Il sole spento

Capitolo 6

"Buongiorno! È ora di alzarsi!"
Sento la voce, squillante e allegra, di un uomo svegliarmi. Mi volto verso la porta e vedo un nuovo giovane infermiere di massimo 30 anni. Alto, muscoloso, moro, occhi verdi e labbra carnose. Tanto bello da sembrare una scultura, lineamenti perfetti, fisico perfetto.
In questo momento però voglio solo dormire. Mi rigiro sul fianco opposto dandogli la schiena, mentre lui, nel frattempo, è entrato nella mia camera.
"Voglio dormire." Sono convinta che non insista, nessun infermiere l'ha mai fatto da quando sono qui.
"Non esiste, c'è la colazione."
"Non ho fame."
"Allora bevi una spremuta o un caffè latte. Viene anche per stare un po' in compagnia."
"In compagnia di chi?" Chiedo in modo provocatorio voltandomi di nuovo verso di lui, infastidita dalla sua insistenza.
"Degli altri pazienti." Non coglie la provocazione.
"Non sono mai andata nella sala da pranzo." Ammetto abbassando lo sguardo.
"Allora ti farò strada io. Dai, alzati, al massimo torni a dormire più tardi."
"Ma che vuoi? Gli altri non mi rompono mai così. Se voglio restare nel letto resto nel letto."
"Io non sono gli altri. Ora in piedi che si sta facendo tardi."
Sbuffo e poi sorrido. "Per favore mamma, ancora cinque minuti. Non mi va di andare a scuola."
Mi copro con il lenzuolo fino a sopra la testa, imitando, con fare scherzoso, una bambina che si nasconde.
"Dai avanti che perdi il pullman. Hai già fatto abbastanza assenze." Ridendo prende il mio lenzuolo e me lo toglie di dosso. Mi metto seduta e lo guardo, sorridendo con aria sconfitta.
"Va bene. Mi lavo la faccia, mi cambio e ci sono."
"Ho vinto!" Esclama felice agitando i pugni in aria in segno di esultanza.
"Comunque mi chiamo Marco." Mi allunga una mano, ma io mi alzo senza stringerla fingendomi offesa per la sconfitta.
"Sono Alison."
"D'accordo Alison, ti aspetto di là. Non provare a tornare a letto perché tra cinque minuti torno a controllare."
"Sì, mamma."