○But nobody really know●

232 14 9
                                    

Quando Jimin tornò a casa la tarda sera, nessuno gli disse niente.

Quando rubò dei panini insieme a dei suoi 'amici', nessuno gli disse niente.

Pure il giorno in cui scappò di casa, nessuno gli disse niente.
Nessuno era andato a cercarlo, nessuno si era preoccupato di chiedergli se lì, nella nuova casa, avesse bisogno di qualcosa.

Jimin cercava, faceva di tutto, per far sentire le persone a cui voleva bene, orgogliose di lui.

Sembrava, però, che ogni cosa che facesse, non era abbastanza.

Loro volevano sempre di più e non importava se Jimin faceva bene o la cosa giusta, per loro aveva sempre sbagliato.

Così Jimin smise di fare del suo meglio, era troppo stancante.

Jimin tra l'insicurezza e la paura si diede da fare e lavorò per guadagnare tanti soldi, non sempre puliti, ed andarsene.

Lontano.

C'era una persona, una sola di cui lui si ricorda ancora, una sola che si fosse mai preoccupata di lui in tutta la sua esistenza.

Se chiude gli occhi, Jimin se la immagina ancora.
I capelli neri corti, gli occhi piccoli e brillanti, le mani graziose e morbide, un dolce profumo, quella persona era capace di renderlo felice.

Certo col tempo molti ricordi possono cambiare, magari aveva i capelli rossi e per niente un buon profumo, ma Jimin era certo di una cosa, una cosa che non importa tra quanti anni, non sarebbe mai cambiata.

Quella persona lo rendeva felice.

Jimin si ricorda anche una strada grande, immersa nel vuoto, in cui una macchina partì portandosi via quella persona.

Dopo quella persona, Jimin riuscì a trovarne solo un'altra che potesse renderlo di nuovo felice.

Era già un passo avanti.

Yoongi, lui e soltanto lui aveva fatto star bene Jimin dopo così tanti anni.

Lo aveva baciato, anche se secondo Jimin non era stata sua intenzione, gli era piaciuto.

Lo aveva poi trascinato fino a casa sua, aveva aspettato che si svegliasse e infine aveva preparato un buon caffè per tutti e due.

Quella notte parlarono di tutto.
Ci furono anche parti in estremo silenzio, ma era un silenzio piacevole.

Anche se era notte, per quei capelli biondi di Yoongi, a Jimin sembrò mattina.

Fuori le macchine iniziavano a diminuire, quasi a scomparire.

I fari che coloravano le strade, davano quell'impressione di calore che si sente solo poche volte nella vita.

A Jimin batteva forte il cuore ed in quei silenzi così piacevoli aveva paura che Yoongi potesse accorgersi di quel continuo bum-bum.

Molte volte vediamo e sentiamo cose che interpretiamo come non vere, solo perché accettarle farebbe troppo male.

Jimin aveva visto il sangue tra i vestiti di Yoongi, ma non ne diede importanza.

Mentire agli altri è proprio un brutto problema, se poi ci si mette a mentire a se stessi, allora è un caso perso.

Quella notte, Yoongi sicuramente, per quanto era vicino a Jimin, si era accorto del suo imbarazzo e di quel continuo bum-bum.

"Come ti chiami?" Chiese Jimin.

Yoongi stava per rispondere 'Suga' quando si ricordò del suo vero nome.
Si chiese se fosse il caso di dire ad un ragazzo che aveva incontrato solo due volte, ma che aveva già baciato, il suo nome, quello vero sia chiaro.

In effetti lo aveva pure salvato, era il minimo.
"Yoongi." Rispose per poi continuare a bere il suo caffè amaro.

"Jimin, io sono Jimin." Disse, all'apparenza, il più piccolo.

Jimin continuò a fare domande su domande a Yoongi, ma Yoongi rispose solo alla metà di queste.

Yoongi era leggermente stanco, si girò verso Jimin e ne osservò la bellezza.

Jimin, infatti era proprio bello.
"Ti va..." iniziò Yoongi, catturando subito lo sguardo curioso di Jimin.

"Di fare nuove esperienze?" Jimin spalancò gli occhi e rimase perplesso da quella domanda.

Non aveva capito molto bene anche se un idea a grandi linee se l'era fatta, certo non era più un bambino e certe cose le capiva pure lui.

"Esci con me." Disse ancora Yoongi.

Yoongi era sicuro che dopo un po' di tempo, dopo che Jimin avesse scoperto la sua realtà, ciò che era veramente lo avrebbe lasciato.

Come quando ti fai male o perdi una persona che ami tanto.
La gente si avvicina a te e dice sempre le stesse cose.
'Non potrei mai sapere quanto male tu possa stare in questo momento, ma vedrai che andrà tutto bene'.
Cose così.
Infatti sembra che tutti sappiano come si faccia a soffrire, la sofferenza è qualcosa che abbiamo tutti in comune.

Chiunque ha sofferto almeno una volta nella vita, sono cose che ci rendono umani.

Tutti sembrano sapere come ci si sente, ma la verità è che nessuno lo sa veramente.

Ognuno soffre a modo suo, c'è chi si arrabbia, chi lo accetta, chi ci penserà per sempre, chi se lo dimenticherà un po' di giorni dopo e chi crede di averlo accettato e dimenticato, ma poi si accorge che è sempre stato lì, a schiacciare il suo cuore.

E a quel punto, fa male.

E quando Jimin si accorgerà di quel dolore che schiaccia il cuore di Yoongi, di certo capirà di non aver mai capito nulla.












****************

Che ne pensate??😁

Experiment○Yoonmin●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora