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Il commissariato era in subbuglio, D'auria e Monteleone seguivano su di uno stradario di servizio l'indice di Marras che si soffermava su di un civico del centro storico.
-Grillo ha detto che era qui poco prima che cadesse la comunicazione.
-Cazzo gli avevo detto di non prendere contatto da solo.
Sbottò Monteleone.
Marras distinto si sentì in dovere di prendere le difese del collega.
-Tecnicamente non l'ha fatto, avete sentito la registrazione della telefonata, ha visto il nostro uomo entrare nel porticato, ha atteso dieci minuti dopo di che è entrato per verificare la planimetria del posto. Eravamo al telefono quando stava entrando dopo di che da quando è caduta la linea nulla, dopo trenta minuti come da protocollo ho richiamato ma senza successo. Il cellulare è risultato spento.
-Dobbiamo andare a vedere.
Disse subito D'auria scostandosi dal gruppo.
-No!
Il tono era di quelli che non ammettono repliche e sicuro ebbe leffetto di catalizzare lattenzione di tutti.
-Dobbiamo aspettare, se come penso Tavalev si era accorto di essere stato individuato da Grillo, gli ha teso un agguato in piena regola.
Si fermò un attimo e cercò conforto per quello che stava per dire accendendosi un sigaro incurante del divieto di fumare sbandierato dai cartelli appesi a ogni parete.
Nessun d'altro canto visto il particolare momento se ne risentì della violazione di quella norma.
Tirò una profonda boccata mischiando sul palato lamaro del tabacco con quello della bocca.
-Le cose sono due. -  ristette ancora un attimo, - o Grillo è già morto o capendo che ora è lui quello braccato, gli serve vivo come unica possibilità di fuga da qui e quindi a breve si metterà in contatto con noi.
Un poliziotto, un collega per qualcuno forse un amico che, se non era morto era ostaggio di un assassino di professione con nulla da perdere.
In barba al caldo, più di una schiena fu scossa dai brividi.
-Allora dobbiamo fare presto a stanarlo.
Monteleone gli bloccò fisicamente la strada e disse:
-Allora dobbiamo aspettare.
D'auria lo guardò come si guarda un matto.
Gli uomini, ansiosi di fare qualcosa per il collega guardarono la scena.
Non sapevano chi avrebbe avuto la meglio ma per questioni di parte tifavano per il loro capo.
Monteleone intuì la situazione e per non minare l'autorità del collega che in fondo stimava e di cui comprendeva le ansie lo invitò con lo sguardo a finire la conversazione in privato.
La porta si chiuse alle loro spalle e il padrone di casa, quasi a rivendicare la sua reggenza prese posto alla sua scrivania.
-Dammi una ragione per cui non dovremo blindare la zona e prenderlo subito prima che scappi.
L'uomo col sigaro soppesò bene il tono con cui avrebbe pronunciato le prossime parole.
-Ascoltami, quella non è gente che fa le valige e sparisce. Sarò duro e non perché Grillo non è dei miei, io i miei per quello stronzo la fuori e per i suoi amici che lo hanno preceduto all'inferno, li ho già persi da tempo e per questo credo di volerlo prendere più di te. Ma se ha ucciso Grillo, e non lo credo, -  più che altro non lo sperava, - si è già volatilizzato e le speranze sono a zero. Al contrario, appena sapremo cosa vuole decideremo cosa fare e come farlo, anche perché cè ancora una questione in sospeso.
-Frotier?
-Lui o chi per lui sta dando la caccia al nostro uomo, anche se lo prendessimo ora la cocca del Caribe rimarrebbe a bocca asciutta ma anche impunita e francamente visto a che punto ci siamo spinti non mi sembra una grande idea.
-La priorità ora è fermare Tavalev e tirare fuori Grillo.
-La priorità è chiudere la partita definitivamente. Grillo è un poliziotto e sa quali sono i rischi e i doveri del suo mestiere, tu mi hai accusato di essere un cacciatore miope che pensa solo alla sua preda, non fare lo stesso errore tu adesso.
Toccato.
Come commissario era responsabile dei suoi uomini, ma prima di tutto era un poliziotto e come tale era responsabile per la sicurezza dei cittadini cosa che, non era compatibile con una setta di fanatici che vanno in giro a caccia di criminali di guerra usando animali feroci nascosti chissà dove per simulare una punizione divina.
Quella situazione di stallo mentale fu interrotta dall'irruzione di Conte in ufficio.
-Correte ci siamo , cè una telefonata dal cellulare di Grillo.
La voce dall'altro lato della cornetta rimbombò nell'aria amplificata dall'altoparlante e la prima cosa che tutti realizzarono fu che quella, non era la voce di Grillo.
-Buona sera a tutti, immagino che in ascolto ci sia una piccola folla. Voglio parlare con chi comanda, non so il nome perché il bravo soldatino qui è stato fedele alla consegna del silenzio..
L'uomo parlava un italiano corretto con un leggero accento del sud tipico degli stranieri che imparano le lingue direttamente sul posto finendo inevitabilmente per assimilare inflessioni  locali.
D'auria aveva il comando e questo si portava appresso oneri e onori.
-Sono il commissario D'auria, sono io il più alto in grado, ora tocca a lei presentarsi.
-Che nome vuoi commissario? Ne ho talmente tanti, puoi sceglierne uno a caso che per me va bene ma facciamo presto.
-Voglio parlare con l'ispettore prima di tutto.
-Tu non vuoi nulla sono io che voglio e fino a che non capisci questo col tuo uomo non ci parli chiaro?
A D'auria si incendiò lo sguardo di una fiamma che partiva da dentro.
-Ascolta..
Ma la frase gli morì in bocca a seguito di una stretta sulla spalla da parte di Monteleone.
L'interruzione però non era sfuggita alla mente attenta delluomo dallaltro lato del telefono.
-Beh? Perché ti sei interrotto? Chi cè che ti dà ordini? Avevi detto di essere tu a comandare. Ascoltate, tra me  e lo sbirro cè una canna di pistola se mi prendete per il culo è morto.
Monteleone e gli altri ebbero la speranza che se uno così invece che passare alle vie di fatto minacciava voleva dire che forse Grillo gli serviva davvero vivo.
-Va tutto bene Tavalev sono il commissario Monteleone, qui è il mio collega che comanda io passavo solo per caso tanto che seguivo le vostre tracce, ma io rimango un ospite.
Silenzio protratto per un tempo che sembrò infinito, e la paura di sentirlo squarciare da uno sparo stava divorando i nervi di tutti.
-Monteleone! Che piacere sentire finalmente la tua voce, hai finito di essere solo un'ombra alle nostre costole ci sai fare sai? Un paio di volte quasi ci prendevi, ti gireranno ancora le palle per come siamo svaniti sotto al tuo naso ad Alicante? Dovevi vedere la faccia del tuo collega quando gli ho piantato una palla in fronte. Le sapevi che stava piangendo dalla paura?
La mascella del poliziotto si contrasse  così come i pugni sul tavolo, ma questo al telefono non si poteva vedere, lo stava testando e non doveva cedere alla provocazione.
-Mi sembri agitato Tavalev, cosa succede? Non è per la paura di essere localizzato da noi perché è ovvio che sappiamo già dove ti trovi e tra il parlare  al telefono o far scattare un blitz cè solo la vita del poliziotto che hai con te.
-Bravo, vedo che sei allaltezza della tua reputazione, freddo professionale, siamo sulla strada giusta,
-commissario D'auria prendi spunto dal tuo collega e il finale soddisferà tutti. Per ora io ho un ostaggio voi sapete dove mi trovo e mi va bene così ma se sento puzza di bruciato prima di tutto spaccio il vostro amico.
-Per noi è chiaro Tavalev ma tu devi sapere che sei in grave pericolo e non per causa nostra.
-Lo immagino commissario D'auria i due miei compagni sono spariti nel nulla non ci vuol tanto a capire che il prossimo sarò io. Per questo ho fretta.
-Tavalev, Monteleone mi ha raccontato tutto di voi, i tuoi compagni non sono solo stati uccisi sono stati brutalizzati come tu neanche immagini, chi ti sta dando la caccia è davvero pericoloso e non è detto che noi saremo in grado di fermarlo.
-Sembri tu quello spaventato ora commissario, deve essere pericoloso davvero se ha fregato gli altri. Ma noi saremo veloci.
-E come la risolviamo la questione dell'ostaggio? Devo ancora capire se è vivo o morto.
-Commissario è la mia unica certezza di non farmi sparare da voi stai tranquillo che non appena mi avrai accontentato verificherai di persona che il tuo amico è ancora vivo. Mi serve un elicottero, sta notte,  col pieno di carburante il pilota deve solo tenerlo in moto e aspettare che io e il vostro socio saliamo, come ben sapete per il volo posso cavarmela da solo, poi mi faccio un giro fino in aeroporto dove un bell'aereo anche quello pronto al decollo mi sarà già aspettando sulla pista, non appena giungo a destinazione potrete recuperare il mezzo e il mio compagno di viaggio.
-Che garanzie ci dai che a destinazione non lo ammazzi?
-Ti do la garanzia che se metti in dubbio ancora una volta la mia parola gli sparo in diretta e poi mi dileguo sotto al naso degli uomini che avrete piazzato qui fuori facendovi fare anche la figura dei coglioni. Sei duro a capire sbirro. Io voglio solo mettere più  chilometri che posso tra me è questa città del resto non mi frega nulla.
-Ok stai calmo devo vedere come recuperare un elicottero e dove farlo atterrare in pieno centro storico, e poi anche un aereo sono un commissario non il padreterno come credi che faccio a coordinare tutto per questa notte?
-Noo tu lo so che non potresti mai  ma se chiedi al nostro amico Monteleone sono convinto che anche se non è il padreterno, qualche miracolo vedrai che te lo fa lo stesso. Ho ragione o no Monteleone?
Tutti ora lo stavano guardando più stupiti che mai, l'Interpol estendeva solo la sua competenza territoriale ma non gli attribuiva sicuro particolari poteri e sicuro no ultraterreni.
Monteleone incurante della ribalta nella quale era stato lanciato appoggiò le due mani sul tavolo dove il ricevitore era poggiato collegato al dispositivo di viva voce.
-Va bene, ho bisogno però un po di tempo anche io, facciamo così, tra un quarto d'ora ti chiamo a darti la conferma che sono riuscito a mettere tutto in moto e nel contempo ti fornisco anche tempi e modalità dei tuoi trasferimenti.
-Non prendere tempo per usarmi da esca però, lo so che ci tenete anche a mettere le mani su chi mi sta dando la caccia.
-Sai chi è e cosa ha fatto ai tuoi amici?
-Mi sono fatto una certa idea, ho letto i giornali, ma se sapessi chi è stato a quest'ora il macello lo avrei fatto io, tagliamo corto che il tempo sta correndo.
-Allora Tavalev accetti la mia proposta?
Click!
- Era un sì.
E per distogliere l'attenzione che tutti avevano prestato a quell'ultima parte di dialogo chiese a tutti di individuare un possibile punto di atterraggio in una zona limitrofa  a quella dove il killer era nascosto.
I ricordi fotografici di ognuno aggiungevano dettagli alla cartina della città che stavano fissando.
Tetti ponti cavi della luce, del telefono, lampioni, ogni spazio libero preso da una fontana o un monumento non era certo semplice far atterrare un elicottero nel centro storico.
Tutto era stato complicato in quella vicenda.
Una storia iniziata con un uomo che pur sapendosi minacciato tutte le notti andava solo a veder partire i traghetti in un angolo di molo.
D'auria ebbe una folgorazione.
Un sorriso sardonico gli storse la bocca.
Ci stava, la storia poteva finire benissimo li dove era iniziata, il posto era perfetto se non lunico con le caratteristiche necessarie per condurre loperazione.
Puntò il dito sulla cartina e sciorinò i pro di quel posto  a uso e consumo del collega foresto che, probabilmente non poteva aver bene presente le caratteristiche morfologiche di ogni angolo della città.
Questo è il posto giusto.
Dietro ai magazzini del cotone?
Sì Conte, è allimboccatura del porto, dove per altro andava tutte le sere il nostro Bordeaux, qui in punta cè spazio sufficiente a far atterrare un piccolo elicottero tra l'altro laccesso è consentito solo a due strade che potremo facilmente chiudere, e dall'altro lato cè il mare, inoltre non è poi così distante da dove si trova ora Tevalev e più il tragitto sarà corto meglio sarà per tutti. Cosa ne dite?
Un netto assenso con le teste fu lapprovazione unanime della squadra.
Anche Monteleone che in quel caso doveva andare sulla fiducia si limitò a confermare.
Se voi dite che è ok per me va bene.
D'auria gli si girò contro e incrociando le braccia disse:
-Io ho trovato il posto, ora tu sei davvero in grado di far arrivare un elicottero e un aereo questa notte o abbiamo appena condannato a morte Grillo?
-Tu ancora non mi conosci collega, non gioco con la vita degli altri, posso fare una telefonata?
Il braccio teso con la mano aperta fu linvito a procedere che ricevette.
Sbuffando superò il commissario e si diresse a una scrivania libera con lo stradario davanti al naso, prese il telefono e rapido compose un numero molto breve.
-Pronto!
.
-Codice operativo 6438
.....
-Richiedo operazione con caratteristica stealth, elicottero di classe A  e aeromobile A1.
.....
-Per le coordinate le fornirà un collega che ora vi passo, mi serve il tempo di approntamento della squadra.
......
-Ricevuto vi passo il collega.
E allungò il ricevitore a D'auria che si trovò a dover fornire i dettagli degli spostamenti a una impersonale voce femminile.
Quando chiuse la comunicazione nella stanza imperava il più assoluto silenzio, lo ruppe Monteleone.
-Alle cinque in punto i mezzi saranno in posizione, con relativo supporto. Ora dobbiamo calcolare con precisione i tempi del trasferimento e piedi per non avere tempi morti rischiosi.
-Ma tu chi sei in realtà? E tutte quelle sigle cosa vogliono dire?
-Non ti preoccupare per la mia privacy, dal momento che hai chiuso la comunicazione codice operativo e numero telefonico di accesso sono variati. Ti basti sapere per ora che se fossimo costretti a far decollare Tavalev , avrà degli angeli custodi che lo seguiranno in volo silenziosi e invisibili, ma spero vivamente che non arriveremo a tanto perché se lo conosco bene, quello sul più bello si paracaduta giù dall'aereo in mezzo al nulla lasciandoci sopra Grillo. Di più per lui non posso fare.
L'idea era agghiacciante, ma perfettamente in linea con tutto quello che fin ora era successo o che avevano appreso.
-E se levassimo i paracadute dall'aereo commissario?
Marras quello una volta salito controllerà sicuro e se qualcosa non sarà come se lo aspetta stai certo che farà fuoco senza problemi.
-Allora, - constatò stancamente D'auria  limperativo è non fargli prendere l'aereo.  poi guardò lorologio per un attimo prima di tornare a parlare, -  coraggio è ora della telefonata, Marras tu organizza la copertura con gli uomini poi rimani qui e fai da centrale operativa, Conte prendi il comando delle squadre nei vicoli e Viganò di quelle del tragitto allo scoperto nel porto antico, io allerto i colleghi  al Cristoforo Colombo e avviso il questore, che se lo smazzi lui Maugeri che sta notte mi ci cresce. Nessuno deve fare nulla senza la mia autorizzazione.
Un secondo dopo era al telefono con Tavalev.
La prima volta che ne aveva sentito parlare da Monteleone, pochi giorni prima,  ricorda aver provato una certa ansia al pensiero che una persona con un tale curriculum stesse girando liberamente per le strade della sua città.
Ora lo vedeva come uno dei mattoni che si frapponevano tra lui e la parola fine su questa carrellata di folli giorni estivi caldi e umidi come in una giungla equatoriale, quella stessa giungla in seno alla quale erano nati gli incubi che senza troppi complimenti avevano fatto irruzione nelle loro vite.
Chiudere tutto e alla svelta, non era un miraggio.
Era l'ultima notte.
L'indomani sarebbe scaduto il visto turistico di Fortier e Tavalev in una realtà che D'auria sperava appartenesse a unaltra dimensione sarebbe già sparito chissà dove grazie alla fuga via cielo.
Lo sapevano tutti e per questo di tante perplessità ora il suo sesto senso da segugio, il pointer, gli dava un'unica certezza: questa notte, gli attori di questo racconto degno di Salgari sarebbero stati tutti là per strada, pronti a sfruttare al meglio la minima occasione per prevalere gli uni sugli altri.
In palio cera la vita, e la morte era lì pronta a fare lo sgambetto a chiunque avesse tentennato.
Per questo quando dallaltro capo del telefono sentì che la linea aveva dato il consenso allascolto non usò tanti ricami e dimenticò i timori del dialogo precedente.
-Tavalev! Sono D'auria, il mio orologio segna le 20.30 adesso, alle 4.45 trovati in strada da lì ti portiamo al tuo elicottero ai magazzini del cotone, il posto lo conosci se hai fatto la posta a Bordeaux prima di ammazzarlo. La mia squadra ci coprirà durante il tragitto, presentati senza il mio uomo e ti sparo prima che riesci a vedermi. Domande?
-Prima non si poteva? A quell'ora è quasi l'alba io volevo andare via di notte.
-Il nostro padreterno di meglio non ha potuto fare, se ti preoccupi per la tua incolumità sappi che attorno alla tua casa ho disposto un cordone di sicurezza, non ti avvicinerà nessuno a parte noi vedrai, se invece ti preoccupi per la tua fuga, spiacente vorrà dire che sarà un po più difficile ma neanche io ho avuto le cose facili ultimamente.
-Mmh, allora sei un duro sbirro, bene, spero che lo resterai anche al momento giusto visto che ti sei preso a cuore la mia persona, aspetterò, sapendo che i miei nemici vegliano su di me mi sento al sicuro.
Click!
D'auria scaricò la tensione in un sospiro tra i denti.
-Bravo ragazzo, ti sei mosso bene, hai capito le regole del gioco, dai prepariamoci che cose da fare ne abbiamo ancora tante.
La mano di Monteleone gli pesò ancora un poco sulla spalla poi si sollevò per andare a cercare un sigaro.

Il bacio della morteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora