® 1 | CHI NON MUORE SI RIVEDE

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Erano passate un paio d'ore da quando Hope era partita; tra lacrime e il pensiero di fare un inversione e tornare a casa. Allungò la mano verso il cellulare che aveva precedentemente collegato e fece partire della musica. All'interno dell'auto Bad Blood rimbombava mentre batteva le dita sul volante a tempo di musica. Le gomme giravano come un vortice sull'asfalto sempre più veloci, sempre più impazienti di arrivare a destinazione. Non si era accorta di quanta strada aveva fatto fino a quando i suoi occhi non incontrarono il grande cartello che annunciava l'entrata a New Orleans.

Il quartiere francese in tutta la sua bellezza. Lo sguardo correva da una parte all'altra estasiato alla vista, tutti i brutti pensieri erano stati spazzati via, come se una barriera gli avesse impedito di attraversare la città. Non poteva fare a meno di sorridere.Arrivata davanti alla nuova casa Hope scese dalla macchina e frettolosa si precipitò ad aprire la porta. Le sue mani cercavano la chiave giusta ma l'agitazione non aiutava e finì per far cadere le chiavi più volte intimandosi mentalmente di stare calma. Dopo alcuni tentativi riuscì ad aprire la porta, se prima era felice, adesso Hope poteva toccare il cielo con un dito. Durante il periodo al college aveva deciso di lavorare per risparmiare un po' di soldi, eh beh ci era riuscita. Aveva comprato un bilocale, non era molto grande per l'appunto ma il suo unico pensiero adesso era che non poteva essere più perfetto di così.

Era ormai sera, aveva iniziato a sistemare le sue cose nel pomeriggio, gli ultimi scatoloni erano arrivati poche ore dopo di lei. Con l'eccitazione di una nuova casa, un posto tutto suo, aveva iniziato ad arredare le stanze senza rendersi conto del tempo che passava e ora il suo stomaco agognava del cibo, dopo aver afferrato velocemente la borsa e le chiavi uscì. Camminava per la città ancora meravigliata. I suoi piedi vagavano per le stradine tra negozi e case fino alla vista di un bar. Una grande insegna le dava il benvenuto al Rousseau's. Gruppetti di persone che parlavano e bevevano, chi al tavolo, chi in piedi. Era così affamata che si diresse subito al bancone per ordinare, senza notare quella figura all'angolo che la fissava da quando aveva messo piede nel locale. Una mano le si posò sulla spalla facendola sussultare. Una cameriera, le stava porgendo il drink che teneva in equilibrio sul vassoio. Non fece a tempo ad avvertire la ragazza dello sbaglio che le indicò un punto; vagò con lo sguardo fra i clienti alla ricerca di chi le avesse offerto da bere. I suoi occhi si posarono per qualche secondo sulla figura dell'uomo ma no, per sua fortuna non era stato lui, l'idea dell'uomo era tutt'altro che un drink, era un pensiero molto più oscuro. Lo sguardo continuava a vagare assorto fermando improvvisamente la sua corsa in due pozze verdi a lei tanto famigliari.

-chi non muore si rivede- dice la ragazza sorridendo confusa, non sapendo spiegarsi la presenza dell'amica a New Orleans. Dopo che lo shock svanì le due amiche si strinsero in un abbraccio a lungo atteso.

Hope si scostò di poco -Cosa diavolo ci fai qui?- chiese la ragazza con un sorrisetto incredulo.

-io ci vivo!- disse Hayley con una velata ironia -piuttosto cosa ci fai TU qui?!-

-non è da molto che sono qui; mi sono trasferita questo pomeriggio- la informò Hope.

Quel che la giovane ragazza notò fu lo sguardo della maggiore. Era durato pochi secondi, Hayley aveva subito cambiato espressione, mettendo in mostra i suoi denti perfetti in un sorriso sincero ma non le era sfuggito, nei suoi occhi aveva visto preoccupazione e paura.

Passarono la serata aggiornandosi sull'ultimo anno passato separate, rivivendo insieme il periodo e i ricordi in università e il loro bizzarro incontro. Tra risate e pettegolezzi le ore volarono; Hayley annunciò la sua ritirata promettendole di rivedersi l'indomani. Esausta dalla giornata passata Hope seguì l'esempio dell'amica e si incamminò verso casa, senza accorgersi della figura uscita dal locale poco dopo di lei. La seguiva silenzioso. Come un ombra. Illuminata dalle luci sgargianti del quartiere e dagli artisti di strada, la notte in città sembrava più viva che mai. Poi, all'improvviso il nulla. Più nessun suono, solo il silenzio. Un silenzio accompagnato dall'oscurità. Il corpo di Hope si irrigidì. Un improvvisa fitta alla testa la fece gemere dal dolore e la vista le si appannò per qualche secondo. La sensazione di essere osservata divenne sempre più forte dentro se portandola ad aumentare sempre più l'andatura della camminata. Con l'ansia che cresceva ad ogni passo; la strada sembrava non finire mai. Si accorse di star correndo solo quando rimase senza fiato e si arrestò. Gli occhi scrutarono le ombre della strada, la sensazione di un fiato sul collo le fece gelare il sangue nelle vene. Si girò velocemente cercando di rassicurarsi, sperando fosse solo un soffio di vento. Avrebbe voluto veramente tanto, con tutte le sue forze che fosse una causa naturale; per un momento ne era stata convinta, quando si era voltata e non aveva visto niente...nessuno.
Quando riprese il cammino ciò che vide era tutt'altro che naturale. Era un abominio, un mostro o meglio: un vampiro.

***

Ecco il capitolo revisionato, ho eliminato delle parti ma posso dire di essere soddisfatta del risultato, fatemi sapere se vi piace :)

XX Marina

You Are Our HOPEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora