Capitolo 14

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72 ore.

72 ore trascorse da quel maledetto giorno.

Infiniti momenti di agitazione e ansia ricorrenti, davanti a quella cella che Bobby Singer aveva costruito.

La ragazza che giaceva immobile ed esamine su quel lettino, non dava segno di rigenerazione.

I Cacciatori e l'angelo erano piuttosto confusi da ciò. Solitamente guariva e tornava a vivere in poco tempo ma qualcosa era cambiato.

Lei era diversa.

L'unico che non riusciva ad avvicinarsi a quella porta era Dean. Era ancora in via di guarigione, moralmente per lo meno. Mentre il suo corpo neanche Castiel era riuscito a guarirlo del tutto, in qualche modo, solo quella ragazza avrebbe potuto aiutarlo.

-Perché è ancora morta?-, chiese Sam mentre sfogliava un libro sull'occulto.

-Qualcosa in lei si è spezzato e mi dispiace Dean ma non è colpa sua-.

Il ragazzo scattò in piedi.
-Mi ha quasi ucciso e non puoi dirmi che non è colpa sua, Cass-.

Castiel lasciò la stanza per andare da lei o almeno difronte alla porta di acciaio che li divideva.

Ci appoggiò una mano.
-Devi svegliarti, non immagino neanche cosa tu stia passando. Ma devi aprire quei maledetti occhi e lottare perché solo così potrai sconfiggere l'Angelo Nero che ti sopprime-.

Si allontanò con la speranza che quelle parole avrebbero fatto effetto, ma non succedette niente o almeno così credeva.

Tornò al piano di sopra amareggiato ma nessuno gli chiese che cosa avesse. Ormai il danno era stato fatto, poco importava com'era prima dei suoi poteri, ma non è forse così che ragiona l'essere umano? Scappare e temere ciò che non si comprende?

Era un angelo, viveva da tempo. Aveva visto molto e ricordava ogni singolo passaggio che l'uomo avesse fatto, ma quella particolarità non era mai mutata.

Intanto la Nephilim riprese conoscenza sedendosi di colpo e guardandosi attorno spaesata.

-Dove sono? Chi siete? Cosa volete da me?!-, urlò cercando di farsi sentire.

La sua voce raggiunse il piano di sopra attirando l'attenzione di Castiel e dei cacciatori.

-È tornata-.

Quest'ultimo si precipitò alla cella scomparendo sotto i loro occhi.

Aprì la porta d'acciaio incrociando lo sguardo perplesso di lei.

-Cass che sta succedendo?!-.

Dean li raggiunse con passo lento mantenendo le distanze da lei.

-Dean-.

-Tessa-.

-Perché sono qui? No, non è neanche la mia prima domanda, che cosa sta succedendo?!-.

La Nephilim si agitò tant'è che nell'intera stanza, calò notevolmente la temperatura cosa che lei ne risentì.

Il suo corpo iniziò a raffreddarsi rendendola pallida quasi diafana.

-Tessa? Tessa che ti prende?-.

-Cass, fa tanto freddo-.

-Sono i tuoi poteri, ascolta: qual'è l'ultima cosa che ricordi?-.

Gemette cadendo a terra in ginocchio,  -La stanza degli interrogatori, mio padre-.

-È accaduto due mesi fa-, rispose Dean.

Il freddo le pervase il petto arrivando quasi al cuore.

The Nephilim [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora