea volontà e i due non sembrano nemmeno accorgersene.

Dean's pov
Mi sembrava una libellula così piccola e fragile ma al contempo così leggiadra, le parole mi erano morte in gola solo a vederla, dopo settimane trancorse a sognarla e struggermi al pensiero di non rivederla più.
È la confusione che prevale al momento, il mio cervello si rifiutava di partorire il quadro completo della situazione o meglio, non volevo accettarla.
Quando pronuncia il mio nome il mio cuore sembra scoppiare di gioia, quanto mi è mancata la sua voce, la sua figura, tutto di lei.
Resto lì a fissarla incapace di parlare, eppure avevo preparato un discorso degno da oscar per tutta la durata del viaggio.

"Dean?" la sua voce timida e imbarazzata in quel momento mi avvolge come velluto.
La sua mano mi sfiora una spalla non vedendo nessuna reazione, faccio cadere la borsa dalla spalla e le accarezzo la guancia.

"È stato un viaggio inutile, vero, bambina?" prende la mia mano tra le sue e se la passa sulla guancia in un momento ritmico, persa in quel gesto non si accorge delle mie parole.

"Dobbiamo parlare Alys" ritiro la mano e le guardo il corpo mal coperto da un maglione, lei segue il mio sguardo e annuisce

"È il suo maglione, aspetta qui" entra lasciandomi lì in attesa, poggio la fronte al muro prendendo un grosso respiro, come se stessi ritornando a respirare solo ora che lei era nelle vicinanze.
I rumori che mi arrivano attutiti dal muro sono pochi, qualche parola sussurrata, un rumore secco e poi una porta che sbatte due volte, sono quasi intento ad entrare quando la porta si apre ed esce il ragazzo che poco prima aveva mentito sulla presenza di Alyssa.

"Mi son fatto promettere di chiamarmi se ci sono problemi quindi non crearne" la minaccia sott'intesa mi arriva forte e chiara ma non sapendo la reale identità di questo ragazzo non potevo permettermi di alzare questioni, non ora che fremevo dalla voglia di poter chiarire le milioni di domande che da giorni e giorni mi tormentavano.
Entro nella camera chiudendomi la porta alle spalle.

Lei era lì poggiata con il fianco alla porta che dava sul terrazzino, un alone di fumo si ergeva al di sopra dei suoi capelli come un vulcano in eruzione, era bella da mozzare il fiato anche rivolta di spalle, mi erano mancate le sue spalle piccole, i piedi nudi, i capelli che riflettevano i pochi raggi di sole presenti in quel cielo raffreddato.

Vorrei parlarle e dirle molte cose, ma la sua freddezza ora e la presenza di quel misterioso ragazzo avevano riarso le mie speranze come una foglia bruciata dal sole, volevo capire, conoscere, non più spiegare.


"Come hai fatto a trovarmi?" si gira il minimo per mostrarmi una parte del volto mentre l'altra è rivolta verso l'esterno.


INDISTRUCTIBLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora