×Don't try×

277 15 49
                                    

In pratica Yoongi non ne aveva paura.

Gli passò il borsone scuro.
"Allora Suga? Che fai, la femminuccia?"

Yoongi non rispose, semplicemente aprì la porta verde brillante e scese dall'auto che se ne andò subito dopo.

Yoongi tirò su il cappuccio e infilò velocemente la mano sinistra in tasca mentre con la destra sorreggieva il borsone.

Fu tutto come sempre.
Yoongi stava calmo mentre puntava la pistola in testa alla cassiera, è rimasto calmo anche quando ha dovuto sparare ad un tizio che ha cercato di fare l'eroe.

Yoongi prese la roba e semplicemente se ne andò quando sentì il rumore delle sirene, salì nello stesso furgone da cui era sceso prima, che intanto era andato a farsi un giro.

Yoongi non ne aveva paura, faceva quello da anni, da quando riesce a ricordarsi qualcosa.

Lui, chi guidava la macchina, non aveva poi così bisogno di tutti quei soldi, lo faceva solo per divertimento.

Un giorno, dopo una rapina ad un negozio di gioielli, Yoongi rimase ad aspettarlo per più di venti minuti, aveva rischiato persino di essere preso, non che gli importasse poi così tanto, ma comunque aveva tradito la sua fiducia, il loro accordo.

"Allora?" Chiese Yoongi.

Il ragazzo al volante sorrise, accese la radio ed iniziò a cantare una vecchia canzone anni 60', conosceva solo quelle.

"JaeBum, Im JaeBum. Hai ucciso un ragazzo sulla ventina giusto? Se si, questo è il suo nome." Prese dei fogli, delle foto e li lanciò verso i sedili posteriori.

Yoongi gli raccolse tutti e guardò attentamente quelle foto, le foto che lo ritraevano con un'arma in mano.

Il ragazzo al volante alzò lo sguardo verso lo specchietto e sorrise alla vista di Yoongi.
"Quei soldi, te li puoi tenere a me non servono." Disse per poi sorridere ancora.

"Non li voglio." Rispose Yoongi prendendo una di quelle tante foto e mettendole in tasca.

Il ragazzo al volante fermò la macchina forse un po' troppo bruscamente e Yoongi che non aveva indossato la cintura quasi scontrò la testa col sedile posteriore.
"Siamo arrivati, è stato divertente." Disse indicando a Yoongi di uscire.

"Io non mi sono divertito." Rispose Yoongi.

Il sorriso del ragazzo al volante sulla sinistra, sparì.
"Abbiamo già parlato su questo, Suga.
Io ordino, tu esegui gli ordini, facile." E tornò a sorridere come se niente fosse successo.

Yoongi scese velocemente portandosi dietro il borsone scuro e sbattendo la porta alle spalle.
"Vedi che alla fine, quei soldi li vuoi? Ci vediamo domani Suga." E sorrise ancora per poi partire spedito per chissà dove.

Si sentì un 'va all'inferno' sussurrato, portato via dal vento.

Yoongi entrò veloce in quel condominio leggermente squallido con le pareti sporche e le scale frantumate in più parti.

Per il corridoio che collegava gli appartamenti fra di loro si sentivano urla, pianti e cose fragili che si rompevano.

Tutte le cose fargli prima o poi si rompono, per questo bisogna essere forti.

Yoongi di sicuro non era fragile, o almeno non lo era più, forse un tempo, ma adesso no, se lo fosse ancora stato di sicuro non sarebbe sopravvissuto.

La verità è che ci lamentiamo sempre delle cose che abbiamo, si sentono troppi 'vorrei', ma mai un 'sto bene così'.

Yoongi stava bene così, aveva più volte toccato il fondo ed in confronto ad altro, stava molto meglio così.

Entrò nel suo appartamento e posò la borsa accanto alla porta.

Prese il telefono e digitò un numero il più velocemente possibile.

Lo aveva imparato a memoria, quel numero, lo sapeva dire pure al contrario e poteva ricostruirlo persino partendo dal mezzo.

Il numero di Jimin.

Suonava, suonava più e più volte.
Yoongi non ce la faceva più, stava per scoppiare.

Avrebbe urlato, uscito a sparare a qualcuno a fare a botte per le strade o anche a piangere, stava per scoppiare, in un modo o nell'altro lo avrebbe fatto, ma poi un "Pronto?" lo calmò.

Era la voce di Jimin, la bellissima voce tranquilla e vivace di Jimin.

Yoongi, anche se Jimin non poteva vederlo, sorrise uno dei più bei sorrisi al mondo, come se ci fosse la classifica dei più bei sorrisi al mondo, beh se ci fosse stata in quel momento Yoongi avrebbe vinto il primo posto e poi avrebbe occupato anche tutti gli altri.

"Jimin, parla, voglio sentire la tua voce." Disse Yoongi.

Jimin, dall'altra parte, arrossì in un modo tutto particolare, divenne così rosso che sembrava si stesse soffocando con qualcosa di estremamente piccante o velenoso, ma nel secondo caso non penso sarebbe diventato solo rosso.

Il cuore di Jimin poi, beh altro che petardi, sembrava un concentrato di mine antiuomo e le parole di Yoongi pestavano queste mine, facendole esplodere tutte in un colpo solo.

Jimin parlò a lungo con Yoongi, gli chiese pure se era il caso di andare da lui e Yoongi stava per accettare quando poi si ricordò di quello che aveva appena fatto, della foto che teneva in tasca e del borsone scuro ai piedi della porta.

Pure Yoongi era ai piedi della porta, per terra sul pavimento freddo, non si sentiva più le gambe ed era sicuro che una volta in piedi avrebbe sofferto un po', ma andava bene così.

"No, non serve." Rispose a Jimin, che subito pensò di aver sbagliato, di aver fatto una domanda che superava il limite.

In fondo era solo un esperimento, nessun sentimento, nessuna promessa.

Yoongi se ne era completamente dimenticato, mentre per Jimin quelle parole, quella frase era un incubo, come quelli che faceva Yoongi la notte e per cui si sono incontrati.

Infatti, fu proprio per un incubo che Yoongi quella sera era uscito a farsi un giro, aveva provocato sei ragazzi forzuti e si era picchiato con loro per bene.

Di sicuro non aveva vinto, ma continuava a colpire con tutte le sue forze finché non si trovò pestato per bene e seduto in un angolo della strada, sporco di sangue.

Il giorno dopo fece lo stesso, il giorno dopo era messo ancora peggio di quello prima, così dopo aver baciato Jimin cadde a terra.

Il perché abbia baciato Jimin? Non lo amava, no, non che adesso lo ami, solamente nemmeno lui sa il perché lo abbia fatto.

Jimin, quella sera soccorse Yoongi portandolo a casa con lui, fu faticoso trascinarlo, ma alla fine ci riuscì.

"A domani." Disse Yoongi al telefono per poi spegnerlo e sportarlo lontano.

Quella notte, Yoongi non avrebbe dormito.







××××××××××××

Ciao.
Sarei felice se mi diceste il vostro parere.
😁

Experiment○Yoonmin●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora