Chapter 10

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Domenica 31 Marzo, ore 13.

Sto servendo del caffè in un enorme bicchiere per riuscirmi a svegliare del tutto ma non riesco a non pensare a Jackson. È passato poco tempo, ok, ma non riesco proprio a non pensare a quello che è successo.
"Esci dalla mia testa.." parlo tra me e me.
"Chi deve uscirti dalla testa?" Mi giro da dove proviene la voce.
"Oh.. oggi sei un pokemon selvatico insomma." Sorrido guardando e prendendo in giro la mia amica.
"Ah-ah, spiritosa. Avevo voglia del verde e questa è la migliore che ho." Rispose sistemandosi la parrucca verde prato. "Quindi chi è che deve uscire dalla tua testa? JB? Jackson? Junior?" Si sporge sul bancone appoggiando un gomito e portando la mano sotto il mento.
"Jackson.." sussurro, nascondendomi facendo un sorso dal bicchiere.
"AH! LO SAPEVO!"
"MA COSA TI URLI MI HAI FATTO SALTARE!" Dissi tenendomi una mano sul cuore. Lei sorrideva solo maliziosamente.
"Tra voi nascerà qualcosa, questo lo so."
"Tu non sai un bel niente, quello che provo per lui è solo indifferenza. Mi chiedo solo perchè è stato così maleducato."
"Sì risparmiami la storia che mi hai già raccontato che non ho voglia di sentire." La fulminai. "Bensì, andiamo a distrarci da qualche parte.. potremmo andare al ristorante stasera."
"E nel frattempo questo pomeriggio? Sto a contarmi le dita?"
"Fatti venire qualcosa in mente! Non posso essere l'unica ad avere idee eh." La nostra conversazione fu interrotta dalla suoneria del mio cellulare.
"Pronto?"
"Tesoro, perdona la tua mamma se ti chiamo a quest'ora e interrompo il pranzo."
"Non ti preoccupare mamm-"
"Tesoro mi sbrigo, dobbiamo andare all'ospedale. Volevo solo dirti che domani parti e vieni qua al posto mio. Non possiamo permetterci che tu non veda tua nonna prima che m-"
"Ok! Non portare sfiga però! Sarà solo una piccola ricaduta. La nonna resisterà almeno un altro anno, quindi sii positiva." Cercai di sorridere risollevando mia madre.
"Mh.. Nami, miraccomando, fatti accompagnare all'aeroporto, non guidare te. Ti mando il biglietto via email."  Ci salutammo e chiuse.
"Domani vado da mia nonna in Giappone." Dissi a Iris.

Ore 19:24
"Ma... quindi non dirai ai ragazzi che parti?" Chiese la mia amica mangiando del ramen. Scossi leggermente la testa in segno di negazione.
"E se ti cercano?"
"Non ci sarò, punto."
"Mh... vuoi che ti accompagno?"
"Iris, starò bene, non ho bisogno di nessuno. In più tu hai il tuo lavoro che non puoi lasciare così a caso." Sventolo le bacchette a destra e sinistra gesticolando.
"Va bene. Però poi non ti lamentare se sei da sola." Mi punta contro una delle sue bacchette e mi rivolge uno sguardo severo che ricambio alzando gli occhi al soffitto.
Il ristorante che avevamo scelto stasera era vicino a casa di Iris e non era un gran che, ma almeno il ramen era decente.
"Domani ti accomp-" la suoneria del mio cellulare interruppe Iris.
"È Jacks-"
"RISPONDI!"
"Ma sei matta, no." Mi prese il cellulare di mano e rispose alla chiamata. Sbuffai sapendo che non potevo più fare nulla.
"Pronto? MA CIAO JACKSON, COME STAI? Ah, vuoi parlare con Nami, te la passo." Fece per darmi il  telefono ma rifiutai di prenderlo.
"È vero! È in bagno! Ecco perchè ho risposto io, vuoi che le riferisca io quello che vuoi dire?.... Ok, glielo dirò. Domani però non può incontrarti, deve partire per tornare in Giappo-"
"NON RACCONTARE COSA NON VOGLIO DIRE!" Le urlai praticamente contro facendola sobbalzare. Quei pochi clienti che c'erano ci guardavano impassibili.
"Ciao Jack, ci sentiamo."
"Avete finito vedo, grazie per darmi ascolto eh."
"Bha, adesso ti arrabbi ma poi sarai contenta di quello che avrò fatto."
Sorrise e io scossi la testa finendo il mio pasto.


Lunedì 1 aprile, ore 11:00.
Finalmente la valigia era pronta e io pure, proprio nel momento che stavo per chiamare un taxi suonarono alla porta.
"Sì chi è?" Chiesi aprendo la porta per poi pentirmene subito.
"Ehm.. ciao. Possiamo accompagnarti all'aeroporto noi se ti va bene.." guardai Jackson negli occhi senza riuscire a parlare.
Rimanemmo qualche secondo a fissarci, senza dire nulla.
"Dai vieni, lo faccio per scusarmi." Mi prese per il polso trascinando la mia valigia e me fino alla macchina. Non ebbi il tempo di controbattere che ero già stipata nel furgoncino in mezzo a Junior e Jackson.
"Sembra quasi un rapimento.." cercai di sdrammatizzare una volta ripreso conoscenza.
"Ciao principessa." Disse Jaebum sorridendomi dallo specchietto per il pilota, feci una smorfia per il soprannome e risi.
Partimmo.
"Come sapete a che ora parto?"
"Ci ha informato Iris, su tutto." Mi rispose Junior sorridendomi.
"Ah ecco, non sta mai zitta quell'idiota.."

Durante il viaggio riuscii a divertirmi; cantavamo e ballavamo, per quello che potevamo, e raccontavamo barzellette. Come dei bambini.
Arrivati all'aeroporto mi fecero scendere e mi portarono la valigia.
"Grazie ragazzi, siete stati gentili, anche troppo." Sorrisi inchinandomi e salutando con la mano. All'improvviso Jackson me la strinse e mi trascinò dentro, coprendosi il viso con una sciarpa e tenendo uno zainetto sulle spalle.
"Jackson... Cosa stai facendo? Vai che farai tardi." Arrossii istintivamente quando incrociò le dita con le mie.
"Dobbiamo prendere un volo, non vorrai fare tardi." Non si girò neanche e continuò a camminare fino al check-in.



"Quindi, a quanto pare, verrai con me.. giusto?" Chiesi al finto biondo seduto accanto a me ad aspettare che aprissero il gate. Annuì.
"Per fare le tue cose, no? Tipo drama o program-"
"No, sono qui per te. Devo pure farmi perdonare.." Mi guardò.
"Bhe, non hai pensato che magari può darmi fastidio e che non ti voglio?"
"Ti dà fastidio?" Feci finta di pensarci per poi scuotere la testa facendo di no. "Ecco, allora ho fatto bene."
"Non c'era bisogno però Jackson, non sono più arrabbiata con te. Mi sono solo sentita delusa.. E forse non era neanche completamente colpa tua." Ammisi in un sussurro.
"Cosa vuol dire?"
"Vuol dire che è da tempo che non uscivo con qualcuno al di fuori di Iris e quindi avevo paura di essere noiosa. Mi ero abituata ad avervi attorno, poi, e a credere che vi stessi simpatica.. quindi quando hai detto.. bhè ci sono rimasta male, ma con me stessa. Per essere così come sono, e anche perchè se non ti piacevo me lo dovevi dire subito."
"Ma a me piaci Nami, non dire cazzate." Mi strinse con un braccio a lui sorridendomi e potevo essere sicura di essere diventata un pomodoro.
"Se dici così un sacco di persone possono fraintendere." Mi scostai lentamente, di malavoglia, da lui e mi alzai per andare al gate.
Percorremmo il piccolo corridoio fino ad arrivare alla pista e poi all'aereo, senza dirci una parola. Salii di fretta, per cercare il mio posto, sperando fosse di fianco al finestrino.
"Nami aspettamiiii.." sentii urlare-sussurrare Jackson dall'altra parte dell'aereo.
"Abbiamo pure i posti vicini?" Gli chiesi quando si sedette proprio affianco a me. Sorrise soltanto e si mise le cuffie. Scossi la testa sorridendo pensando a quanto fossi stata fortuna ad averlo incontrato e che quello che provo per lui forse non è solo indifferenza.




Angolo autrice ~
ALLORA
POTETE MENARMI PERCHÈ HO POSTATO DOPO DUE SETTIMANE.
PER FARMI PERDONARE DOVREI POSTARE TRE CAPITOLI, NON LA CAGATA QUI SOPRA.
Vabbè, proverò domani a finire anche il prossimo capitolo, almeno per non andare lenta come una lumaca.
Comunque ciccini volevo ringraziarvi per le recensioni positive, sono davvero contenta che vi piaccia la storia ☺️
Mi scuso sempre per gli errori.
Commenti, critiche, CONSIGLI E IDEE sono sempre bene accetti!
Anche se dovete insultarmi fate pure ahahaha scherzo, sopporto solo fino a un certo punto (lol).
Bye *・゚。

Sweet // Jackson WangDove le storie prendono vita. Scoprilo ora