×Mad×

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Aprì gli occhi ed era come risvegliarsi da un sogno.

Si ritrovò su un asfalto nero, bagnato.
Ed era tutto sparito, la sua mente non riusciva a collegare cosa era è stato e cosa è adesso.

E poi delle mani, le sue mani, stavano lì, davanti a quegli occhi neri come quel cielo freddo e scuro.

E sempre quelle mani, le sue mani, erano sporche.
Continuò ad osservarle e poi spostò lo sguardo in punti diversi di quell'asfalto, velocemente.

Era seduto a terra, faceva freddo e non c'era nessuno, o almeno nessuno era riuscito a vedere dalla paura.

Il suo cuore batteva, batteva e continuava a battere, lui non capiva, non ricordava.

Più in là, più tardi, aveva avvistato qualcosa, qualcuno.

E poi, quando si avvicinò, comprese di aver finito di esistere.

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Ed era sempre notte, Yoongi non riusciva a dormire.

Pensò al suo raggio di sole.
Si fece tante domande, Yoongi odiava quella parte del suo essere.

Yoongi odiava tante parti del suo essere Yoongi.
In particolare odiava quel sé stesso che provava ancora, ad una certa età, paura della notte e della solitudine.

Ci dovrebbe essere quella fase in cui lasci sotto il cuscino tutte le tue paure e capisci che non hanno mai avuto senso.
Yoongi ha saltato quella fase.

Si era ripreso, più o meno, da ciò che era accaduto nel bagno, ore fa.

E se ci aveva messo solo poche ore, questo era già un buon risultato, Yoongi una volta rimase per settimane bloccato senza fare o dire niente.
Questo non perché non volesse dire o fare qualcosa, semplicemente non ne aveva un motivo, non aveva niente da dire o da fare.

Yoongi se lo ricorda quel periodo della sua vita, non lo vede come qualcosa di orribile e pauroso, ormai è passato, ma a volte quando ci ripensa, si sente a disagio.

Yoongi, nei momenti di disagio, si ripeteva di essere forte.
I momenti di disagio si evolvevano, a volte, diventando momenti di paura, di terrore e persino di panico.

Quelli si che erano brutti, ma Yoongi aveva ormai imparato a calmarsi cantando qualche sua canzone preferita.

Oltre ai lavoretti che faceva per Namjoon, Yoongi si dedicava anche alla musica.
Amava la musica, è l'unica cosa che non è riuscito ad odiare che gli ricordi il suo raggio di sole.

Yoongi oltre a Jimin, che era più un esperimento, pensava anche al suo raggio di sole.
"Fai quello che sai fare." Gli aveva detto una volta.
Yoongi aveva sorriso, si era infilato le mani in tasca ed aveva tirato fuori un biglietto.

Un biglietto aereo.
"Guarda!" Aveva urlato tutto contento.

Ed il suo raggio di sole prese quel biglietto tra le sue mani, ormai tremanti e pallide per il freddo.
"Allora parti presto?" Aveva chiesto a Yoongi.

"Sì presto." E poi ne seguì un periodo di silenzio in cui Yoongi rimase a fissare il cielo ed in cui il suo raggio di sole rimase a trattenere tra le mani il biglietto e negli occhi le lacrime.

"Stupido, non piangere." Sussurrò Yoongi.
"Non sto piangendo, è colpa del freddo, fa troppo freddo, mi lacrimano gli occhi, decisamente troppo freddo, troppo fred-" E scoppiò a piangere tra le braccia di Yoongi.

Quello è uno di quei ricordi che non importa quanto tempo possa passare, rimarrà sempre impresso.

Yoongi aveva deciso di cambiare aria, se fosse rimasto nel suo squallido salotto scadente, di sicuro avrebbe fatto qualche pazzia.

E ancora quel numero che poteva dire persino al contrario, tornò tra i suoi pensieri.

In numero di Jimin.

Yoongi chiamò Jimin.

Jimin era appena tornato a casa, tardi come tutte le sere ed affamato.
Il perché di quegli orari disumani, era ovvio, Jimin doveva pur sopravvivere.

Jimin entrò buttandosi direttamente a pancia in giù sul letto.
Anche Jimin pensava molto, ma non al passato, gli piaceva di più pensare al futuro.

Quando pensava al passato, Jimin si sentiva poco bene o anche male, perché non ne aveva molti ricordi.

O almeno non molti ricordi belli.
Una volta pensò al fatto che da vecchio non avrebbe avuto ricordi divertenti su cui farsi qualche risata malinconica, un'altra volta pensò che pure i brutti ricordi hanno con loro qualcosa di buono, ma se ne pentì subito dopo, di quello stupido pensiero, lo stesso giorno qualche ora più tardi.

A quei tempi era un altro Jimin, completamente diverso da oggi, piccolo, indifeso e dalle lacrime facili.

Non che ora non pianga più.

Jimin tra le sue coperte si dimenticò del suo stomaco brontolante e di Yoongi, dei ricordi belli e di quelli brutti, Jimin si addormentò e non si accorse del telefono vibrante.

Quella notte, Yoongi aveva deciso di uscire a cercare il suo Jimin, che assomigliava in un modo impressionante al suo raggio di sole.

Yoongi, per qualche strano motivo quella sera era proprio arrabbiato, gli mancava tanto tanto il suo dolce e solare raggio di luce, avevano in comune lo stesso colore di capelli, la stessa altezza e gli stessi occhi.
Yoongi poteva vedere somiglianze al suo raggio di sole dovunque.

E la sua mente lo aveva fatto ancora.
"Aspettami, Hoseok."




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Il raggio di sole di Yoogni, è Hoseok:))

Ehh che ne dite???

Experiment○Yoonmin●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora