Sabato
La mano di Jason strinse con forza quella di suo padre seduto accanto a sé. Derek si sentì immediatamente escluso, come sempre, ma Jason aveva solo due mani dopotutto e se con una stringeva Raffa al petto, la scelta che gli restava per l'altra non era difficile: Lucas.
Era la prima volta che il bambino di sei anni si trovava su un aereo e la paura lo aveva investito ancor prima di salire su quell'enorme cabina di metallo. Jason era sempre stato spaventato da tutto ciò che non aveva mai affrontato, dell'ignoto.
Era per quel motivo che Lucas aveva iniziato ad insegnargli a scrivere già l'anno prima nonostante la sua tenera età e a svelargli i segreti della scrittura. Gli aveva fatto capire quanto potesse essere utile un diario su cui scrivere tutto, anche e soprattutto quando i suoi papà non erano presenti accanto a lui.
Lucas si sporse verso il bambino e gli baciò la guancia. "Va tutto bene, piccolo" cercò di rassicurarlo. "Arriveremo in Italia e poi ci divertiremo come sempre. Ti ho detto quante volte io e papà abbiamo preso l'aereo". Di certo non era la prima volta che andavano in vacanza, ma da quando aveva adottato Jason avevano preferito non andare tanto distanti dall'Inghilterra. Nella maggior parte dei casi erano rimasti proprio sull'isola e avevano utilizzato l'auto o tutt'al più la nave. Mai l'aereo. Ma Lucas aveva avuto voglia di tornare in Italia, gli mancavano ancora alcune città per finire il suo tour iniziato ormai da parecchi anni e quella volta avevano deciso che Verona sarebbe stata un buon punto di partenza anche per il loro piccolo. Era giunto il momento di poter azzardare e fare vacanze in posti più lontani. Ovviamente avevano rinunciato a viaggiare tutti i weekend, ma ogni tanto, proprio come allora, tornavano a farlo.
Decollarono e la paura di Jason scemò piano piano, tanto da allontanarsi da Lucas e sedersi sulle gambe di Derek, che era più vicino al finestrino. I due guardavano fuori e parlottavano tra di loro, ridacchiando. Stavano immaginando che cosa fossero quelle luci in lontananza, anche se Jason continuava a rispondere che si trattassero solo di case.
"Quella sarà... Una scuola" disse Derek, facendo ridere suo figlio.
"Papà, ma a quest'ora le scuole sono chiuse e le luci spente".
Lucas sorrise guardando i due uomini della sua vita.
"Hai ragione" stava borbottando Derek, mentre Jason continuava a ridacchiare.
Non ci misero molto per arrivare nella città prestabilita. Lasciarono tutto in hotel e mangiarono direttamente lì, prima di crollare su quei materassi sconosciuti, decisamente stanchi dal volo. Si rigenerarono così che il giorno dopo potessero andare tranquillamente in esplorazione della città. Inutile dire che Jason si era irritato subito, trovando tutto dannatamente noioso e neanche il gelato che avevano preso gli aveva migliorato l'umore. Non capiva cosa ci trovassero di tanto divertente i suoi papà nel camminare e osservare. E per di più loro chiacchieravano e ridevano di cose che lui non capiva. Si sentiva escluso. "Papi, sono stanco" si era lamentato ad un certo punto, tirando il polso di Lucas e interrompendo il suo discorso. Jason riteneva che il suo genitore prediletto lo stesse trascurando decisamente, prestando attenzione solo al suo papà.
"Adesso ci sediamo" propose, guardandolo a malapena.
"No! Non voglio sedermi!".
Derek sollevò gli occhi al cielo. Era questo che intendeva nel modo in cui Jason si rivolgeva a loro certe volte.
Ma Lucas si sentì immediatamente in colpa quando vide le lacrime agli occhi di suo figlio. "Vieni qui, amore". Lo sollevò da terra e Jason seppellì il viso nel suo collo. Non ci volle molto prima che si addormentasse tra le braccia di suo padre. E continuò a farlo fino a quando non arrivarono di nuovo in hotel per l'ora di cena. A Lucas dolevano le braccia, ma nonostante Derek gli avesse chiesto se voleva darlo a lui per un po', non aveva accettato l'offerta e aveva continuato a trasportare il piccolo. Non fu un sabato per nulla sereno o divertente come invece avevano sperato. Jason, dopo le sue ore di sonno, aveva un umore ancor peggiore di prima. Si era svegliato nel momento stesso in cui suo padre lo aveva sistemato a letto. "No, non mi lasciare" erano state le sue parole, che avevano costretto Lucas a restare incollato a suo figlio. Jason aveva protestato perfino quando Lucas si era alzato per andare a fare la doccia. Era finita ovviamente che l'avevano fatta insieme, padre e figlio, mentre Derek, già docciato, si vestiva per la cena. Amava il cibo italiano, era una delle cose che apprezzava di più di quei viaggi. E adesso il suo stomaco brontolava e non era molto propenso ad assecondare e tollerare i capricci di suo figlio. Perciò, mentre Lucas si vestiva e Jason stava seduto sul letto a lamentarsi, Derek aveva preso in mano la situazione, per una volta. Si era accosciato davanti a suo figlio.
"Jas, hei" gli passò una mano tra i capelli e poi gli accarezzò il viso. Jason chiuse gli occhi sotto al tocco del più grande, smettendo di piagnucolare. "Mi dici cosa c'è che non va, dolcezza?".
Lucas si fermò dall'allacciare la cinta e sollevò lo sguardo verso la sua famiglia. Amava quelle rare volte in cui suo marito cercava di tirar fuori dalle labbra di suo figlio, ciò che all'altro avrebbe detto già dopo un solo sguardo. Era vero, ci voleva più tempo e Derek preferiva per quello lasciarlo fare a Lucas, ma quando capitava, il più alto amava osservarli nel mentre. Derek sapeva essere ancora più dolce di Lucas quando ci si metteva.
"Voglio tornare a casa" rispose Jason, poggiando la mano sul polso del biondo.
"Perché? Davvero è così brutto stare con me e papi qui?".
Jason voltò la testa verso Lucas, quasi a chiedergli se dovesse rispondere o meno. Lucas annuì, incitandolo a continuare.
Jason prestò di nuovo attenzione a Derek: "Tu hai papi. Papà ha te. E io no. Non mi diverto".
Derek si ritrovò a incrociare gli occhi con quelli di suo marito. "Anche io voglio qualcuno con cui divertirmi quando non stiamo a casa. E giocare quando stiamo a casa".
Un brivido corse lungo la schiena di Derek, nello stesso momento in cui un sorriso e tanto di occhi luccicanti di commozione apparivano sul viso di Lucas. Entrambi gli adulti sapevano dove quel discorso di loro figlio, sarebbe andato a parare. E ovviamente ne ebbero la conferma quando Jason terminò: "Philip ha una sorella più grande che gioca con lui sempre. Pure io voglio un fratellino o una sorellina, papà".
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Between Us ||Spin-off ACDT3||
FanfictionLa vita da sposati non sempre è perfetta. Per Lucas e Derek, con la loro routine, in realtà lo era sempre stata... fino ad allora. Quando qualcosa di importante manca nella coppia e nella propria vita, è davvero troppo facile distruggere ciò che si...