Sbadigliai per l'ennesima volta, quella mattina passata a categorizzare specie erbacee e cloni di esperimenti genetici sembrava non passare mai. Diedi un'occhiata fuori, il tempo era cupo e nuvoloso, proprio come me.
Mi alzai dalla scrivania sbuffando, i pantaloni blu navy mi scendevano decisamente troppo larghi. Avevo scelto di proposito quell'abbigliamento, non riuscivo ad uscire dal mio schema mentale di chiusura nei confronti del prossimo, e poi meno esposizione di sè stessi significava più probabilità di essere lasciata in pace da tutti.
Misi in religioso ordine tutto quello che c'era sulla scrivania, era una mia mania, non sopportavo il disordine.Chiusi la porta del mio ufficio dietro di me andando nella sala comune bar, e immediatamente il mio sguardo si fermò su Leon e Madison. Lui teneva la testa bassa verso il pavimento, gli immancabili occhiali sulle sopracciglia sfidavano la legge di gravità rimanendo fermi sulle sopracciglia, mentre lei aveva il corpo proteso completamente verso di lui, pancia in dentro e sedere di fuori.
Il linguaggio del corpo parlava chiaro.
Un sorriso malizioso aleggiava sulle sue labbra rosso fuoco, sembravano disegnate tanto erano perfette. Rimasi qualche secondo a osservarli, il tempo che bastò a guardare la mano di Madison poggiarsi sul polso di Leon delicatamente, gli disse qualcosa. Lui alzò finalmente lo sguardo a guardarla, si aprì in un mezzo sorriso poco convincente.
Mi aggiustai il colletto della camicia bianco in gesto di stizza.Che stava succedendo? Dovevo intervenire.
Un improvviso impeto di gelosia e possessione si impadronì di me. Ingoiai più volte dilatando le narici, mi avvicinai a loro cercando tutti i modi di rimanere calma, ma stavo per esplodere.
Sentì montare dentro me una forza che non credevo di avere.Mentre allargavo il mio finto sorriso verso di loro, pensai all'ennesima volta a quanto i miei pensieri fossero troppo spesso incoerenti ultimamente.
" Buongiorno " dissi con un tono neutro, guardai prima l'una poi l'altro tentando di celare tutta la mia rabbia.
Leon appena mi vide fece un passo indietro allontanandosi da Madison, si toccò gli occhiali in un gesto nervoso, lasciandoli però nella stessa posizione di prima. Madison fu costretta a mollare la presa sul suo polso, ma si girò a guardarmi con la stessa espressione sorridente che aveva qualche secondo prima.
Che faccia tosta.
" Ah eccoti Nicole, stavo giusto dicendo a Leon che una sera dobbiamo organizzare una cena. L'amministratore delegato vorrebbe conoscerti " mi disse Madison facendo finta di niente.
Leon rimase muto come non mai, mentre lei aggiunse velocemente " E' abitudine della fondazione conoscere tutti i dipendenti, qui siamo una grande famiglia ".Scaltra la ragazza, nulla da dire. Stava sviando una scenata di gelosia in piena regola. Decisi di fare finta di nulla con lei, avrei parlato con Leon da sola a breve.
E chi era lei per fare le veci addirittura dell'amministratore delegato? Ero perplessa." Ma certo Madison " le sorrisi, " Con piacere ".
Stronza.
Drizzai le spalle tenendola testa, i miei occhi non la lasciavano un secondo, e finalmente sentì la voce di Leon.
" Perfetto. Io ritorno a lavoro " disse sorridendo sfacciatamente ad entrambe.
Salutammo entrambi Madison, se Leon pensava di cavarsela così facilmente si sbagliava.Lo seguì in religioso silenzio fino al suo ufficio. Si rese conto che non avevo nessuna voglia di andare nel mio ufficio, aprii la porta del suo aspettando che entrassi per prima.
La stanza era molto simile alla mia, stessi colori, un enorme finestra in fondo si affacciava sul lato nord della città, delle mensole a sinistra erano piene di documenti, e di lato c'era la vetrata di blocchi di vetri che ci divideva. Sulla destra c'era un divano in pelle nero, che io non avevo.

STAI LEGGENDO
Ametista
Mystery / ThrillerNicole, timida e neo laureata in biologia, decide insieme al suo storico fidanzato di trasferirsi in un isolata cittadina desertica, Jacklowe, per un decisivo passo verso la sua carriera. Durante il trasferimento in macchina ha un bruttissimo incide...