Chapter 17

406 23 24
                                    

"Nami apri questa stramaledetta porta!" Iris urlava dall'altra parte del materiale di legno, la porta, sbattendoci contro ripetutamente i pugni. I colpi rimbombavano per tutta la casa.
Lentamente andai ad aprire.

"YAH! Finalmente! Troppa fatica alzarsi dal divano?!" Esclamò appena aprii e entrando in casa spingendomi di lato, facendomi perdere l'equilibrio.
"Si dà il caso che sia casa mia, e che esista il libero arbitrio. Per cui se non voglio aprire o alzarmi dal mio comodo divano POSSO FARLO SENZA CHE POI VENGA RIMPROVERATA." Dissi leggermente più forte di lei. Sbuffò e si sedette sul divano.

Un mese era ormai passato dall'ultima volta che l'avevo vista... e che avevo sentito Jackson.
Con amarezza, ammetto che l'ho sempre pensato. E mi mancava.

Lui e i ragazzi.
Perchè erano una novità, erano entrati nella mia vita senza chiedermelo, aprendo la porta del mio cuore ed entrandoci senza far rumore.. come sono sdolcinata.

Sentivo la loro mancanza, la mia vita era più noiosa.. e certamente più silenziosa.
Mi sorprendeva ancora come la loro esistenza mi avesse scombussolato dentro.

"Devi uscire Nami, e devi rispondere alle chiamate! Non puoi stare chiusa in casa tutta la vita come una zitella. Anche perchè io poi non vengo a badare ai tuoi gatti." Sorrisi immaginandomi. "Dovresti rabbrividire, non sorridere." Esclamò seria.
Sospirai.

"Fatti una risata Iris." Camminai verso il divano e mi ci sedetti, sprofondando trai cuscini. Mi voltai verso di lei e potevo prevedere lo scoppio di una bomba.
"Nami! Non c'è nulla da ridere su questa situazione! Adesso ti vai a lavare, ti vesti e usciamo. Non m'interessa se non vuoi, tu ora obbedisci!" Urlò prendendomi per un braccio e obbligandomi ad alzare il sedere dal soffice e comodo divano.

"Sì mamma." Mugolai roteando gli occhi al cielo e andando in camera strisciando i piedi faticosamente.
Non avevo voglia di fare nulla, ma ero comunque costretta a farla felice. Non voglio perdere l'unica amica che ho, quindi mi tocca obbedire alla mia lurida e benevola coscienza.

Entro in camera e osservo la schermata luminosa del telefono, che avevo lasciato, volontariamente, sul comodino. Stava vibrando e sapevo chi poteva aspettarmi dall'altra parte.

Stavolta risposi. Dopotutto non potevo evitarli per sempre, a quanto pare.

"Pronto?"
"Oh santo Giuseppe e la pazienza che aveva con Maria! Finalmente hai risposto!!" Sentii la voce squillante e contenta di Bambam dall'altro capo, con sottofondo altre voci. "Perchè non rispondevi mai?! Anzi, non lo voglio sapere. Iris è lì, lo so, e tu dopo ci vieni a salutare. Punto." Risi perchè non mi aveva neanche lasciato il tempo di pensare a qualcosa da dire. Emisi un suono di approvazione.

Rimanemmo qualche secondo in silenzio.
"Non volevo essere io il primo a dirlo, ma tu mi costringi. Mi sei mancata sfigata.. ci sei mancata." Mi morsi il labbro inferiore. "Sai, mi aspetto una risposta. Non ho chiamato per parlare da solo o perchè voglio ascoltare la mia bellissima e sensuale voce." Risi contenta di sentire ancora il suo tono sarcastico.

"Mi sei... siete mancati anche voi." risposi rassegnandomi. Bambam urlò, cosa che mi fece sobbalzare e cadere il telefono dalle mani. Imprecai silenziosamente, con tutta la calma possibile, raccogliendolo.

"Hai finito di urlare?!" chiesi alzando la voce per farmi sentire. Smise dopo qualche secondo, armonizzando la sua voce con i versi di Coco. Alzai un sopracciglio aspettando che tornasse a parlarmi, mentre presi il cambio per andare in bagno.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: May 20, 2017 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Sweet // Jackson WangDove le storie prendono vita. Scoprilo ora