5. Bloodstream

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- Un altro, grazie.-
Poggio il bicchiere ormai vuoto sul bancone sperando che la barista mi abbia sentito nonostante la musica ad alto volume e nonostante la stanza stia girando come una giostra.

- Sperando in una vita dopo la morte che sia l'opposto di questa.-

Dico traballando sullo sgabello su cui sono seduta facendo un brindisi da sola. Porto il bicchiere alle labbra e lascio scorrere il liquido lungo la gola fino all'ultimo goccio.

- Perché che ha questa vita che non va?-

Probabilmente l'avrò immaginata, ma rispondo lo stesso.

- L'essere di per sé la mia vita.-

Una risatina incontrollata lascia le mie labbra. Scuoto la testa all'indietro togliendo via dal viso accaldato le ciocche nere di capelli fastidiose.

Sento distrattamente quella stessa voce chiedere qualcosa al barista.

Una mano afferra il mio polso e involontariamente mi raddrizzo sulla sedia e afferro con la mano libera il suo braccio che stringe il mio polso.

- Bella stretta per essere una ragazza, complimenti.-

Il ragazzo dai capelli rossicci di fronte a me mi rivolge un sorriso sorpeso preceduto da una risata.
Lascio il suo braccio mentre lui da lo stesso con il mio polso e passandomi un bicchierino di altro veleno trasparente come l'acqua.
Scuoto la testa di nuovo pentendomene amaramente per aver peggiorato il mal di testa e, cercando di recuperare l'equilibrio, afferro il bicchierino.

- Allora, a questa bella serata.-

Urla il ragazzo brindando con me e scolandosi il bicchierino così come faccio io.
Poggio non curante il bicchierino sul bancone e mi volto verso il ragazzo che tiene ancora il suo fra le mani mentre lo fa rigirare tra le dita.
Mi poggio con un gomito sul bancone mentre chiedo il suo nome.

- Bene Cole, ti sembro una persona cattiva?-
Penso che se mai mi ricorderò di questa mia domanda l'indomani mi darei della stupida, ma adesso mi assolvo da ogni colpa di fare e dire ciò che che sto facendo e dicendo.
Gira tutto troppo vorticosamente per pensare lucidamente. Le parole mi escono come un flusso disordinato di sangue che esce da una ferita fresca.
È questo mi ha portato forse a porgergli questa stupida domanda.
Il passato torna a galla e più si cerca di sotterarlo, di annegarlo, di sopprimerlo, di cancellarlo e più ti tormenta.
Le rivedo quelle persone, scorrere nella mia mente incessantemente. Il loro sangue sono come affluenti che nutrono il ruscello delle parole di rimpianto, dolore, perdono, scuse, rassegnazione che sento di star per vomitare lì seduta stante.

- Sinceramente? Non mi sembri proprio il tipo.-
Cole sorride e scrolla le spalle.
Sorrido anche io nel vederlo così tranquillo, così sicuro.
Avrei voluto essere come lui, tranquilla e sicura.
Senza la costante ansia di fuggire, di sfuggire al dolore provocato e ricevuto, di essere sicura di non essere un mostro.
Così facilmente ingannabile dalle apparenze.

- Purtroppo lo sono più di quanto pensassi.-
Sospirò mettendo il broncio.
Cole si avvicina di più a me spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e lasciandomi intravedere i suoi profondi occhi marroni.

- Allora niente regalo di Natale quest'anno?-

Annuisco ridendo e sbilanciandomi dallo sgabello tanto da trovarmi le mani di Cole sui miei fianchi che mi impediscono di cadere al suolo.

- E cosa hai fatto di così cattivo da finire sulla lista dei cattivi?-
Domanda lasciando dei soldi al barista e aiutandomi ad alzare dallo sgabello per poi guidarmi in mezzo a questa massa di gente sgraziata che balla caoticamente.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 28, 2024 ⏰

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