Quel pomeriggio, passò così, sdraiato sul divano, aspettando con ansia il giorno dopo.
Ma ad un certo punto capii che stavo sprecando del tempo molto prezioso, così, guardando l'orologio che segnava le 18:34 della sera, decisi di chiamare alcuni miei amici.
Li invitai a casa, tra cui mio fratello Alex, ed il mio migliore amico Jack.
Erano le uniche due persone di cui mi fidavo ciecamente, sapevo benissimo che su loro avrei sempre potuto contare.
Mio fratello era di tre anni più piccolo, mentre Jack, aveva la mia età.
Ne ho passate davvero tante con loro.«Raga!» esclamai alzandomi, prendendo una birra, portando una mano dietro la testa.
«Che c'è fratè ?» chiese Anthony, un mio vecchio compagno di classe.
«Volevo annunciarvi una notizia.»
Notai i loro sguardi curiosi, e soprattutto notai Jack portare uno sguardo ad Alex, mentre quest'ultimo alzò le spalle.
«Stamattina sono andato ad un colloquio, e il famoso François Martin, mi ha dato un lavoro.» continuai.
«Noo, non ci credooo!» esclamò Jack.
«Lavorerai da quel milionario?» chiese Anthony portandosi le mani tra i capelli.
Riuscii anche a sentire una frase del tipo "Beato te", ma mi distrassi ascoltando Jacopo:
«Che figata, vedrai culi e tette gratis.» continuò serio, poggiando le gambe sul tavolino.
Tutti lo fissammo seri.
«Che c'è?» chiese aggrottando le sopracciglia. «Dai non ditemi che voi non li guardate .. » poi si fermò.
Lasciai stare sospirando.
Jacopo è sempre stato così.. così.. ossessionato.
Comunque, passammo la serata così, festeggiando il mio nuovo lavoro.
«E dimmi, hai trovato qualche modella?» chiese Jack con una faccina perversa.
«Smettila! Sai che non sono il tipo.» continuai spingendolo.
«Beh meglio!» rispose.
Lo guardai confuso.
«Significa che se ne conoscerai una bella, la lascerai a me!» sorrise.
Sbuffai sorridendo, per poi andare verso la cucina e prendere delle patatine.
Tornai nella sala e notai tutti ridere al fatto che Travis aveva occupato l'unico posto libero sul divano, cioè il mio.
È sempre stato un gattino dolce, ma quando voleva, poteva diventare aggressivo, e se voleva una cosa la otteneva.
Mi sedetti per terra e tutti si scaraventarono su me per prendere delle patatine, e subito dopo guardammo un film insieme.
Finiva sempre così, se invitavo amici a casa, alla fine, guardavamo film o partite di calcio mangiando qualcosa.
Verso le 21:00 andarono tutti via, tranne Jack ed Alex, che rimasero per circa 10 minuti.
«Comunque a parte gli scherzi, sono felice per te!» esclamò il più grande dandomi una pacca sulla spalla.
Io e Jack abbiamo sempre avuto un rapporto fantastico, siamo amici dell'asilo praticamente, e ci siamo legati in prima media, dopo che un ragazzo mi picchiò, fu lui a spingerlo, e ad aiutarmi contro quel bastardo.
Poi uscirono e mentre Jack metteva in moto l'auto, Alex esclamò «Lo dirò io a mamma e papà, tranquillo. A domanii.»
Entrai dentro e dopo aver sistemato la sala, salii di sopra portando Travis con me.
Era davvero piccolo, e dormivamo insieme.
Quella sera, preparai nuovamente i vestiti, e poggiai la fotocamera sulla scrivania, così che l'indomani, andando a lavoro, l'avrei ricordata.Il mattino seguente, un raggio di luce penetrò dal lucernario della mia camera.
Portai le mani al volto, e subito dopo, andai al bagno.
Mi sciacquai velocemente, per poi guardarmi allo specchio.
Vidi il mio volto più rilassato, ero riuscito ad arrivare a questo traguardo dopo anni di studio, con così tanta facilità, tutto dovuto alla mia bravura, alla mia passione della fotografia.
Portai uno sguardo ai miei capelli neri, poi agli occhi verdi, ed infine alle lentiggini che ricoprivano le guance.
Qualche secondo dopo, sospirai, e tornai in stanza.
Portai uno sguardo al cellulare, che segnava le 7:30, e capii che era presto, così feci alcuni esercizi.
Amavo mantenermi in forma, feci 20 flessioni, e degli addominali, per poi scendere di sotto.
Presi dei cereali, ed una tazza di latte, e mangiai.
Portai uno sguardo fuori dalla finestra, e notai Sarah fissarmi.
Quella ragazza era davvero assillante.
Sin dal 3° anno di liceo, cercava in tutti i modi di attirare la mia attenzione.
Ci riuscì solo quando al 5° anno, mentre eravamo in palestra, le arrivò una pallonata sul viso da una compagna di classe.
Come sono finito a parlarvi di lei?
Ah si, giusto.
Era lì fuori che mi salutava.
Le regalai un finto sorriso per poi chiudere le tende.
Sciacquai la tazza e salii di sopra per vestirmi, dato che ero solo in pantaloni.
Mi vestii, e scesi di sotto con la telecamera tra le mani.
Ormai pronto, uscii, e per la strada Sarah mi venne incontro.
«Ehi, Tom!» esclamò correndo facendo saltellare qua e là le sue lunghe collane.
Non le risposi, tanto sapevo che avrebbe continuato a seguirmi e rivolgermi la parola.
«Dove vai? Posso accompagnarti?»
«Devo andare a lavoro!» dissi cercando di liberarmi dalle sue mani.
«Ah ho capito.» continuò «E senti volevo chiederti una cosa.»
Portai gli occhi al cielo.
«Ehi aspetta!» esclamò lei.
Mi fermai e le chiesi «Che c'è?»
Aggrottò le sopracciglia per il mio comportamento strafottente nei suoi confronti, e subito dopo continuò toccandosi i capelli «Domani sera, ci sarà una festa a casa mia. I miei non ci saranno quindi divertimento assoluto.» disse masticando una gomma, saltando qua e là.
I suoi gesti continuavano a darmi disgusto.
Su lei girava una sola voce, ovvero "Si è fatta tutta la scuola."
Quindi, meglio starle alla larga.
«Non lo so. Vedrò.» risposi.
«Dai, verranno anche Jack e Alex.» continuò cercando di fermarmi tirandomi le braccia.
«Ho detto non lo so. Sarah smettila, ti farò sapere. Okay?» risposi irritato per poi voltarmi e avviarmi verso la stazione.
C'era sciopero di Taxi e Pullman, così per fare presto, decisi di prendere il treno.
Non era molto distante, ma così avrei potuto scattare qualche foto carina durante il viaggio.
Appena arrivò, entrai e mi sedetti in un posto qualunque.
Quella mattina, a quell'ora, nel mio stesso vagone, non c'era nessuno, tranne una coppia di anziani più lontani, ed una ragazza sdraiata sui sedili.
Mi sedetti nei posti a sinistra, mentre alla mia destra, vi era lei.
Inizialmente la guardai con pena, pensando quale brutto passato l'avesse conciata così.
A guardarla sembrava fatta.
Poi portai uno sguardo fuori e iniziai a fotografare il panorama.
Qualche minuto dopo, mentre osservavo alcune foto, portando lo sguardo a destra, notai la ragazza girarsi, e regalarmi il permesso di osservare il suo viso.
Era bellissima, aveva dei capelli castani ricci e lunghi, che le cadevano sul viso.
Solo osservandola bene, potei immergermi nella sua bellezza, aveva due labbra carnose, e delle lentiggini, proprio come me, solo che a lei, coprivano anche il naso.
Notai che stava per svegliarsi, così le scattai qualche foto.
Non le chiesi il permesso perché non le avrei postate da nessuna parte.
Quelle foto erano per me, per ricordare che meraviglia avevo visto, con la speranza che l'avrei rivista.
Appena arrivato, scesi, e mi avviai verso la struttura, dove dovetti firmare vari fogli, e successivamente iniziare a lavorare.
François chiamò Ivan, un uomo che mi avrebbe accompagnato al 9º piano, dove vi erano altri fotografi ed altre modelle professioniste.Arrivati, sembrava come entrare nel mio paradiso.
C'erano tutti gli attrezzi adatti per fare delle foto.
In una stanza a sinistra, c'erano alcune modelle, che erano sotto le mani di bravissimi parrucchieri e truccatrici professioniste.
Ivan, era un uomo di molta importanza, lavorava per François, ed obbediva ad ogni suo ordine.
Questo lui lo chiama "lavorare".
Io lo chiamo "lecca culo".
Mi presentò tre modelle:Adèle, una ragazza di 17 anni, davvero giovane, ma così bella e piena di esperienze.
Solo che se la tirava a morte, e l'unico suo tic, era quello di toccarsi continuamente i capelli biondi platino che le arrivavano al sedere.Cécile, ragazza francese. Aveva 21 anni, e a parer mio era troppo magra, essendo anche molto alta, 1.84.
Fabienne, anch'ella francese. 19 anni. Appena me la presentò, quasi mi fece impressione stringerle la mano. Si intravedevano le ossa, quasi da poterle contare una ad una.
Già, vi starete chiedendo "Perché ce le descrivi in questo modo?"
Beh perché io ho sempre odiato le modelle 'famose' che sfilano per persone importanti.
Perché?
Beh perché le 'persone importanti' potranno essere belle, ricche, famose, appunto importanti, ma mai sani di mente.
Sono malati, pensano che la bellezza si trovi nella taglia 36, o anche nella 34, se non nella 32.
Io penso che questa mentalità, continui a distruggere tante ragazze, che se fuori appaiono forti, dentro sono insicure di se stesse.
Per me la bellezza, che trovo nelle modelle che fotografo, è un bel seno, dei fianchi, delle cosce.
Insomma, tutto ciò che risalti il corpo femminile, e non degli stuzzichini che indossano abiti colorati come Arlecchino, che per comprarli devi fare un mutuo solo perché sopra c'è la firma di un altro malato.Ivan notando il mio "viaggiare tra le nuvole e il cosmo..", chiese:
«Ti piacciono? Sono le migliori che abbiamo. Il tuo compito sarà fotografarle per uno spot pubblicitario.»
Mi stavo soffermando sulla frase "sono le migliori che abbiamo", poi lasciai stare.
Sembravano tutte etichettate, scelte nella loro 'insicurezza'.
Subito dopo, sospirai, e dopo averle salutate, andai a prendere un cappuccino al distributore.
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•BELLA COME IL MARE•
Romance«Lei era bella, bella fuori e dentro. Una di quelle bellezze che solo a guardarle ti tolgono il fiato. Ed era profonda, misteriosa. Era bella e complicata. Come il mare, bello da guardare, da fotografare, ma quando è in tempesta, fa paura. Ed a...