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D'auria era chino a fissare quel volto che in quei caldi giorni destate gli era diventato così famigliare.
In quella faccia quasi staccata dal resto della testa si distinguevano bene gli occhi vitrei rivolti all'insù la bocca spalancata, forse per cercare un'ultima disperata boccata d'ossigeno.
Il cranio, tutto nel suo insieme sembrava leggermente deformato a causa di una pressione subita.
Il petto e le spalle erano dilaniati.
-La causa della morte non l'hanno ancora accertata ma escludono le ferite che per quanto brutte non hanno leso organi vitali.
Il commissario si girò verso il collega.
-Soffocamento.
L'altro lo guardò con laria di chi ha di fronte un sensitivo.
D'auria lo intuì e chiarì subito la sua posizione.
-Questi, - disse indicando con un dito le ferite rosse che incorniciavano quel viso deformato, - sono i segni del bacio della morte, che è una tecnica usata dai grandi felini.
Monteleone si chinò mettendosi un mozzicone di sigaro tra le labbra e srizzò gli occhi.
-Hai fatto i compiti al museo allora.
D'auria si alzò e non rispose, ma fu subito rincalzato.
-Visto che confermi che è il tuo leopardo ad avere fatto anche questo lavoretto lo vai a dire tu a Maugeri sta volta? No perché è giù che sta dando in isterismo con quelli della cinofila che ancora non lo hanno trovato. Perché è stato il leopardo giusto? Quale altro animale sarebbe così intelligente o fortunato da fare fuori uno dopo laltro i componenti di un commando di inafferrabili criminali su cui pende un mandato di cattura internazionale?
-Un uomo.
Monteleone sgranò ancora di più gli occhi se questo era possibile.
Si levò il mozzicone di bocca prima di parlare.
-Ma se hai appena detto che è stato il leopardo. Mi prendi in giro?
-Quella è larma, ma per la precisione con cui colpisce non ci sono più dubbi che dietro deve esserci una mano che prende la mira.
-Uomo o bestia mi sta sulle palle.
-Perché è più veloce di te a fare il lavoro del cacciatore?
Detto questo fece per girarsi ma Monteleone lo afferrò per una spalla facendolo ruotare nuovamente verso di se, poi con l'indice ben teso all'altezza degli occhi sbuffò da sotto ai baffi.
-Ascoltami bene sono anni che sputo sangue dietro a quei tre stronzi, uso risorse dello stato e non, sono anche morti dei colleghi lo sapevi questo? No? Non piango sai a vederli morti ma il mio lavoro é prenderli, così come il tuo e lo sai perché mi girano le palle? Non perché cè qualcuno più bravo di me, ma perché cè qualcuno più bravo di loro e quindi ancora più pericoloso. Soddisfatto ora?
D'auria lo fissò  impassibile, poi con gli occhi gli indicò il resto della stanza.
Tutti gli uomini  di servizio si erano bloccati e stavano seguendo la scena.
-Scendiamo.
E lo disse in tono neutro.
Giù in strada Monteleone cercò goffamente di scusarsi per aver perso le staffe ma con un gesto D'auria gli fece capire di lasciare perdere.
-Piuttosto che tu sappia la guardia giurata che ci ha chiamato ha visto qualcosa?
-Macchè, dice che era appena rincasato dal turno quando ha sentito gli spari allora ha fatto irruzione come alla televisione, gli è sembrato di vedere solo un'ombra balzare fuori dalla finestra.
-Dal quarto piano?
Monteleone scrollò le spalle.
-Stanno comunque interrogando i vicini ma sembra che spari a parte nessuno abbia sentito niente e per il resto il nostro Sancez viene descritto come una persona schiva, lo hanno visto poco e sempre solo. Era un mese che abitava qui. Gli agenti cercheranno di rintracciare il proprietario dellappartamento per saperne di più.
-Beh almeno abbiamo una data da cui partire, speriamo esca qualcosa dallappartamento.
Disse D'auria in tono speranzoso.
-Non ci contare troppo sono professionisti dellinvisibilità. Vivono in alloggi diversi e tutti lindi nel caso appunto che  i rifugi vengano bruciati. Lavorano più o meno così: arrivano separati si danno appuntamenti prefissati a due a due per decidere il da farsi, agiscono e  dopo un ultimo incontro spariscono nel nulla, se un incontro va a buca, ne hanno uno di riserva fallito quello credo che fuggano e basta.
-Dobbiamo fare presto, ora il terzo uomo si renderà conto di essere solo.
-Potrebbe essere già sparito.
Ammise con stizza Monteleone.
-Chi lo cerca non è tipo da farselo scappare sotto al naso mi sembra. -Dobbiamo trovarlo prima noi e aspettare nell'ombra così possiamo dare scacco matto a tutti.
Il suo collega tirò una profonda boccata dal mezzo sigaro che nel frattempo si era acceso.
-O ce lo fanno.
E sbuffò il fumo.
A passo di bersagliere arrivò nel mentre un paonazzo Maugeri che nonostante lora tarda non sembrava aver perso vigore e li investì senza preamboli.
-Voglio delle spiegazioni. Subito.
Monteleone col pollice indicò il commissario il quale gli rispose tirando un sorriso che sembrava più un vaffanculo e poi  un sussurrato :
-Grazie collega.
Poi raccontò quel poco di potabile che aveva messo assieme prima di rientrare al commissariato dove una squadra di uomini assonnati stava aspettando ordini dal proprio comandante.
-I media commissario sono già esplosi nelle edizioni notturne, parlano già della belva della lanterna il centralino è intasato, chi chiama per avere notizie chi perché è sicuro che ha visto qualcosa, è un casino se va avanti così non so come faremo.
-Lo so, ma i media sono un problema di Maugeri e Bonanno, il delirio collettivo invece era prevedibile a questo punto dobbiamo solo cercare di limitare i danni e di muoverci più veloci del panico.
-Ma lei crede che una bestia così si possa davvero addestrare a uccidere a comando come un cane?
-Conte non lo so io, domani mattina chiamerò subito il professor Descalzi  del museo di storia naturale, ma vero è che al circo certe bestie le fanno andare anche in bicicletta.
Monteleone che era rimasto in silenzio fino ad allora prese la parola.
-Ragazzi io e il vostro capo abbiamo discusso al lungo.  e su questa affermazione si guardarono un istante capendosi solo loro, - pensiamo che quello che possiamo fare noi è trovare il terzo uomo e stargli addosso, visto che a parte che nelle alte sfere, nessuno dubita che sia lui il prossimo bersaglio.
-Farò anche una ricerca presso l'immobiliare che ha affittato l'appartamento all'ultima vittima, magari anche gli altri si sono rivolti alla stessa.
Quella di Marras era più una speranza.
-Sono accorti cazzo, ve l'ho detto, non credo abbiano commesso un errore simile, comunque è giusto controllare.
Sbuffò Monteleone.
D'auria si fece avanti.
Grillo non rimane che la pista della cintura allora, vatti a riposare e poi riprendi le ricerche.
-Sì commissario ho individuato un negozio la cui commessa ricorda di averne venduto una simile alla nostra a un uomo che potrebbe essere il nostro fuggitivo.
-Batti la zona allora ma non dare nell'occhio sarà già in allarme forse, tieni docchio le edicole, magari fa il pieno di giornali per avere notizie e capire come muoversi non si sa mai, se trovi qualcosa chiama subito.
-Comandi.
-Aspetta un attimo.
Monteleone lo bloccò per una spalla e gli si mise davanti.
-Ti chiami Grillo vero?
-Sì commissario.
-Ok Grillo ascoltami bene, - e per quanto il suo sguardo si fece più serio sembrò raddolcirsi in certe sfumature, - ho avuto modo di conoscere il tuo capo in questi giorni. È in gamba davvero, immagino che chi lavora con lui lo sia altrettanto. Anzi; - si corresse subito, - ne sono certo perché lo sto vedendo, ma, questo Tavalev, ha un addestramento di tipo militare, è un killer di professione ha lavorato anni per diventarlo con i sistemi più allavanguardia, è pericoloso, non si spaventa facilmente uno così ma quando succede è anche peggio e forse ora lo è, di sicuro non ha nulla da perdere in questo momento.
-Starò attento.
-Non basterà.
Grillo lo guardò perplesso.
-Davvero, mi raccomando, se lo trovi non avvicinarti neanche a un metro se sei solo, chiama subito e aspetta di aver qualcuno assieme, se ti fiuta sei morto.  -riprese fiato un attimo, - non voglio che nessuno cada per colpa sua.
Ci fu un breve silenzio e la presa alla spalla si allentò.
-Ho capito, va bene.
E un Grillo un po frastornato si congedò dal gruppo.
D'auria ruppe quella tensione che rischiava di logorare i nervi e basta.
-Mi avete detto che la signora Martignon è andata a identificare il corpo di Bordeaux?
-Sì commissario accompagnata da un certo Andrè Fortier.
-Fortier?
Chiese conferma in direzione di un preparato Marras.
-Sì ma, - incominciò anticipando tutta una serie di domande, -  a parte che è haitiano ha 34 anni e si trova qui con un visto turistico che scade tra tre giorni, su di lui non cè altro.
-E dove alloggia di grazia.
-Risulta essere alloggiato presso la signora Martignon.
La quale si era sbadatamente dimenticata di dirgli durante il loro colloquio della presenza del nuovo inquilino. Avesse avuto ancora dei dubbi su un qualche coinvolgimento della vecchietta in questa faccenda, la sua reticenza lavrebbe spazzato via subito.
-Ti dice niente questo nome Monteleone?
Una scrollata di spalle fu una risposta esauriente.
-Sarà un identità falsa?
-Cosa vuoi D'auria con questa gente tutto è possibile, magari quello è davvero il suo nome ma è uno molto bravo a tenere il giardino pulito.
-Va beh tra poco è giorno e il riposo è un'arma quando si deve combattere cerchiamo di dormire tutti qualche ora, io appena mi rimetto in pista torno a Il Caribe e vedo di mettere un po di pressione.
-Ti accompagno fuori, faccio un salto all'albergo, doccia, un paio dore di sonno e poi mi rimetto in caccia, tra l'altro avevo una chiamata del portiere di notte in segreteria ma non ho capito cosa voleva.
-Dove alloggi che ancora non te l'ho chiesto.
-Al Tre croci qui dietro.
-Ottima scelta, ne hai di risorse per essere un poliziotto, se penso che io faccio fatica a farmi mandare la carta per le stampanti.
-Vedi collega, tu sei giovane e alcune sfumature non ti hanno ancora toccato forse, ma la realtà è che nella mia posizione, fino a che sei utile ti mettono a disposizione tutto quello che ti serve, il casino invece viene  dopo.
-Amen, ci sentiamo dopo allora.
-Roger, ah una cosa!
-Dimmi.
-Mi spiace per quella ragazza, ho visto che la cosa ti ha toccato da vicino.
Dentro non vicino fu la correzione mentale che un momento di outing fece nascere in lui.
Un angolo della bocca mimò un ringraziamento  e poi col pensiero di Marika ancora bruciante dentro al petto prese la strada di casa.
Abitare all'ultimo piano di unantica torre con vista sul porto paga locchio durante le riflessione dalla finestra, ma mortifica le gambe dopo una giornata di lavoro.
All'interno l'aria non circolava e la salita di tutti quei gradini diede il colpo di grazia ai suoi indumenti in uso da più di ventiquattro ore.
Nonostante lora aveva sudato come in una sauna.
Arrivò in cima con la mente impegnata a inseguire complicate connessioni tra i vari personaggi e il fisico masticato dal poco sonno e il troppo caldo.
Era salito al buio tanto, oltre che ad avere una discreta visione notturna, conosceva ogni singolo gradino a memoria, lastre di ardesia rese concave dalle migliaia di passi che dal rinascimento a oggi ne avevano levigato i profili, davano vita alle figure che negli anni prima avevano disegnato quel cammino di pietra.
Tutto questo però non aiutava a centrare con la chiave il buco della serratura, arrivato quindi sul pianerottolo cercò con le dita linterruttore della luce e accese quella del piano dove per altro risiedeva solo lui.
Un attimo di abbaglio e la mano che afferrò in tasca le chiavi, poi gli occhi meccanicamente agganciarono la porta.
Tutto sembrò fermarsi in quell'istante.
Ebbe un sussulto prima e poi mise a fuoco la scena, o forse il contrario.
Poco importava comunque perché per realizzare ciò che aveva di fronte gli ci vollero un paio di secondi che, in certe circostanze sono lunghissimi.
Represse il primo l'impulso di correre verso la porta sopraffatto dallistinto di poliziotto che gli imponeva di usare la ragione.
Guardò a terra per capire se avvicinandosi avrebbe potuto compromettere eventuali tracce.
Secondo il codice del libero arbitrio decise che tutto sembrava pulito o che comunque non gli importava più che tanto.
Fece qualche passo in modo da arrivare a dieci centimetri dalla soglia.
Frugò quella superficie in legno, ultima barriera tra il mondo esterno e il suo rifugio, prima con gli occhi e poi col naso costringendosi a non usare le mani, poi, camminando a ritroso tornò indietro per avere una visione dinsieme.
Quando fu convinto di quello che stava guardando afferrò il cellulare.
Non fece in tempo a richiamare nessuno numero dalla rubrica che il display si illuminò a giorno e iniziò a squillare.
-D'auria ciao scusa dormivi?
-No e credo che per oggi non se ne parla proprio.
La voce del suo collega era stranamente concitata quando riprese il discorso.
-Scusa ancora ma qui in albergo è successo un casino .
-Ti ascolto.
Avevo quella chiamata nel cellulare no? Te lavevo detto, beh arrivo mi viene il ragazzo in contro tutto agitato non si capiva niente di quello che voleva dire, insisteva che lo seguissi e così ho fatto.- una pausa per prendere aria, - cazzo D'auria non so come dirtelo, ma dalla porta quando sono arrivato, su quella della mia camera dico cè...
D'auria finì la frase per lui.
-Cè impressa come a fuoco, limmagine di una pelle di leopardo.
Silenzio.
-Ecco sì, ma tu come .- altro silenzio  -anche da te mi stai dicendo?
-Esatto.
-Ci hanno dato fuoco alla porta?
-No se avvicini il naso non dà odore di bruciato, non so come hanno fatto ma lo hanno fatto.
-Oh merda, merda, merda, e sapevano dove abitavi e dove alloggiavo io, come cazzo..  -un ringhio questa  volta dissolse la frase vecchia in favore di una nuova, - ascolta ragazzo le cose sono due, dopo le nostre performance di ieri, o stanno cercando di spaventarci perché abbiamo toccato dei nervi scoperti o ci stanno prendendo per il culo alla grande e in tutti e due i casi io mi incazzo come una bestia.
-E tu ti prenderesti tanti rischi solo per prendere per il culo qualcuno?
-Magari ci vogliono sviare cavalcando londa dei loro miti vero è che credo che siamo più dentro alla faccenda di quello che pensavamo se si sono scomodati addirittura per noi.
-Ok calma ora facciamo venire qui quelli del mestiere  fare tutte le loro cosine, appena mi sgancio vengo da te così facciamo il punto, va bene?
-Ti aspetto.
Il fatto che qualcuno fosse stato in grado di sapere dove vivevano e che nel breve lasso di tempo di tempo di una notte fosse stato in grado di organizzare un omicidio altamente scenico e un atto dimostrativo ancora più teatrale tutto in tre posti diversi contemporaneamente, confermava la pista di un organizzazione che stava orchestrando tutto.
O , comunque di una persona validamente appoggiata da altri.
La facilità con cui riuscivano ad arrivare dove volevano quando volevano, gli diede un po di vertigine che lo costrinse ad aspettare la scientifica seduto sul primo gradino della rampa.

Il bacio della morteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora