Introduzione

61 22 6
                                    

Come ci si finisce in questo posto? Come puó una ragazza di 20 anni, con una vita tutto sommato normale, finire ricoverata in psichiatria?
Nonostante siano passati solo due giorni ricordo poco o nulla di quando sono entrata.
Tutto cominciò sabato, persi la testa dopo l'ennesimo litigio con James, voleva lasciarmi un' altra volta e io non potevo sopportarlo. Eravamo da me quando cominciai a prenderlo a pugni, lo odiavo, come poteva farmi questo male? Presi le forbici, mi legai i capelli e diedi un taglio netto di una decina di centimetri. James amava i capelli lunghi. Dopo questo gesto, fatto solo per sfida, presi la mia macchina e cominciai a guidare senza una meta. James mi stava seguendo con la sua e, evidentemente preoccupato, aveva avvisato mio fratello e i suoi genitori. Tutti si misero a cercarmi per il paese e a tempestarmi di chiamate. Volevo solo seminarli quindi accelerai dando inizio ad un inseguimento-fuga per le strade in stile film d'azione. Dopo esserci riuscita mi diressi verso la stazione. Volevo gettarmi sotto un treno.
Arrivata la trovai completamente deserta per l'orario, era ormai notte fonda. Mentre fissavo le rotaie in attesa del treno sentii qualcuno prendermi il braccio da dietro. Era Lorenzo, mio fratello.

Non ricordo altro. Mi è stato raccontato che la mattina dopo mia zia e suo marito, dopo aver saputo la notizia da Lorenzo, vennero a trovarmi. Lei per me è sempre stata come una seconda mamma.
Dicono che ero irriconoscibile, avevo lo sguardo perso nel vuoto, non parlavo, non reagivo a nulla.
La sera mi portarono in ospedale, avevano bisogno d'aiuto, io avevo bisogno di un aiuto.
Venne a parlarci una psichiatra, la quale suggerì un ricovero in psichiatria, qualche giorno, il tempo di riprendermi. Io accettai.
Ricordo vagamente quando ci incamminammo verso la psichiatria, ricordo il buio della notte, una stradina in discesa per arrivare ad un ingresso che dava l'impressione di una cantina. Nascosto e nei sotterranei.
I miei ricordi sono annebbiati, senza colori ne suoni, come in un sogno, uno di quelli che non ti sembrano neanche tanto reali.
Oltrepassai due porte che si aprivano solo con un codice. Dopo la seconda rimasi sola, i miei zii si erano dovuti fermare prima.
Ero appena stata rinchiusa in una realtà completamente nuova per me, un respiro profondo prima di venire accompagnata dagli infermieri nella mia nuova camera.

Il sole spentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora