capitolo 19

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Con lei c'erano anche... un nano di nome Giulio anche detto Lowlow e Giorgio...

Giorgio ha spinto via la porta con forza e l'ha spalancata.
Mi ha guardato, per un tempo che a me è parso infinito, e poi mi ha abbracciato, mi ha abbracciato forte.

Io mi sono lasciata cadere, per sedermi sul pavimento, con la schiena posata sul muro dietro di me.
Mostro si è seduto accanto a me, in silenzio, non aveva bisogno di parlare, sapeva benissimo cosa provavo in quel momento. Mi ha preso la mano ed è rimasto così, in silenzio ad aspettare che io avessi voglia di parlare.
Giulio e Luna sono rimasti stupiti dai fatti appena successi.
Luna è andata in cucina, ha preso una bottiglia di vino rosso e si è seduta accanto a me.
Il nano ha preso l'erba dalla tasca destra della giacca e si è seduto accanto a Luna.
Siamo rimasti lì in silenzio, seduti vicini.
Ho mandato giù un sorso dalla bottiglia che Luna aveva preso in cucina, e l'ho passata a Giorgio che ne l'ha mandata giù come se fosse la cosa più amara del mondo.
Giulio stava girando delle canne, e Luna si è alzata per andare a prendere dei bicchieri.
Abbiamo preso un bicchiere di vino per uno e la bottiglia vuota l'abbiamo messa al centro. Abbiamo formato un piccolo cerchio intorno alla bottiglia per giocare ad obbligo e verità.
Giulio passa una canna ad ognuno di noi e io faccio girare l'accendino.
Canna in bocca, bicchiere di vino nella mano destra.
Luna fa girare la bottiglia, guardo il tutto senza guardarlo veramente, con la testa altrove.
Non sto ascoltando, aspiro e non sento niente, forse mi sento un po' più leggera.
Giorgio mi sta guardando, è il mio turno?
Esco dalla gabbia dei miei pensieri e mi concentro sul gioco.

Luna: obbligo o verità?

Io: obbligo...

Luna: mmm... manda un messaggio Pierfrancesco!

Io: ma allora sei stronza!

Luna: dai, voglio farmi due risate!

Io: vaffanculo, esci da casa mia.

Luna: ma dai, non te la prendere bambina del cazzo.

Io: esci. Vattene.

Luna: nah, non mi va.

Giorgio: Luna è meglio se te ne vai.

Luna: Giorgio è meglio se non ti intrometti. È una cosa tra me e Chiara.

Giorgio:levati dalle palle. Giulio portala via per favore.

Giulio: Luna dai, è meglio se ce ne andiamo.

Luna: Okay Giulio. Lasciamo sta stronza con quel cojone. Byebye.

Io: ciao!

Giulio l'ha portata fuori e se ne sono andati. Giorgio ha chiuso la porta e si è seduto accanto a me.

Giorgio: Chiara, ma fa sempre così?

Io: no, cioè, mi vuole bene... non lo fa apposta... credo...

Giorgio: Chiara basta, lascia andare chi ti fa del male.
Pierfrancesco? Basta, può anche andarsene a fanculo.
Luna? Uguale.
Basta starci male.
Non te lo meriti.

Io: Grazie...
Io ci tengo troppo... mi affeziono... ci ho passato tantissimi bei momenti e continuo a perdonare tutti...
Ma tanto se provo a dire qualcosa, passo io per la stronza...
Loro possono insultarmi, trattarmi male, ignorarmi e se io provo a dirgli che mi fanno del male così, passo per la cattiva, perché non posso fargli notare i loro errori. Sono stanca Gio. Stanca di star male. Stanca di perdonare.

Gio: ti capisco benissimo, io ci sarò sempre.

Io: Grazie...

E poi mi ha abbracciata di nuovo.
Siamo rimasti tutta la serata insieme, abbracciati tra canne, film e schifezze da mangiare.
Mi ha migliorato la serata.
Abbiamo dormito insieme, ci siamo svegliati e abbiamo fatto colazione.

Fino a quando una chiamata...

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