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L'odore di acqua marcia tipica delle banchine gli riempì immediatamente le narici.
Era talmente caratteristica di quei posti da non risultare neanche sgradevole, anzi, era la nota caratteristica, quel qualcosa la cui assenza avrebbe pesato greve, stuzzicava lolfatto diventando quasi balsamica nella rotondità del suo aroma.
Teneva il distintivo bene in vista D'auria per farsi identificare con più facilità, precauzione inutile visto che gli agenti preposti a piantonare la zona già lo conoscevano e lo fecero passare senza indugi, quasi con sollievo, ne conoscevano le doti e ne apprezzavano i modi di fare; nessuno, se interrogato, avrebbe avuto dubbi nell'affermare che le capacità investigative del commissario dai modi di fare molto personali erano la cura più efficace ai mali di certe indagini intricate, chi lo conosceva meglio o aveva avuto occasioni di lavorarci a più stretto contatto avrebbe giurato anzi che quell'uomo dall'aspetto sempre un po trasognato aveva proprio una specie di sesto senso, il fiuto viene chiamato nei romanzi, una sensibilità comunque particolare che lo vedeva sempre, come un buon cane da caccia scernere lorma giusta da seguire anche nelle poste più intricate.
Ancora una volta, la seconda in pochi giorni fu Viganò a farglisi incontro per primo.
Durante tutto il tragitto da che era stato avvisato, il commissario non aveva fatto altro che recitarsi nella testa una muta preghiera ripetuta con l'esasperazione di un mantra: << fa che questa volta almeno sia intero>>.
L'ispettore sembrò leggerglielo in faccia, o forse era semplicemente un tarlo che rodeva tutti dopo il primo ritrovamento e la pressione che ne era seguita.
-Commissario!
-Dimmi.
-Il cadavere è stato trovato sta mattina quando hanno vuotato il bacino di carenaggio, dalla squadra di sub addetti al posizionamento dei tacchi sotto lo scafo della nave.
Infatti i bacini di carenaggio servono per poter effettuare all'asciutto tutta una serie di manutenzione alle imbarcazioni.
Il funzionamento è tanto semplice quanto ingegnoso; nella pratica questi  altri non sono che dei vasconi chiusi da paratie mobili.
Una volta che la nave vi entra, le paratie vengono chiuse e tramite delle pompe viene fatta fuoriuscire lacqua.
Ora vista la naturale forma della chiglia, limbarcazione si abbatterebbe rovinosamente su di un fianco non appena il volume d'acqua non fosse più in grado di sorreggerla, questo non avviene perché una squadra di sub si premura di posizionare degli appositi tacchi sotto lo scafo mano a mano che il livello idrico scende.
-Il bacino è vuoto ora?
-Sì, anche perché  a causa della scurezza dellacqua in realtà lo hanno trovato quasi alla fine delle operazioni. Comunque da quello che ho visto, almeno questo è un cadavere di tipo tradizionale commissario.
-Almeno?
-Era per dire, cioè dopo l'altro.
Tanto che parlava nonostante il sole fosse alto in cielo, con la coda dell'occhio D'auria percepì il flash della macchina fotografica intenta a immortalare l'ennesimo esempio della bestialità umana.
Quando si accostò a quello che sembrava un enorme fagotto dimenticato lì, le persone che vi stavano lavorando attorno, percependo la sua presenza si scansarono per lasciare libera la visuale.
D'auria mise a fuoco linsieme, inchinò un poco la testa di lato e chiuse i pugni nel segreto delle tasche dei suoi pantaloni.
I cadaveri gli facevano sempre uno strano effetto, morti ammazzati o deceduti a letto per cause naturali che fossero.
Gli sembravano involucri vuoti, simulacri degli esseri umani che erano stati.
L'essenza della morte sta lì nella sua assoluta immobilità.
Quella staticità sembra innaturale perché antitesi della vita stessa e quindi diventa un concetto che la ragione umana respinge a priori.
La respinge ma la ricrea migliaia di volte nella stessa giornata in tutto il globo ovunque qualcuno uccide qulcunaltro.
Il copro era stato giocoforza adagiato su di un fianco visto che le caviglie erano legate prima tra di loro e poi ai polsi, congiunti anchessi  dietro alla schiena, dalle estremità poi, lo stesso cavetto partiva teso come una corda di violino e si avvolgeva attorno al collo, che , non fosse stato per il rigor mortis a questo punto sarebbe stato tagliato di netto.
Attorno alla vita poi cerano tre giri di una pesante catena e una cintura da sub infarcita di piombi nuovi di zecca.
Il commissario spostò a questo punto la sua attenzione sul volto, nonostante il pallore dovuto alla prolungata esposizione allacqua marina era ancora visibile la scurezza della pigmentazione della pelle che iniziava a tirarsi sotto al gonfiore della carne in decomposizione.
D'auria si girò verso luomo in tuta bianca più vicino a lui.
-Cosa potete dirmi?
-Lo hanno incaprettato, ma solo con l'autopsia potremo stabilire se prima lo abbiano fatto auto strangolare per poi gettarlo in acqua, o se la cosa è stata contemporanea. Sicuro è che non contenti gli hanno mozzato la lingua e spinto gli occhi dentro le orbite, forse con le dita.
-Un' esecuzione coi fiocchi?
Era più un' affermazione che una domanda, avrebbe potuto essere certo una messa in scena per cercare di dare un tocco artistico a un volgare omicidio, ma cera troppa ferocia nella cura dei particolari, comunque niente andava scartato.
-Sì, feroce, se vuole una mia prima impressione l'uomo,doveva avere sui quarantacinque anni massimo cinquanta, lo deduco perché non aveva documenti addosso.
-Quanto tempo sarà che era lì sotto?
L'uomo sbuffò leggermente con le guance sgranando un poco gli occhi.
-Guardi con precisione glielo dico dopo le analisi ma occhio e croce da giovedì o venerdì, non di meno.
D'auria girò veloce la testa cercare lo sguardo di Viganò che stava ascoltando, i quale per far capire al suo capo che aveva capito a cosa stava pensando, alzò un sopracciglio.
-Lei pensa che centra con l'altro?
-Se le supposizioni sono esatte ci saranno poche ore tra un decesso e latro giusto?
-Sì ma quello là non abbiamo detto che è stato mangiato?
D'auria lo fulminò con gli occhi perché anche se tutti erano troppo indaffarati per dargli a mente, quella parola ad alta voce non andava pronunciata fuori dalle mura del commissariato.
-Comunque sì, ma vi ho detto che sui brandelli di vestiti erano state trovate tracce di acqua di mare.
-Ok commissario, io non le voglio mancare di rispetto, e il suo intuito per certe cose è speciale, ma viviamo in una città di mare e.- abbassando il tono di voce - sarebbe troppo casuale che, uno parte, compie un' esecuzione, per la quale tra laltro non so neanche se una persona basta, e poi comunque viene sbranato da una tigre  un leone o Dio solo sa cosa che si è messo a girare proprio quella sera per i vicoli.
D'auria si fermò, si passò prima una mano in testa riflettendo più veloce che poteva e poi, ascoltando una voce dentro che ogni tanto sembrava guidarlo, la tese davanti a se come per intimare la calma a qualcuno.
-Va bene hai ragione, io infatti al caso non ci credo.
Poi, giungendo le mani al naso e prendendosi poi una pausa di riflessione, continuò.
-Facciamo così, che questo lo hanno ammazzato dubbi non ce ne sono giusto?
-Giusto.
-Allora, visto che volevate un caso su cui concentrarvi che non fosse un safari per i vicoli, ci concentriamo su di lui.
Indicando poi con lindice il punto in cui era steso il corpo.
-Ora chiami Grillo, gli racconti tutto, gli dici di studiarsi bene bene la cintura da sub, che è nuova è spero sia stata comprata apposta per loccasione. Lui è bravo in queste cose, deve trovare dove l'hanno venduta. Ok?
-Ok.
-Tu rimani qui, scopri chi stava lavorando sulle banchine tra giovedì e venerdì, li rintracci e senti se hanno visto qualcosa. Io spero che in giornata avremo già disponibili le foto della vittima da diramare, questo deve essere certamente noto alle forze dellordine.
-Dice?
-Un' esecuzione è sempre un atto dimostrativo, ragion per cui è stato buttato in un bacino di carenaggio dove era ovvio che prima o poi sarebbe stato trovato.
-Allora perché non lasciarlo direttamente in vista?
-Per avere il tempo di lasciare la città e quindi, potrebbe già essere tardi per trovare il o i colpevoli. Vai ora.
-E' sempre il numero uno quando si mette a ragionare sui casi.
-Vai.
-Comandi a dopo.
Ragionare o no il suo problema invece era che quando entrava in fissa per qualcosa difficilmente si distraeva da quella.
Una voce, una sensazione, cosera non avrebbe saputo spiegarlo, ma stava di fatto che era come se sentisse un profumo nell'aria tra mille altri odori e non poteva fare altro che tenerlo  seguirlo.
Alcuni colleghi lo avevano soprannominato il pointer quando era ancora un investigatore, proprio per quella sua capacità di trovare sempre la pista giusta anche quando alla partenza sembrava la più assurda delle ipotesi.
Quel soprannome si era tramandato poi chissà come tra gli agenti delle volanti e stentava a morire.
Ma cosa frullava ora realmente nella sua testa?
Un sottile nastro di acqua salata legava assieme due uomini morti la stessa notte a poche ore di distanza quasi nello stesso quartiere.
Avesse insistito, ci sarebbe stato il rischio che Viganò lo avesse preso per matto, allora non gli era restato che dissimulare e aspettare che uscissero nuovi elementi più concreti.
Forse era matto sul serio ma quella era la contropartita per avere un fiuto innato per certe cose.
Così pieno di domande rientrò infine alla base.
Non sapeva però che alcune risposte, confezionate in una lacoste rossa jeans firmati e scarpe da vela  lo stavano aspettando proprio lì.
Marras come lo vide gli si parò immediatamente davanti, era evidentemente a disagio.
-Hai novità Marras?
-Sì, no cioè forse.
Le sopraciglia di D'auria si inarcarono come a chiedere un rapido chiarimento.
-Cioè l'unica segnalazione che faccia capo alla scomparsa di un uomo di colore fa riferimento a un certo Marçel Bordeaux..
-Però? Perché dal tono capisco che cè un però.
-Però sono già andati due agenti con la foto dell'uomo del video dalla donna che ne ha denunciato la scomparsa, ma lei non l'ha riconosciuto.
A D'auria sembrò troppo buffo per essere vero, un guizzo di consapevolezza finalmente gli illuminò gli occhi.
-Stai allegro Marras scommetto che il nostro Marçel è stato ripescato proprio sta mattina nel bacino di carenaggio.
-Dice che  potrebbe essere il cadavere di oggi?
-Io me lo sento ma tu speralo perché due cadaveri senza nome e senza legami tra loro sono troppi in cinque giorni per non fare danni all'interno del nostro commissariato. Comunque dimmi cosa sappiamo già di questo Bordeaux.
-Aveva quarantacinque anni viveva nel centro storico in quello che ormai tutti chiamano il quartiere Caribe aveva un frutta e verdura e.
-E?
-Era un rifugiato politico.
Quasi svenne quando sentì quelle parole.
-Oh merda, merda merda merda.- poi rendendosi conto di aver parlato un po troppo ad alta voce - Ehm scusa.
-Si figuri, io quando ho messo assieme i pezzi ho detto di peggio.
D'auria si sedette sulla prima scrivania a portata di gambe, poi incrociando le braccia proseguì:
-Ma cosa abbiamo fatto di male noi?
E fece uno sbuffo a piene labbra.
-Dai raccontami al volo la sua storia visto che mi sembri preparato.
-La stavo giusto ricostruendo ora, però prima dovrebbe
-Dai Mrras coshai oggi ? sei sulle spine.
-No perché di la in ufficio
-Cosa cè di là in ufficio? Un altro condizionatore?
-No, è che è arrivato un commissario dellInterpol
-E lo hai lasciato nel mio ufficio?
-Ho provato a fermarlo ma ha insistito, sa dato il grado , lo ha fatto pesare velatamente, somma è voluto entrare lo stesso è più di un'ora che la aspetta.
Un sorriso maligno gli si compose in viso.
-Starà morendo di caldo allora.
Marras rise finalmente rilassato dalla convinzione che forse si sarebbe evitato una lavata di capo.
-Gli hai almeno offerto da bere o un caffè?
La faccia di Marras mossa da unipocrisia senza pudore assunse unespressione di improvviso ravvedimento.
-Cavolo no! È che ero tanto preso dalle ricerche su Bordeaux che non mi sono accorto del tempo che passava.
Ridendo D'auria mentre faceva due passi indietro gli puntò l'indice contro.
-Non ti facevo così vendicativo.
Poi girandosi aprì la porta preparandosi al match.
Lo vide di spalle, seduto di sbieco con un gomito sul bracciolo della sedia.
La testa appoggiata alla mano, le gambe scompostamente accavallate e due dita tese sul lato della scarpa del piede messo sul ginocchio.
I capelli castani leggermente ondulati erano sul lungo.
Fu subito dopo investito dall'odore di sigaro.
Appena sentì la porta aprirsi girò la testa allindietro svelando lennesima eccentricità della sua figura.
Un  paio di curatissimi mustacchi.
Nell'andargli in contro rivelò che la sua statura era leggermente più alta della sua, petto ampio al quale pendevano , agganciati a unasola della polo, un paio di rayban verdi a goccia.
La prima fase dell'incontro sviluppatasi in una stretta di mano vigorosa si concluse in parità.
Subito dopo, secondo un copione già scritto, i due galli messi nella rena per decidere chi aveva la cresta più ritta  il becco più appuntito e quindi infine prevalere sullaltro per tutta la durata del loro rapporto, dovevano cimentarsi in una tenzone verbale.
-Piacere commissario Monteleone Interpol.
-Commissario D'auria, prego si ri-accomodi.
-Grazie, spero non le sa sia presa se ho insistito per entrare, - aveva evidentemente colto l'ironia del collega  - ma ho avuto una nottataccia, speravo di  recuperare nell'attesa, invece qui fa un caldo d'inferno, mi sa che è più accogliente di la dai suoi uomini.
-Non aspettavo visite quindi non ho fatto preparare la stanza degli ospiti.
-Peccato avevo portato un regalo . - E indicò una busta davanti a lui. - Ma se crede, me ne vado e me lo scarto da solo, in albergo al fresco.
Si fissarono, sereni, la fase di studio poteva essere ancora lunga ma D'auria aveva due cadaveri che reclamavano le sue attenzioni e optò quindi per tagliare.
-Senta, - schioccò le labbra e incrociò le dita sulla scrivania alla quale nel frattempo si era seduto.  - possiamo  decidere a battute chi di noi è il maschio alfa per le prossime ore perdendo un mucchio di tempo, oppure, facciamo gli adulti e veniamo al sodo perché immagino che abbiamo entrambi un sacco di grane da risolvere in sospeso; fatte le cose serie, a mente fredda, possiamo giocarci il primato a chi beve più birra o a braccio di ferro.
Monteleone riprese la posizione che aveva prima, restò meditabondo per alcuni attimi al termine dei quali avrebbe anche potuto decidere di saltare oltre il piano che li separava e menare le mani; passati quelli, rise.
Prima fu un sonoro : ah ah,  poi incamerando più fiato che potè esplose in una fragorosa risata che rimbombò attraverso i corridoi fino alle stanze più lontane, tra lo stupore di chi udiva e si chiedeva a chi fosse permesso di essere così sguaiato in un posto come quello, in giorni come quelli.
Poi, sempre da seduto piantò bene i piedi a terra battè le mani sulle cosce e scrollando divertito la testa disse:
-L'avevo capito sai che dovevi essere forte, - e bloccandosi - possiamo darci del tu vero?
In segno di assenso Dauria allargò le mani.
-Ok, sì sì lavevo capito da come  ti ha descritto quello stronzo di Maugeri ieri sera quando l'ho chiamato per sapere chi stava  a dirigere la baracca qui.
D'auria pensò che comunque sarebbero andate le cose tra loro almeno su una cosa erano sicuramente daccordo.
-Ma lo conoscevi già Maugeri?
-Ooh, ho già dato in passato con lui e quando mi ha detto che tu
Lo bloccò al volo.
-Non lo voglio sapere.
Va bene, va bene, - poi ricomponendosi proseguì  - veniamo a noi, mi sono fatto il viaggio fin qui perché conosco questo tizio.
E con due dita fece scivolare fuori della busta limmagine ricavata dalla telecamera di sorveglianza che stava dando il tormento a tutti in quei giorni.
Gli occhi di D'auria rimbalzarono più volte come palline da ping pong tra la foto e gli occhi di Monteleone .
-Ne sei sicuro?
-Oh si caro come sono sicuro che è estate, e lo conosco bene anche, quasi cadevo dalla sedia quando mi hanno chiamato dal mio ufficio. Ero fuori per lavoro, mi son fatto mandare tutto via mail, cazzo che invenzione ste mail per fax era tutto più incasinato non trovi?
D'auria non diede una vera e propria risposta.
-Allora sei tu il padrone di casa, chi comincia la storia?
-Beh Monteleone, io ho la fine , tu prova a raccontarmi linizio che magari risulta più semplice.
-Giusto.
Dalla busta comparvero altre due foto di altrettanti uomini, uno afro americano e uno dai tratti slavi o forse russi.
D'auria le fissò.
-Li conosci?
-No mai visti primi.
-Beh questi assieme al tuo uomo misterioso formano una cocca niente male, solo qui in Italia sono accusati di traffico di armi con le cosche mafiose associazione a delinquere forse sequestri e sicuramente hanno commesso anche diversi omici, perché questa in realtà è la loro vera specialità.
-Sono killer?
-Sicari, hanno sviluppato un alta specializzazione in quello che fanno il loro forte sono proprio le esecuzioni dimostrative, tu gli dici chi il come e loro lo eseguono, rapidi, senza sbavature, hanno tutti un passato militare alle spalle nei corpi d'elitè, sono macchine per leliminizazione umana.
-Hanno dei nomi immagino.
-Parecchi, tutti alias neanche loro credo sanno più come si chiamano, diciamo che per identificali gli ultimi noti sono Isis Mareq, l'oggetto della tua indagine, Johaquin Sanchez e Ivan Tuvalev.
In quel mentre squillò la linea diretta del telefono.
-Dauria, chi parla?

Il bacio della morteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora