Chapter 12

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Aprii gli occhi lentamente, svegliata dalla luce del sole che filtrava dalla finestra. Misi a fuoco quello che avevo davanti e rimasi incuriosita a fissarlo. Jackson, al contrario di me, non si era svegliato ma stava ancora dormendo beatamente. Eravamo girati l'uno verso l'altro e non potei non rimanere ammaliata da quel viso angelico. Il sole lo colpiva nei punti giusti, scolpendolo. L'espressione rilassata e distesa mi tranquillizzava.
Ormai mi ero stampata il suo viso nella mente, e più lo guardavo più pensavo a quanto fosse bello.

Risvegliatami dalla transe guardai l'orologio. Era tardissimo.
"Jackson svegliati è ora di alzarsi." Lo scossi non troppo forte avvicinandomi.
"Mmmh.. ancora cinque minuti." Rispose crucciando le sopracciglia e tirandomi a sé. Mi ritrovai in un istante al caldo, nelle sue braccia. Contro il suo petto. Nudo. E gli addominali. Non stavo respirando. E più cercavo di uscire da quella presa più lui mi stringeva.

"Jackson, alzati." Cercai di parlare ma uscirono parole strozzate dall'imbarazzo.
"Ancora cinque minuti mamma!" Piagnucolò avvinghiandosi ancora di più, appoggiando la testa sulla mia spalla, tanto che sentii il suo respiro caldo sul collo e questo mi provocò un brivido. Rimasi scioccata quando incrociò le gambe insieme alle mie e sentii qualcosa far frizione tra me e lui.
Non potevo crederci... come ero arrivata fino a lí insomma?! Stavo esplodendo dall'imbarazzo.
"OK ADESSO SVEGLIATI PER FAVORE, NON RIESCO AD ALLONTANARTI SEI TROPPO PESANTE." Gli urlai nell'orecchio senza neanche guardarlo. Sobbalzò spalancando gli occhi e discostandosi un poco da me.

"Mi lasci andare.. ? " sussurrai evitando il suo sguardo.
"Oh..buongiorno." Disse tranquillo, ma dopo due secondi si accorse della sua erezione mattutina contro la mia coscia e si staccò subito da me. "MERDA SCUSA NAMI, OH MERDA."
"Non ti preoccupare, io.. vado in bagno." Con calma andai in bagno e chiusi a chiave.
Mi appoggiai al lavandino guardandomi allo specchio. I miei capelli erano aggrovigliati e le guance rossissime. Non poteva essere successo veramente quello che è successo. Non riuscivo davvero a crederci. Mi sciacquai il viso con l'acqua fredda ripensando alla sensazione che mi aveva provocato. Mi ha sorpreso, certo... però mi sentivo anche.. eccitata?
WHAT?!?

Mi lavai i denti velocemente ed entrai in doccia.
Una volta che finii e mi avvolsi nell'asciugamano mi accorsi di non aver preso nè l'intimo nè il cambio.
"Brava Nami, sei molto intelligente insomma." Mi rimproverai.

Aprii la porta del bagno piano piano, sperando di non trovarmi davanti il biondo. Corsi velocemente in camera e non era neanche lì. Tirai un sospiro di sollievo e presi i vestiti. Mi girai per uscire e andai a sbattere contro qualcosa di duro.
"Attenta!" Jackson mi stava tenendo per le spalle, cercando di non far cadere un lembo dell'asciugamano. Stavolta lo guardai e vidi che pure lui era in imbarazzo.
"G-grazie." Lo scansai tenendomi stretta tutto e scappai in bagno.

Dopo aver fatto colazione, preparato lo zaino con acqua e cibo, siamo saliti in macchina.
Il tutto in silenzio.

Dopo il secondo episodio imbarazzante di quella mattinata non si era sentita una sola parola tra di noi. Ci vergognavamo tanto da non riuscire a dire nulla.
Mentre guidavo Jackson guardava fuori dal finestrino, rivolto dall'altra parte. Non so a cosa pensasse ma io ero ancora sconvolta dalla situazione. Sconvolta e... contenta? Possibile?
Quando arrivammo parcheggiai e scendemmo.

"Questo è un vecchio tempio di generazioni d'antenati. Qui c'è anche mio nonno." Spiegai brevemente entrando. Lui annuì soltanto.
Presi l'incenso, lo accesi, lo appoggiai sul suo apposito piedistallo e pregai.

"Caro nonno, stai bene? Era da tempo che non venivo a trovarti, ma come vedi non mi dimentico mai di venire qua. Sai, la nonna sta meglio, per ora, e questo vuol dire che devi aspettare ancora un po' per riaverla con te." Sorrisi e guardai in aria. "Oggi sono con un amico, Jackson, e devo dire che tra di noi stanno succedendo troppe cose.... strane.
Adesso se saresti qui mi diresti che ho il fidanzatino e che sono cresciuta, ma solo la prima sentenza è falsa. Io spero veramente di non rovinare quest'amicizia con qualcosa di più... profondo." Ci ripensai a fondo sull'ultima frase che dissi, per poi concludere con "forse."
"Nonno, proteggimi, proteggi la nonna e i miei genitori. Tornerò presto a farti omaggio." Mi inchinai e poi uscii.

Sweet // Jackson WangDove le storie prendono vita. Scoprilo ora