XIII.

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Dopo aver aiutato papà a sparecchiare, feci una doccia, preparai una borsa con l'occorrente per prendere appunti, realizzando che domani sarei andata in quella dannata università, ed andai a letto cercando di dormire, ma avevo così paura di perdermi e di non farcela che mi addormentai dopo un'ora in preda all'ansia.

La mattina seguente...

I corsi sarebbero iniziati tra poche ore  mentre papà sarebbe partito per andare al lavoro.
Dopo aver fatto colazione ed essermi preparata, uscì di casa diretta all'università; camminare a piedi era un ottimo modo per calmarsi e prepararsi psicologicamente ed io ne facevo uso parecchie volte.

Mentre camminavo, notai un gruppo di ragazzine urlanti, appostate fuori da un edificio, con dei cartelloni, c'era un casino pazzesco; le maledissi mentalmente perché io non sopportavo la gente che urlava, soprattutto di mattina presto.
Per togliermi le loro stupide voci da galline dalle orecchie, cambiai strada e finalmente dopo una decina di passi mi ritrovai alla soglia di quella che sarebbe stata la mia università.

Feci un grande sospiro e varcai la soglia.

Mi ero portata con me una piantina, in modo tale che se avessi avuto qualche problema, l'avrei risolto.

Iniziai a guardarmi attorno, non era niente male come università, aveva un bellissimo stile classico: le pareti erano di marmo bianco, come i pavimenti, nella grande sala principale c'erano dei dipinti ottocenteschi ed alcune statue, tra cui busti, il tutto era completato da grandi scaffali contenenti trofei, foto e libri.

Feci un giro completo per ammirare del tutto ogni singolo particolare e poco a poco sentivo crescere dentro di me la meraviglia e lo stupore che si provava mentre ci si spostava per quelle sale.

Ero così impegnata a guardarmi attorno che andai a sbattere contro qualcuno, facendo cadere la cartina dalle mani.
Era una ragazza, avrà avuto più o meno la mia età e stranamente parlava la mia lingua.

"Oddio scusami, non stavo guardando in avanti...ti ho fatto male?"
Mi chiese preoccupata porgendomi la mia cartina.

"Oh no, assolutamente anzi, scusami tu sono io che non stavo guardando...ma aspetta un attimo, parli la mia lingua?"
Mi sentivo così stupida...

"Sì, haha è strano vero?"

"Beh un po', sei la seconda persona che ho incontrato qui che parla francese...come ti chiami?"

"Moyeon, Park Moyeon. Non sono del tutto coreana, mio padre era coreano mentre mia madre è francese. Non l'ho mai conosciuto perché quando io sono nata, lui era in guerra, e purtroppo dopo pochi giorni è morto. Ad ogni modo, sono qui per imparare coreano, qui ci sono dei miei parenti e mi piacerebbe conoscerli."
Mi rispose sorridendo.

"Oh, capisco. Io sono Miyako, anche io sono qui per imparare coreano. Mio padre si è trasferito da poco per lavoro e vuole che impari coreano per ambientarmi."

"Piacere di conoscerti, Miyako."
Disse sorridendomi amichevolmente porgendomi la mano.

"Dunque frequenteremo gli stessi corsi...forte."
Era così simpatica.

"Già, ti dispiacerebbe aiutarmi a trovare l'aula? Ho un pessimo orientamento."

"Hahaha non preoccuparti, siamo messe uguali, se uniamo le nostre forze magari ce la faremo."

"Speriamo."

Ci incamminammo osservando le aule in cerca della nostra.
In qualche modo ero stata fortunata ad incontrarla, almeno ora sapevo di non essere sola.

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© liliac-sky ✍

Hellooo 👋

Scusatemi se vi ho fatto aspettare a lungo, ma ho avuto tanti impegni.

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Btw eccovi il nuovo capitolo✨😊

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Vi saluto così 🌚

Au revoir 🙋🎀

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