Capitolo 2

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Tutto cominciò il 23 gennaio, era una giornata calda essendo in Australia. Indossavo i miei amati skinny jeans neri opachi, con qualche strappo qua e là, una canotta bordeaux, una collana nera e i miei amatissimi anelli. Non ero da molto di Australia... solo da poche ore. Mi scocciava chiedere in "prestito" la casa a mio padre. "Fantastico" pensai... Avevo la mia nuova borsa, quella che mi ha regalato Jason, il figlio di un collega di mia madre. Ero andata in Australia per vedere gli Australia Open dal vivo e non dal solito televisore a casa di Filippo, sia io che Filippo siamo degli appassionati di sport. Avevo una Guinnes in un mano e sull'altra il biglietto su cui mi sarei dovuta sedere per vedere la partita di tennis. 

Numero H23 c'era scritto sul biglietto.

"Speriamo non sia vicino ad una vecchietta, non voglio sentire le sue lamentele..." Questo era quello che pensava la mia mente. "Ecco la fila H!" Era quasi tutta piena, io ero vicino ad un biondino tinto, si vedeva la ricrescita. Non avevo visto bene la faccia, visto che avevo il sole contro. Mi sedetti vicino a lui e una donna sulla cinquantina, rossa. Quando mi sedetti, il biondo mi chiese come mi chiamavo, e perchè una ragazza venisse a vedere gli Australia Open, senza essere accompagnata dal proprio ragazzo. Continuai a non guardarlo in faccia, non ero venuta in Australia per trovarmi un ragazzo. Vi chiederete come mai una ragazza di vent'anni non ha un ragazzo. All'amore ci ho rinunciato l'anno scorso quando mi sono lasciata con Michele, il mio ex ragazzo, siamo stati insieme per tre anni, e, ci siamo lasciati per colpa di Vanessa, una delle mie quattro sorellastre, è la solita figlia, perfetta e preferita, di mia madre ovviamente. Io sono un pò un disastro, lo sono sempre stata, sono sempre stata indisciplinata, combina guai, ho un modo mio di fare le cose, lo stesso modo che mi ha portato al successo; ho un carattere particolare, diverso se così si può dire, ho bisogno di qualcuno che mi ami veramente, senza guardare solo il mio aspetto fisico. Non ne combinavo mai una buona, ero solo quella bambina che giocava a calcio, nuotava e cantava. Mia madre non sopporta i cantanti, tutta colpa di quel bastardo che dovrei chiamare padre. Secondo voi potrei essere troppo egoista, ma diciamocelo, lui mi ha abbandonata, mia madre l'ha fatto dopo un paio di anni, ma comunque un pò c'è stata. Lui no. Lui si doveva scopare quella troia di merda, rifatta e se l'è pure sposata. Ritornando al biondino.
-Perché dovrei dirti come mi chiamo? E no, non ho un ragazzo.-
-Così per conoscersi, sai non sono mica uno stupratore.-
-Chi mi dice che non sei uno stupratore? Piuttosto dimmi tu chi sei!-
-Troppo facile, potresti adorarmi troppo.-
-Non essere così pieno di egocentrismo!-
-Non sono egocentrico, so solo, che, appena ti dirò chi sono, non farai più la stronza, e cercherai in tutti i modi di farmi infilare nelle tue mutante.-
-Stai tranquillo, nelle mie mutande non ci entra nessuno. Tu non sarai un eccezione.-
-Sicura? Me lo hanno detto in tante, ma poi ci sono andato a letto.-
-Sai una cosa? Io non sono una di quelle battone, non la do al vento.-
-Potresti sbagliarti.-
-Io non mi sbaglio mai. Ti consiglio di non farmi essere una tua nemica, ho sempre ottenuto ciò che voglio, mi sono fatta un mazzo grande così, per essere qui dove sono.-
-Intendi dire ad una partita di tennis?- Era confuso.
-No nella vita, sono andata avanti da sola, ho poche persone al mio fianco, ma sono sicura che quelle persone mi voglio bene, ho visto persone a pezzi aiutare chi aveva solo una piccola crepa. Non ti scandalizzare, ma penso di essere più brava di te.-
-Molto modesta la ragazza! Ti credi Dio sceso in terra. Non lo sei, sei solo una ragazzina.-
-Scusami se non mi conosci come fai a darmi della ragazzina?-
-Il tuo è un comportamento molto infantile.Facciamo così, diciamo il nostro nome contemporaneamente, ok?!-
-Perché mi dovrei fidare di te? Non ti conosco neanche!-
-Quindi non vorresti accettare una sfida?-
-Mi stai sfidando per caso? Non ti conviene bello.-
-Allora al tuo via partiamo.-
-3, 2, 1, via!-
-Niall!-
-Alice!-
-Tu sei Niall Horan?-
-Tu sei Alice Wilson?-
Dicemmo contemporaneamente, eravamo piuttosto stupiti, confusi. Non ci eravamo mica accorti. Eravamo entrambi molto attenti sulla partita e non ci eravamo mica girati per vederci in faccia, non mi sarei mai immaginata di avere Niall Horan al mio fianco, ma devo continuare a fare la stronza. Non sono una che si arrende facilmente.
-Stupito Horan?-

#SPAZIO AUTRICE:

Il capito è un pò lungo. Ma spero che vi piaccia.

-Alice

Mille baci sotto al sole || Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora