Due.

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Il giorno successivo a scuola la ragazza non degnò neanche uno sguardo al corvino, che all'uscita le corse dietro.

-Ehi ti prego parlami, odio essere ignorato.- lei rise, ma non cambiò la direzione del suo sguardo e della sua camminata.

-Andiamo, sei una stronza.- urlò e iniziò a correre quel poco che serviva per bloccarla. -Adesso mi parli!- urlò di nuovo.

Lei non disse nulla, non lo guardò neanche e proseguì su un'altra strada il suo ritorno a casa.

-Mi manca solo il tuo nome da sapere e quando ne verrò a conoscenza tu dovrai parlarmi.- disse il moro, poi tornò sui suoi passi.

Flashback

-Sei un fottuto stronzo Hemmings.- rise Calum.

-Non fa nulla se mi consideri stronzo, tu devi conoscerla.- sbuffò -E sai che se non accetti la scommessa, ci saranno delle conseguenze. Ci sono state per me, ci saranno anche per te.

-Fanculo, voglio uscire da tutto questo.- ulrò dopo aver rotto un vetro della finestra in un'aula, su un piano inutilizzato della scuola. -Non voglio starci più dentro 'ste cose.

-Purtroppo non puoi.- il biondo prese ad accarezzargli i capelli. -Ma hai un vantaggio.- il corvino lo guardò con fare interrogativo. -Lei non sa che tu fai parte di ciò che la uccide.- a ciò il corvino ammiccò all'amico.

-Accetto la scommessa.- rise. -Posso riuscirci.- sussurrò più a se stesso, uscendo da quella classe.

Fine flashback

***

Il giorno successivo Calum era deciso a scoprire quante più cose poteva su quella ragazza.

Era imbambolato da lei, dalla sua camminata così diretta, così sicura di se.

Si era preso una bella cotta, ma l'amore non è consentito tra due ragazzi con due menti così diverse.

Purtroppo lui lo sapeva fin troppo bene. Queste scommesse gli avevano portato via l'unica ragazza che avesse mai avuto il fegato di restare con lui nonostante tutto.

Lui voleva vendetta; ma lui voleva anche amore.

Quella ragazza gli stava portando via tutto il sonno e tutti i pensieri.

La notte non dormiva perché lei era fissa nella sua mente. Quel sorriso che gli fece prima di andare via quella sera, è forse stato il gesto più bello che qualcuno gli avesse mai regalato.

Ogni qual volta chiudeva gli occhi, le labbra di lei gli tornavano in mente; lei stesa su quel prato, con le guance un po' rosse e quelle labbra carnose che erano, oramai, il punto fisso dei pensieri del corvino.

Ma lei? Lei era davvero fatta per lui? Sembrava solo che volesse prenderlo in giro.

Ecco, si era distratto di nuovo pensando a tutto questo. Ciò che lo svegliò da quello stato di trance fu il profumo della ragazza.

Sapeva che la ragazza l'aveva visto, ma doveva seguirla fino in classe per scoprire il suo nome.

La ragazza, sentendosi gli occhi addosso del ragazzo, cercò di cambiare strada tre quattro volte, con il solo risultato di arrivare in ritardo a scuola.

-Fantastico, ora per colpa tua devo entrare alla seconda.- sbuffò la ragazza.

-Che gran cosa eh?- disse sarcastico il corvino.

-È enorme la cosa, Calum! Non posso permettermelo. Ho delle regole precise da rispettare. Che non accada più, intesi?- lo guardò negli occhi.

Il ragazzo semplicemente annuì e ingoiò il groppo che gli si era fermato in gola.

Se la ragazza non si fosse spostata, il suo cuore non avrebbe retto oltre.

-Andiamo.- disse e lui la seguì.

Si fermarono sul retro della scuola, lei aprì un cancello che Calum non aveva mai visto.

Salirono insieme quelle scale malandate, dopo aver superato il cancello e si trovarono sul terrazzo della scuola.

-Non hai paura dell'altezza vero?- chiese la ragazza.

-No, altroché. Mi piace tanto.- rispose il corvino beandosi di quel poco vento che soffiava in quei giorni così caldi.

-Fumi?- domandò la ragazza.

-Sì, perché?
-Perché anch'io fumo. Chiedevo solamente.- disse, poi si stese su una coperta portata da lei lì su e si accese una sigaretta.

Fece spazio al corvino, che si sedette accanto a lei e prese a guardarla come due sere prima.

-Calum, perché mi osservi in questo modo?- chiese la ragazza dopo attimi di silenzio.

Il corvino la guardò per l'ultima volta, poi abbassò la testa imbarazzato. -Non lo so.- sussurrò a se stesso, ma la ragazza aveva un udito perfetto.

-Quando lo saprai, magari me lo dirai, mh?
-Mh.

Le loro conversazioni finirono lì.
Lei aveva delle regole da rispettare, lui era troppo in imbarazzo per riuscire a dire solamente 'ciao'.

La campanella suonò e i due si diressero all'interno della scuola.

-Sono Johanna.- sussurrò la ragazza, prima di lasciare un sorriso al corvino e correre in classe.

Quella ragazza gli stava fottendo il cervello, non poteva permetterglielo, non se lei lo usava solamente.

All'uscita di scuola i due si rincontrarono e il corvino fece ridere la rossa con una semplice domanda.
-Johanna, posso?- chiese il corvino.
-Calum, non ho bisogno di un ombrello, è troppo bella la pioggia.- rise lei.

Ed aveva ragione.
Passeggiare sotto la pioggia fine, è meraviglioso.
Così il corvino chiuse il suo ombrello e camminò al fianco della ragazza in silenzio aspettando che la sua voce lo richiamasse dai suoi pensieri.

-Ancora non lo sai?- chiese lei.
-Cosa?- alzò un sopracciglio il ragazzo.
-Il perché mi guardi così Calum.- disse ovvia lei.

Il corvino negò con un cenno del capo, lei sorrise poco e continuarono a camminare.

La distanza era troppa tra i due, pensava il corvino.
Ma non poteva succedere, non era nelle regole.

Il ragazzo le si avvicinò pian piano e le sfiorò la mano.

-Posso?- chiese con aria innocente e la ragazza annuì, accennando un sorriso che somigliava a quello di una volpe.
Si presero per mano, e camminarono fino al laghetto.

-Johanna, credo di saperlo.- disse in un sussurro il ragazzo, dopo essersi riparato sotto una quercia.
-Dimmi.- il ragazzo la osservò come un bambino osserva il giocattolo che i genitori non possono comprargli.

-Credo che tu mi piaccia Johanna.- disse.
-L'hai capito grazie alla pioggia?- rise lei.
-L'ho capito grazie alla pioggia.- sorrise il corvino.

-Sai che non possiamo, vero Cal?- il corvino annuì, era triste tutto ciò.

Johanna aveva risvegliato in lui ciò che da più di tre anni non esisteva. I sorrisi, le palpitazioni, le mani che sudano, i brividi provocati da un solo sfioramento.

Lui stava tornando ad amare, ma lei non glielo lasciava fare.

I wanna get back to where we started. || lrh.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora