Chapter 15

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Mi alzai al solito orario, la mattina seguente.
Aprii il negozio e iniziai la preparazione delle decorazioni di una torta per un matrimonio, che andava consegnata poco più tardi dell'ora di pranzo.

"Ehilà.. principessa? Mi senti almeno?" Venni scossa da Suzy. "Ti sei incantata di nuovo." Continuò, agitando una mano davanti al mio viso. Ci misi qualche secondo a riprendermi dalla transe in cui ero, successivamente la guardai scuotendo il capo.
"Scusa, devo aver dormito male, non riesco a concentrarmi completamente."

"Mh.. dai ripigliati, una volta che apriamo non avremo un momento di pace." Mi disse appoggiandosi alle mie spalle. Annuii facendole continuare il suo lavoro.

~

"Buona giornata, arrivederci e gamsahabnidaaa-!" Il cliente mi sorrise mentre usciva dalla pasticceria, cosa che mi rendeva orgogliosa del lavoro che avevo fatto. Sobbalzai quando sentii invece la vibrazione del cellulare nella tasca del grembiule.
"Pronto?" Risposi, quando tornai in laboratorio.
"Nami, esci a pranzo con me oggi."
"UAO JACKSON, non si usa più salutare?" Mi rispose lamentandosi del mio sarcasmo.
"Naaamiiii~ ti pregooo."
"No, ho già un impegno e non voglio essere cattiva soltanto perchè tu lo vuoi."
"Ecco, vedi il tuo problema? Sei troppo gentile e-e.. ingenua! Esci con me! Ti divertirai di più!" Alzai gli occhi al cielo e iniziai ad innervosirmi.
"Jackson, basta. Io andrò a prendere Nashiko, discorso chiuso. E se pensi che la mia gentilezza sia un difetto: BENE. D'ora in poi mi vedrai sotto un altro aspetto. CIAO."
"No Nami aspett-" chiusi la telefonata sbuffando, e pensando se avessi esagerato.

'No, non hai esagerato. Sei adulta e anche se i consigli non fan mai male sai comunque pensare per te stessa.' Mi dissi.
"Aaah, come mi arrabbiare quando fa così!" Sbattei i pugni sul tavolo d'acciaio sentendomi frustrata. Chi è lui per potermi dire che son troppo buona? È brutto poter aiutare qualcuno che non ha nessuno per orientarsi in un nuovo mondo? A me non sembra che io stia sbagliando! Scossi il capo cercando di dimenticare la telefonata e mi incamminai al bancone, quando il cellulare vibrò di nuovo.

"Pronto?"
"Scusa Nami, ehm.. Jackson mi ha detto di chiederti se ti va di andare al parco dei divertimenti .. o a prendere un gelat-"
"No, scusami Mark, io oggi non ci sono. Salutami tutti e dì a Jackson, per favore, di smetterla." Chiusi la telefonata senza salutare. Non ne potevo più. Insomma, una cosa è voler proteggere qualcuno, un'altra è dover insistere fino a farla diventare pazza!

~

Ero già in viaggio verso l'aeroporto, preoccupata sul cosa poteva succedere dopo il suo arrivo.
Parcheggiai e scesi dalla macchina, dirigendomi all'interno.
Guardai i cartelloni degli atterraggi e quando trovai il numero giusto qualcuno tamburellò sulla mia spalla, cosa che mi fece voltare e rimanere sorpresa.
"Pensavo di essere in anticipo.."
"Non si dice neanche più ciao?" Nashiko mi sorrise, facendomi fare altrettanto. Con mio stupore mi abbracciò. Subito non risposi, ma poi mossi le braccia per rispondere.
"È bello non sentirmi del tutto solo."
"Beh, adattati; perchè quando avrai bisogno, e non, io ci sarò. In pratica, ci vedremo molto spesso." Sorrisi prendendo il suo zaino per aiutarlo.
"Su, andiamo."

~

"Quindi.. dove ti devo lasciare?" Dissi rompendo il silenzio che si era creato in macchina.
"Oh, qua." Rispose aprendo un biglietto e leggendomi la via. Annuii e rimanemmo in silenzio, di nuovo.
"Sai, non capisco. Da quando ti conosco non ti ho mai sentito cantare.. o visto ballare. Come hai fatto ad entrare a far parte di un agenzia di intrattenimento mi è difficile da immaginare."
"Beh, almeno sono bello." Disse atteggiandosi da ragazza, facendomi ridere. Sentii il suo sguardo su di me, anche se non potevo girarmi a guardarlo.
Quando ci fermammo a un semaforo rosso potei voltarmi e quando incontrai i suoi occhi arrossii. Sembrava mi stesse penetrando dentro.
"Fissare è da maleducati, smettila." Dissi ridacchiando.
"Non mi ricordavo fossi così bella." Rimasi sbalordita da quella affermazione che mi si spense la macchina sotto i piedi, provocando uno strombazzamento di clacson.
"Baggianate."
"Sto dicendo sul serio."
"E io dico sul serio che fissare è poco educato."
"Non scherzo quando dico che sei bella."
"Non attaccano con me queste smancerie."
"Sciocchezze, stai arrossendo." Disse ridacchiando e pungendomi una guancia. Mi lamentai scacciando via la sua mano.
"Per fortuna non devo sentire più i tuoi ridicoli appunti su di me. Siamo arrivati." Dissi indicandogli l'edificio dove l'avrei lasciato. Mi costeggiai al marciapiede e spensi la macchina.
"Beh... grazie. Ti chiamerò presto allora."
"Ne~" risposi annuendo. Aprì lo sportello della macchina, ma prima di uscire si sporse verso di me e lasció un bacio sulla mia guancia.

Sweet // Jackson WangDove le storie prendono vita. Scoprilo ora