È un altro freddo pomeriggio di febbraio. Solo poche settimane fa ero in montagna, in Trentino, con James. Mi insegnava il suo sport preferito: lo snowboard. Quante risate quel giorno, ci divertivamo a lanciarci in ogni pista, dalla più facile alla più difficile. Cadevo e mi rialzavo ogni minuto, mi facevo male e la fatica a fare snowboard è assurda, ma era comunque bellissimo.
Alla sera, in hotel, eravamo distrutti ma felici, ridevamo così tanto, ci prendevamo in giro a vicenda per come eravamo ridotti, tra un bacio e l'altro. Una delle giornate più belle che ricordo.
E ora? Ora non ho più niente.
Le lacrime cominciano a rigarmi il viso, non riesco a fermarle."Piccola, che succede?" In quel momento entra Sara e vedendomi piangere si avvicina al mio letto, sedendosi in un angolo. Io non le rispondo ma mi sposto un po' per farle spazio.
Comincia ad accarezzarmi dolcemente i capelli.
"Sei veramente bellissima, te l'ho mai detto?" Mi dice sorridendo.
Io ricambio il sorriso e, soffocando le lacrime, rispondo: "Si, è da quando sono entrata che continui a dirmi questa cazzata."
Sono contenta che non abbia insistito nel chiedermi perché piangevo, parlarne, in questo momento, mi farebbe sprofondare ancora di più nella tristezza.
"Solo tu pensi che è una cazzata!"
"Guardati.." mi dice sempre accarezzandomi. "Hai un viso così dolce... Sembri un angelo. E ricorda che se un'altra ragazza ti dice che sei bella vale doppio!" Accenna una risata.
Mi alzo a sedere e la stringo in un forte abbraccio.
"Sei sempre così carina con me... Io avrò il viso d'angelo ma tu lo sei davvero."
Lei mi da un bacio sulla guancia poi, tutta felice, prende un succo di frutta che aveva poggiato a terra e annuncia: "Ti ho portato questo!" "Ho visto che quello di ieri l'hai finito, quindi eccone un altro."
"Grazie ma..."
"Niente ma!" "Sei troppo bella per buttarti via così." Aggiunge tornando seria.
Sono davvero contenta di aver trovato lei come compagna di stanza, è sempre dolce con me, mi fa stare bene.
"Sara... Perché sei ricoverata?" Chiedo tutto d'un fiato. Non ne avevamo ancora parlato.
"I miei genitori sono morti quando ero piccola, da all'ora vivo in comunità. Ma c'è un problema... Ho molte difficoltà a gestire la rabbia e quando esagero mi portano qui."Poco dopo la chiacchierata con Sara sento bussare alla porta.
"Si?" Rispondo titubante.
Vedo la porta aprirsi e dietro Davide, il mio psicologo.
"Ciao! Sono passato a trovarti. Spero non ti dispiaccia." Mi dice entrando con un sorriso.
"No figurati, sono felice." Ricambio il sorriso e mi metto seduta sul letto.
Parliamo tanto, ridiamo, scherziamo. Mi sembra quasi più un amico che uno psicologo.
Ad un certo punto affronta il discorso sulla mia alimentazione.
"Mi hanno detto che non hai ancora mangiato. Cosa ti blocca?"
"Non lo so... Mi viene da vomitare, mi si chiude lo stomaco. È più forte di me. Ieri ho bevuto un succo di frutta ma ho fatto molta fatica." Ammetto indicando quello che mi aveva portato Sara, ancora da aprire sul comodino.
"Però ci sei riuscita! È già un inizio. Ti va di provare a bere anche questo?"
Ci penso un po' prima di rispondere.
"Lo dividi con me?" Chiedo.
"No, no. Quello è tuo non posso rubartelo."
"Per favore." Dico seria. Non sopporterei di essere l'unica nella stanza a bere, il solo pensiero mi crea una forte ansia.
Lui, per fortuna, mi capisce e alla fine accetta di dividerlo.
Torniamo a parlare e ridere serenamente. Oso anche fargli qualche domanda personale.
"Quanti anni hai?"
"33... Ma tu dovresti rispondere che non li dimostro."
"Ooh si, ne dimostri molto meno."
Scoppiamo a ridere.
"Hai dei fratelli?"
"Ho due sorelle più grandi."
"Sei sposato?"
"No, sono single. Vivo con i miei. Ma ora basta con questo interrogatorio, io dovrei fare le domande. Sai, funziona così tra psicologo e paziente." Dice ridendo. Guarda il telefono.
"Cazzo, sono già le 20.00! Sono qui da tre ore! È passato veloce il tempo. Ora devo andare, mi dispiace lasciarti sola. Tornerò domani."Appena esce mi stendo nel letto pronta per dormire. Ho un sorriso stampato in volto, provo una sensazione di grande sollievo, parlare con lui mi ha messo proprio di buon umore, mi sento rinata.
Mentre sto per addormentarmi sento il mio telefono vibrare. È un messaggio da parte di James. Sento il cuore sobbalzare.
-Va bene se domani passo a trovarti? Mi manchi.-
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Il sole spento
ChickLitIl diario di una ragazza che ha toccato il fondo ed è stata sconfitta dalla vita. il viaggio verso la rinascita e la risalita lo farà rinchiusa in psichiatria, attraverso nuove amicizie, nuovi amori, ricadute, pianti, gioie e paure. Conoscerà person...