® 5 | CLAIRE

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Aveva perso la cognizione del tempo. Forse stava camminando da un'ora. Forse solo da cinque minuti. Aveva pianto forse per tutto il tragitto. Più si allontanava e più la rabbia aveva la meglio sulle sue emozioni. Era come se all'interno del suo corpo si stesse svolgendo un incontro di pugilato. L'ira e l'odio avevano fatto squadra e uno per volta avevano battuto tutti i sentimenti. Erano andati KO, tutti tranne il senso dell'abbandono, la solitudine. No lei era ancora li a combattere, round dopo round. Ma questo testa a testa non poteva durare ancora a lungo. Almeno non giocando secondo le regole. La solitudine aveva colpito sotto la cintura e la rabbia finì al tappeto. E con lei Hope.

L'angoscia era sparita man mano che si allontanava dal loft, ma i pensieri, beh loro erano li fissi nella sua mente. Tutti i bei momenti passati con quella che credeva fosse una sua amica, la stavano distruggendo dall'interno. Le aveva mentito fin dal primo incontro. Conoscere un ragazza in un bar appena fuori dall'università non era strano ma Hope andava li proprio perché nessuno lo frequentava. E all'improvviso un gentile sconosciuta ti piomba alle spalle iniziando ad interessarsi della tua vita e mettendoti in testa leggende e stronzate soprannaturali con la scusa di una ricerca. La rabbia si era rialzata e aveva steso la solitudine con un bel gancio destro. L'aveva presa in giro, manipolata per mesi. Tutti i loro ricordi le provocavano un puro sentimento di rabbia. Si distrasse dai suoi pensieri quando sentì il cellulare squillare per l'ennesima volta. Questa volta non lo ignorò. Prese il telefono tra le mani e passò il dito sullo schermo spegnendolo.

Iniziò a guardarsi in torno e si accorse di essersi persa. O meglio, sapeva esattamente dove si trovava, la domanda era: come cavolo ci era arrivata in un cimitero?! Iniziò a vagare tra le lapidi in cerca di un uscita ma era come essere in un labirinto. I suoi piedi si muovevano velocemente ma non erano diretti verso l'esterno. No la stavano portando da qualche altra parte. Dopo varie svolte si fermò. Era confusa. Molto confusa. Si trovava davanti ad una tomba una di quelle a muro. Una presenza si aggirava in torno a lei, la seguiva dal un po' ma solo ora Hope poteva percepirla. La temperatura era scesa quasi all'improvviso. Con il dito iniziò a tracciare il nome inciso sulla lapide. Davina Claire. Posò la mano sul marmo freddo e come una scarica l'attraversò. Si portò le mani alla testa e iniziò a pregare che quel dolore lancinante passasse il più presto possibile quando cessò. Del nero iniziò a espandersi sui suoi occhi fino a riempirli del tutto. La ragazza era come in trans con la testa rivolta verso il cielo e gli occhi aperti ma non vedeva niente, o meglio, qualcosa vedeva ma non era di certo il cielo.

Si trovava in una chiesa mentre guardava la scena dall'alto. Delle ragazzine stavano facendo partorire una donna distesa sull'altare. La ragazza continuava a gridare e a spingere quando un uomo sfondò bruscamente la porta irrompendo maldestramente. Si dirigeva verso l'altare minacciando di morte le ragazze. Non la presero molto bene. Lo sollevarono in aria con la magia e lo scagliarono contro un muro impedendogli di muoversi. Continuava a spingere per fare uscire il bambino quando all'improvviso si udiva solo il pianto della neonata. L'uomo, ancora bloccato, era come meravigliato alla vista della piccola. La neo mamma alzò lo sguardo verso di lui facendogli un sorriso stanco. Quando la donna alzò il volto Hope la riconobbe subito. Era Hayley.

Si risvegliò dallo stato di trance e si accorse di star piangendo. Con gli occhi inondati dalle lacrime Hope corse via o almeno ci provò. Una mano la prese per il polso. Una ragazza le sorrideva chiedendole di seguirla.

-Io sono Davina, seguimi devo mostrarti una cosa.-

Mentre le camminava accanto Hope non poté fare a meno di fissarla. Davina si fermò davanti ad una grande tomba, quella della sua famiglia. Le potenti streghe Claire. Allungò una mano e pronunciò delle parole che Hope non riuscì a comprendere. La porta si aprì e curiosa si avvicinò ma quando si voltò per chiedere delle spiegazioni a Davina, lei era scomparsa. Dopo aver cacciato qualche sospiro si fece coraggio ed entrò.

***

SPAZIO AUTRICE:

Dan dan dannnn. Macciao Davinaaaa. Mi ero dimenticata di scriverlo, quando inizia a scrivere la storia, la 3 stagione era appena finita ma ero troppo impaziente quindi questa sarebbe la mia 4 inventata hihi

Al prossimo capitolo,

xx Marina.

You Are Our HOPEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora